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GianniGreed

Piattaforma: PlayStation --- Voto 6
“Pepsiman” è un videogame del 1999, uscito in esclusiva in Giappone per PlayStation.

Protagonista del gioco è Pepsiman, personaggio mascotte della succursale giapponese dell’azienda Pepsi.

Pepsiman in Giappone è apparso in diverse campagne pubblicitarie, dove proprio come un supereroe, aiutava i cittadini nel momento del bisogno, dove in questo caso “bisogno” è da intendersi come l'essere assetati. Pepsiman arrivava consegnando una bella lattina di Pepsi fresca.

Anche nel videogame, l’obiettivo è lo stesso. Pepsiman riceve ad esempio richieste da varie persone da aiutare consegnando Pepsi a distributori automatici rimasti a secco, o a gente rimasta in panne con l’auto in mezzo al deserto. Per farlo però deve superare diversi ostacoli.

Il gioco ha una sola modalità, in cui ai comandi di Pepsiman bisogna affrontare quattro stage divise in tre livelli ciascuna, per un totale di dodici livelli. Nei livelli, Pepsiman corre automaticamente in avanti e sta al giocatore fargli schivare gli ostacoli spostandolo a destra o sinistra. Alcuni ostacoli vanno saltati, mentre ad altri bisogna passarci sotto tramite una scivolata. Nei livelli sono presenti sempre cento lattine di Pepsi da raccogliere. Più è alto il numero di lattine raccolte alla fine del livello, più sarà alto il numero di vite bonus ottenute. Ogni venti lattine, infatti, si guadagnerà una vita extra. Man mano che si prosegue, i livelli si fanno ovviamente più difficili, con più ostacoli presenti, che richiedono una sempre più alta velocità di reazione. Per fortuna ogni livello ha al suo interno due o tre checkpoint che permettono di riprendere da quel punto in caso di morte. Il terzo livello di ogni stage cambia un po’ le cose, in quanto Pepsiman questa volta corre verso lo schermo con la visuale di fronte a lui, mentre viene inseguito da un grosso oggetto rotolante (un po’ come il masso gigante di Indiana Jones per capirci), ma non cambia l’obiettivo che rimane sempre quello di schivare gli oggetti.

Graficamente il videogame non è davvero nulla di eccezionale. Fa il suo dovere, ma anche per i tempi in cui uscì, era comunque indietro, con texture grossolane e poco definite. Di buono c’è che è abbastanza colorato ed è tutto abbastanza chiaro e visibile, specialmente gli ostacoli da evitare.

Per quel che riguarda la parte audio, la colonna sonora è orecchiabile, ma solo per la prima stage, poi diventa stancante. Tutte le stage hanno infatti come sottofondo delle varianti del tema di Pepsiman, le cui uniche parole sono “Pepsiman! Pepsiman!”. Il gioco è doppiato, nei pochi filmati d’intermezzo che ci sono, interamente in inglese. Questo perché, pur essendo stato realizzato in Giappone, era negli intenti degli sviluppatori e della Pepsi stessa, pubblicare il gioco anche negli Stati Uniti. Per qualche motivo la cosa non è andata in porto e il gioco è rimasto un’esclusiva giapponese. Tutti i testi a schermo sono però in inglese, e pertanto è perfettamente giocabile anche da chi non sa nulla della lingua del Sol Levante. Le uniche parti in giapponese sono i sottotitoli nei già citati filmati tra una stage e l’altra.

La durata totale del videogame è di circa quaranta minuti. Tanto durano le stage se ad impugnare il joypad è un giocatore esperto capace di completare i livelli senza mai perdere. La difficoltà del gioco però è abbastanza alta. Già dopo i primi tre livelli s’inizia a notare un sensibile aumento della stessa, con conseguenti morti e game over annessi. Anche così comunque, la durata massima del gioco arriva a un paio di ore, necessarie più che altro a memorizzare i percorsi necessari per superare ogni livello, dato che gli ostacoli si trovano sempre nello stesso posto. L’unico fattore che può far aumentare la durata del gioco è quella di voler stabilire dei record personali o quello di raccogliere tutte le cento lattine di Pepsi presenti in ogni livello, che una volta raccolte in tutti i livelli sbloccano diverse skin per il protagonista.

Per concludere, “Pepsiman” è un gioco sicuramente un po’ strano e per alcuni versi anche stupido. Non fa neanche mistero di essere un enorme spot pubblicitario del marchio a cui è legato. Tuttavia, se si esclude la natura pubblicitaria del gioco, ciò che rimane è un prodotto abbastanza valido. Siamo ben lontani dal definirlo un capolavoro, ovvio, ma per quel che dura, riesce a essere divertente. Se ne avete l’occasione, fateci una partita.