Dopo il grande successo riscosso da Ni-Oh, Koei Tecmo prosegue sulla strada del lancio di nuove ip da affiancare alle sue storiche saghe, e così, dopo l’esordio su PlayStation Vita con una puntata in versione remaster HD su PlayStation 4, ad arricchire il già nutrito elenco di giochi del produttore giapponese arriva ora, su PlayStation 4 e PlayStation Vita, il secondo capitolo dell’hunting game nato dalla collaborazione tra Omega Force e Team Ninja, Toukiden 2.
Ambientato in una realtà parallela caratterizzata da elementi ripresi da diversi periodi della storia giapponese, Toukiden 2 prende avvio nel momento, più volte citato nel corso del primo gioco, in cui il periodo Meiji viene sconvolto da un’improvvisa distorsione spaziotemporale da cui ha inizio un'invasione di oni (demoni) su vasta scala, in seguito denominata “Il Risveglio” (Oomagadoki), che solo gli Slayers, una casta di potenti guerrieri benedetti dal potere dei Mitama, sino allora rimasti nell’ombra, riescono a stento a contenere.
Il protagonista, coinvolto nella cruenta battaglia per la difesa di Yokohama, dopo quello che sembra essere un iniziale successo viene risucchiato all’interno di un vortice creato da un gigantesco oni a forma di dragone, finendo nel villaggio di slayers di Mahoroba anni dopo l’inizio degli Risveglio, ove scopre, suo malgrado, che i suoi compagni non sono stati in grado di bloccare la terribile avanzata dei demoni e l’umanità è stata costretta a ripiegare nella così detta terra di mezzo per difendere la Sacra Montagna, l'ultimo baluardo del genere umano, in una disperata battaglia nel corso della quale, similmente a quanto accaduto nel primo capitolo, si sviluppa la storia del gioco.
Come si può capire la trama di gioco riprende molto dall'originario Toukiden, e in effetti le novità principali risiedono soprattutto nella parte del gameplay, a partire dal netto cambio nell’impostazione di base. Se infatti Toukiden era nato come una sorta di clone del ben più noto Monster Hunter della Capcom, con una struttura di gioco chiaramente basata sulle meccaniche tipiche degli hunting game e una storia articolata in una serie di cacce, ambientate in piccole mappe con il demone di turno da sconfiggere, Toukiden 2 segna un vero e proprio punto di svolta, relegando le cacce legate alla componente endgame, in favore di un’ambientazione open world e di uno sviluppo della storia principale, nel complesso interessante e in grado di catturare l'attenzione, più simile a quello degli action-rpg.
Proprio l’open world rappresenta forse la novità principale del gioco, anche se la stessa non è invero accompagnata da un adeguato sviluppo dei contenuti. La mappa, infatti, anche se ampia ed esplorabile in quasi ogni sua parte, appare nel complesso un po’ smorta (al netto dell’aspetto grafico), e, al di là delle joint operation (piccole invasioni in cui ci si unisce ad altri slayers anche controllati dall’IA), sin da subito si capisce che le missioni secondarie rispondono al classico schema delle fetch quest, con storie banali e obiettivi alquanti ripetitivi.
Toukiden 2 rappresenta quindi una sorta di cambiamento a metà, e questo lo si comprende bene con il sistema di combattimento, che, come nella migliore tradizione della Omega Force, è la perfetta incarnazione del detto ‘squadra che vince non si cambia’. Come sicuramente sapranno i giocatori che hanno avuto modo di confrontarsi con i vari musou della Omega Force, una delle caratteristiche principali del team di sviluppo giapponese è infatti quella di non stravolgere mai eccessivamente i propri giochi di capitolo in capitolo, e se in questo caso netto è stato il cambiamento nella struttura di base del gioco, non altrettanto può dirsi per la parte relativa al combattimento, in sostanza uguale a quella di Toukiden (anche nelle animazioni), salvo l’aggiunta di alcune nuove armi, come la spada e lo scudo, e nuove tipologie di mitama, e, soprattutto, l’introduzione della Demon Hand, utile soprattutto a livello di mobilità e per realizzare attacchi in grado di rompere la normale routine.
