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megna1

Piattaforma: Coin-Op --- Voto 7
La Sega, ancor prima dell'era poligonale, dove per anni ha dominato le scene, era arcinota per le sue esagerazioni: cabinati con postazioni di guida su sospensioni idrauliche; simulatori di volo pseudo-3D con vere cabine di pilotaggio semoventi; action game e tie-in con effetti di rotazione a go go e zoom come se piovessero; poderosi eroi che potevano mutare le proprie sembianze in creature mitologiche; e tanto altro ancora.

Ma tra i sempre più numerosi fan delle bizzarrie Made in Japan campeggiava un'altra saga: quella di "Wonderboy", vale a dire il ragazzo meraviglia, il rivale per antonomasia di "Super Mario Bros." nel bel mezzo degli anni '80. Abbandonata la componente arcade/adventure del secondo episodio (ripresa poi con enorme successo in vari sequel usciti su console), l'equipe della Westone ritorna alle glorie delle origini, trasformandolo in un frenetico platform/sparatutto fantasy (con fondali ipercolorati e tondeggianti alla Toriyama) dotato di martellanti effetti sonori che rimbombavano per tutta la sala giochi: solo dal baccano assordante si poteva intuire se qualcuno vi stava giocando oppure no. I due impavidi nippoguerrieri, sempre super deformed e belli paffuti come non mai, dovranno affrontare - da soli o in contemporanea - la solita valanga di livelli a tema (giungla, foresta, ghiacciaio...) dapprima a piedi, e in un secondo tempo a cavallo di una buffa specie di draghi volanti che li porteranno fino alla tana degli immancabili, e altrettanto strambi, boss di fine livello. La meccanica di gioco è rimasta quella del capostipite: far fuori tutti i nemici ed evitare ostacoli senza però tralasciare i vari frutti bonus disseminati ovunque, necessari per evitare l'azzeramento della barra d'energia vitale. La conversione Megadrive a 16-bit, paradossalmente, è inferiore al coin-op, mentre la versione CD-Rom per Nec Pc-Engine (un 8-bit!) ne è la fotocopia in tutto e per tutto, financo all'ostico livello di difficoltà degli stage più avanzati. Si stenta a credere che dopo aver mietuto tali consensi, la dirigenza Sega abbia accantonato in un angusto angolino la sua mascotte storica, preferendogli l'amato/odiato porcospino blu e pallidi chara come "Astal" e "Nights" i quali, com'è noto, non hanno avuto il seguito sperato.

P.S. A onor del vero, quella di "Wonderboy" non era propriamente un'esclusiva assoluta, difatti, seppure con il brand "Adventure Island" e sprite ridisegnati ex-novo da Susumu Matsushita, era presente anche sulle macchine targate Nintendo distribuito dalla Hudson Soft.