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megna1

Piattaforma: Commodore 64 --- Voto 6,5
Altro fenomeno diffuso come un virus nel lungo decennio che ha stravolto il nostro modo di vivere. Dopo aver preso piede al cinema, in biblioteca e nei cartoni animati, il filone horror sbarcò nelle sale giochi e via via anche nelle nostre camerette! "Ghosts 'n Goblins" era veramente tosto, solo per smanettoni stoici dotati di una buona dose di self-control. Per poter ammirare quali fantastici scenari e quali orribili creature riservavano gli stage avanzati era richiesta notevole abilità e prontezza di riflessi. Altrimenti si rischiava di svuotare il salvadanaio nel giro di una mezz'oretta scarsa. Ma la notizia più eclatante era stata l'annuncio della versione Commodore 64 la quale è altresì oggetto della recensione qui a seguito. Il passaparola si propagava a ritmo incessante e i negozietti di informatica, o meglio, i centri di duplicazione non autorizzati (i cosiddetti pirati, tanto per intenderci) facevano affari d'oro, sfornando vagonate di copie illecite con cover stampate alla meglio. A noialtri questo poco importava (mentre i programmatori britannici lanciavano, a ragione, fulmini e saette). La conversione per home computer, seppure inferiore graficamente, era quanto di più fedele si potesse spremere da un processore 8-bit (e il mitico C=64 era solito a questi ed altri piccoli miracoli anche se forse, in questo caso, si sarebbe potuto fare meglio). Dalla schermata di presentazione ai caratteri del titolo, dalla visualizzazione della mappa fino alla stupenda soundtrack, tutto a primo impatto sembrava combaciare con il capolavoro della Capcom, mancavano solo l'odore di nicotina e gli schiamazzi del bar di vicinato. Per quanto riguarda la difficoltà i tipi di Elite non avevano apportato radicali cambiamenti all'originale: frustrante era e tale e quale è rimasto. Era necessario procedere a passo d'uomo e studiare bene le posizioni dei nemici, calcolare al millimetro la distanza tra voragini e pedane sospese, preparando attacchi adeguati ai mostruosi boss di fine livello. Qui non esistevano possibilità di salvare il gioco o di inserire la monetina usufruendo dell'opzione continua. Si ripartiva da capo, tra sudore freddo, senso d'impotenza e grugniti vari. Solo pochi eletti riuscivano a completarlo tutto d'un fiato, e altri s'inventavano sottolivelli segreti e altre bufale colossali (vere e proprie leggende metropolitane tipo quelle affibbiate alle canzoni dei Black Sabbath o quelle dove gli alligatori uscivano dai gabinetti). Io credo di non averlo mai finito, forse manco avevo la versione con tutti gli stage (dannate cassette da edicola!), però, come tutti i miei coetanei, ricorderò per sempre gli zombie e il cimitero con il gargoyle rosso a guardia della foresta.