Similmente al primo capitolo, quindi, i combattimenti consistono nella purificazione dei nemici sconfitti (nel caso dei demoni più grandi nella distruzione e purificazione delle singole parti del corpo) e sono di regola affrontati con un gruppo scelto dal giocatore, composto da altri Slayers (con un notevolmente miglioramento della relativa IA), sfruttando un combat system variabile in funzione dell'arma scelta, con ‘schemi fissi’ (attacco veloce, attacco potente, attacco speciale, schivata, parata, ecc...), accompagnati da caratteristiche specifiche (legate anche ai mitama utilizzati, che ora possono fornire persino un’abilità ‘secondaria’ altre a quelle primarie) in grado di influenzare notevolmente lo stile di gioco.
Proprio in relazione all'importanza delle armi, anche in Toukiden 2 ha poi un ruolo non indifferente la parte legata all'attività di crafting e gathering, ed anzi ben si può dire che una delle attività principali del giocatore sia proprio quella di raccogliere ‘materie prime’ dai nemici sconfitti per forgiare e potenziare un buon numero di armi e armature, ognuna delle quali presenta un certo grado di affinità con uno specifico elemento (fuoco, terra, cielo, ecc...).
A livello grafico, Toukiden 2 è un po' il classico lavoro della Omega Force, piuttosto capace nella resa grafica dei personaggi, anche se la qualità sembra inferiore a quella vista in Dynasty Warriors, ma alquanto limitata dal punto di vista degli scenari, che sembrano sempre un po' posticci, sia, soprattutto, nella resa degli interni degli edifici, sia nella parte parte open world, pur realizzata in modo discreto, ma caratterizzata da un'eccessiva uniformità degli ambienti. Più in generale, sebbene in occidente il gioco sia uscito solo per PlayStation 4 e PsVita, Toukiden 2 in Giappone è un gioco cross-gen con una serie di limiti tecnici legati alla necessità di programmare su PlayStation 3 che si vedono perfettamente e 'danneggiano' la qualità grafica del gioco stesso.
Ambientato in una realtà parallela caratterizzata da elementi ripresi da diversi periodi della storia giapponese, Toukiden 2 prende avvio nel momento, più volte citato nel corso del primo gioco, in cui il periodo Meiji viene sconvolto da un’improvvisa distorsione spaziotemporale da cui ha inizio un'invasione di oni (demoni) su vasta scala, in seguito denominata “Il Risveglio” (Oomagadoki), che solo gli Slayers, una casta di potenti guerrieri benedetti dal potere dei Mitama, sino allora rimasti nell’ombra, riescono a stento a contenere.
Il protagonista, coinvolto nella cruenta battaglia per la difesa di Yokohama, dopo quello che sembra essere un iniziale successo viene risucchiato all’interno di un vortice creato da un gigantesco oni a forma di dragone, finendo nel villaggio di slayers di Mahoroba anni dopo l’inizio degli Risveglio, ove scopre, suo malgrado, che i suoi compagni non sono stati in grado di bloccare la terribile avanzata dei demoni e l’umanità è stata costretta a ripiegare nella così detta terra di mezzo per difendere la Sacra Montagna, l'ultimo baluardo del genere umano, in una disperata battaglia nel corso della quale, similmente a quanto accaduto nel primo capitolo, si sviluppa la storia del gioco.
Come si può capire la trama di gioco riprende molto dall'originario Toukiden, e in effetti le novità principali risiedono soprattutto nella parte del gameplay, a partire dal netto cambio nell’impostazione di base. Se infatti Toukiden era nato come una sorta di clone del ben più noto Monster Hunter della Capcom, con una struttura di gioco chiaramente basata sulle meccaniche tipiche degli hunting game e una storia articolata in una serie di cacce, ambientate in piccole mappe con il demone di turno da sconfiggere, Toukiden 2 segna un vero e proprio punto di svolta, relegando le cacce legate alla componente endgame, in favore di un’ambientazione open world e di uno sviluppo della storia principale, nel complesso interessante e in grado di catturare l'attenzione, più simile a quello degli action-rpg.
Proprio l’open world rappresenta forse la novità principale del gioco, anche se la stessa non è invero accompagnata da un adeguato sviluppo dei contenuti. La mappa, infatti, anche se ampia ed esplorabile in quasi ogni sua parte, appare nel complesso un po’ smorta (al netto dell’aspetto grafico), e, al di là delle joint operation (piccole invasioni in cui ci si unisce ad altri slayers anche controllati dall’IA), sin da subito si capisce che le missioni secondarie rispondono al classico schema delle fetch quest, con storie banali e obiettivi alquanti ripetitivi.
