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Siamo al capitolo quinto. Capitolo più breve degli altri due che ho già recensito e che anche mi è piaciuto meno. Le parti discorsive hanno spunti interessanti ma a volte sono un po’ forzate. I personaggi sono meno magnetici, i combattimenti meno interessanti e forse gestiti male.
Diciamolo Yasuhisa Hasa sta facendo un lavoro eccezionale e i 65 volumi che ho letto di Kingdom mi hanno interessato e stupito parecchio ma qui credo che lo studio Pierrot non sia stato in grado di integrare il manga: nelle serie precedenti c’era un arricchimento di quanto narrato sulle pagine dei vari volumi, qui tutto sommato non posso dire lo stesso.
Non ho scorto novità né seguendo la battaglia né vedendo i personaggi.
Certo i personaggi di Kingdom sono già formati, con una mentalità precisa che non cresce, essi si muovono come carri armati inseguendo i loro sogni, le loro passioni, le loro ragioni…
Per fare tutto ciò combattono ed intrigano, pensano e agiscono.
Hasa ha fatto un ottimo lavoro sul manga, dove quanto narrato qui non è inferiore alle altre parti, qui gli sceneggiatori però si sono legati troppo strettamente al fumetto non evolvendo ulteriormente la storia. Ciò mi ha dato un senso di già visto… probabilmente se non avessi letto l’opera cartacea il mio giudizio sarebbe superiore ma avendolo fatto dico che la serie è da otto o forse anche meno.
La cosa strana? Che quasi tutti i membri principali del team di produzione sono gli stessi della quarta serie...