Toukiden 2 rappresenta quindi una sorta di cambiamento a metà, e questo lo si comprende bene con il sistema di combattimento, che, come nella migliore tradizione della Omega Force, è la perfetta incarnazione del detto ‘squadra che vince non si cambia’. Come sicuramente sapranno i giocatori che hanno avuto modo di confrontarsi con i vari musou della Omega Force, una delle caratteristiche principali del team di sviluppo giapponese è infatti quella di non stravolgere mai eccessivamente i propri giochi di capitolo in capitolo, e se in questo caso netto è stato il cambiamento nella struttura di base del gioco, non altrettanto può dirsi per la parte relativa al combattimento, in sostanza uguale a quella di Toukiden (anche nelle animazioni), salvo l’aggiunta di alcune nuove armi, come la spada e lo scudo, e nuove tipologie di mitama, e, soprattutto, l’introduzione della Demon Hand, utile soprattutto a livello di mobilità e per realizzare attacchi in grado di rompere la normale routine.
Similmente al primo capitolo, quindi, i combattimenti consistono nella purificazione dei nemici sconfitti (nel caso dei demoni più grandi nella distruzione e purificazione delle singole parti del corpo) e sono di regola affrontati con un gruppo scelto dal giocatore, composto da altri Slayers (con un notevolmente miglioramento della relativa IA), sfruttando un combat system variabile in funzione dell'arma scelta, con ‘schemi fissi’ (attacco veloce, attacco potente, attacco speciale, schivata, parata, ecc...), accompagnati da caratteristiche specifiche (legate anche ai mitama utilizzati, che ora possono fornire persino un’abilità ‘secondaria’ altre a quelle primarie) in grado di influenzare notevolmente lo stile di gioco.
Proprio in relazione all'importanza delle armi, anche in Toukiden 2 ha poi un ruolo non indifferente la parte legata all'attività di crafting e gathering, ed anzi ben si può dire che una delle attività principali del giocatore sia proprio quella di raccogliere ‘materie prime’ dai nemici sconfitti per forgiare e potenziare un buon numero di armi e armature, ognuna delle quali presenta un certo grado di affinità con uno specifico elemento (fuoco, terra, cielo, ecc...).
A livello grafico, Toukiden 2 è un po' il classico lavoro della Omega Force, piuttosto capace nella resa grafica dei personaggi, anche se la qualità sembra inferiore a quella vista in Dynasty Warriors, ma alquanto limitata dal punto di vista degli scenari, che sembrano sempre un po' posticci, sia, soprattutto, nella resa degli interni degli edifici, sia nella parte parte open world, pur realizzata in modo discreto, ma caratterizzata da un'eccessiva uniformità degli ambienti. Più in generale, sebbene in occidente il gioco sia uscito solo per PlayStation 4 e PsVita, Toukiden 2 in Giappone è un gioco cross-gen con una serie di limiti tecnici legati alla necessità di programmare su PlayStation 3 che si vedono perfettamente e 'danneggiano' la qualità grafica del gioco stesso.
In conclusione, Toukiden 2 è probabilmente il miglior hunting game per le console Sony, ma in parte tradisce le ottime premesse del primo gioco, apportando alcune modifiche certamente importanti, prima tra tutte l'open world, senza però implementarle con la dovuta cura, e la cosa non può che destare rimpianti se si considera che, nonostante i difetti, il gioco è comunque piuttosto divertente e in grado di regalare molto ore di gioco. Toukiden 2 rappresenta dunque una sorta di vorrei, ma non posso, e sebbene sia un titolo da consigliare agli appassionati di hunting game le limitazioni derivanti dalla sua natura cross-gen probabilmente sono tali da renderlo poco interessante per il pubblico di massa.
Pro
- Open World...
- Alta longevità
- Tante armi a disposizione
Contro
- ... un po' smorto
- Missioni secondarie ripetitive
- Grafica da PlayStation 3
L'open world completo by OmegaForce a questo punto immagino lo si vedrà nel prossimo DW.
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