Creare dei titoli su licenza basati sugli anime più in voga è ormai una prassi conosciuta, hanno iniziato Dragon Ball e Naruto, seguiti da One Piece e spianando la strada per i vari One Punch ManMy Hero AcademiaSaint Seiya e compagnia bella, chi più riuscito chi meno, tuttavia quasi nessuno ha tentato la strada della vera nostalgia anni '80 e se è comunque vero che i titoli dei Gundam al giorno d'oggi si sprecano e qualche opera dedicata a Kenshiro è stata sfornata nessuno aveva ancora provato ad omaggiare il vero rappresentate dei robottoni di quel tempo: Goldrake, l'eroe metallico creato dalla penna di Go Nagai non godeva ancora infatti di un gioco dedicato a lui e, forti di questa consapevolezza, i ragazzi di Microids ed Endroad hanno creato Il Banchetto dei Lupi, un'opera che punta a farci vivere l'ebrezza di comandare una delle icone di quel tempo che tra un'Alabarda Spaziale ed un Missile Perforante ha segnato moltissimo la storia, ma nel 2023 un titolo del genere ha effettivamente campo fertile o è solo una grossa operazione nostalgia? Ve lo raccontiamo nella nostra recensione
 
Goldrake non riesce a spiccare totalmente il volo in questa sua nuova forma

Dopo un breve tutorial ambientato in una sezione di gameplay inedita (del quale su richiesta del publisher non vi faremo spoiler per non rovinarvi la sorpresa) la trama si assesterà sui binari di quanto visto nella serie animata: il giovane Duke Fleed è arrivato sulla terra con lo pseudonimo di Actarus portando con sé il mitico robot Goldrake dopo essere scappato dall'invasione del suo pianeta delle truppe di Re Vega, tuttavia il malvagio sovrano non si è fermato lì e, poiché il suo pianeta d'origine sta esaurendo le risorse ed è ormai arrivato al limite, decide di inviare la sua flotta comandata dai generali Hydargos e Gandal ad invadere la Terra, poiché quello con la morfologia più simile; ovviamente il nostro eroe non se ne starà con le mani in mano e con l'aiuto del Dottor Procton (che lo ha accolto come suo figlio all'arrivo sulla Terra) e suo figlio Alcor si adopereranno per scacciare gli invasori e salvare il pianeta.
 
Gli sprite sono fedelissimi agli originali

Dal punto di vista del gameplay Il Banchetto dei Lupi possiede tre anime ben distinte, suddivise furbescamente tra le sezioni a comando di Goldrake e quelle a bordo dello Spacer ed il TFO, le prime costituiranno la parte predominante della produzione e saranno delle sezioni open-map dove completare semplici missioni secondarie (principalmente scorta di npc, recupero di componenti o eliminazione di specifici bersagli) mentre si cerca di raccogliere quanti più collezionabili possibili per potenziare il nostro robot e, una volta completato tutto il da farsi, dirigersi in una sezione "a corridoio" che ci porterà allo scontro con il boss di turno; le sezioni a bordo dello Spacer ricordano molto la serie After Burner, con una visuale posta sulla parte posteriore della navicella mentre sfrecceremo a grande velocità per gli scenari cercando di evitare tutti gli ostacoli ed eliminando le minacce che ci si pareranno davanti, infine, le sezioni a bordo del TFO di Alcor cambieranno la nostra visuale in una sorta di bullet hell con visuale dall'alto, nel quale dovremo evitare la miriade di proiettili fino ad arrivare alla meta, cercando al contempo di dare filo da torcere ai nostri avversari.

È indubbio che il fulcro dell'esperienza siano le sezioni dove si controlla Goldrake, il robottone si comporta esattamente come visto nella serie animata e se è vero che la combo base che avremo a disposizione non sarà niente di che è quando si metterà mano alle funzionalità aggiuntive che vedremo veramente l'anima di fedeltà del titolo: Alabarda Spaziale, Boomerang Elettronici, Disintegratori Paralleli, Raggio Antigravità, Maglio Perforante e Tuono Spaziale, all'appello non manca nessuno dei poteri del mitico robot e questi sono stati anche implementati in maniera intelligente, con i Disintegratori Paralleli che fungono da counter dopo una schivata, i Boomerang Elettronici come mossa distanza per abbattere i nemici volanti ed il Tuono Spaziale come scenografica ultimate una volta riempita l'apposita barra, inoltre sarà possibile potenziare tutte queste mosse tramite un semplice albero delle abilità che incoraggia la ricerca dei collezionabili per trovare tutti i materiali richiesti.
 
Le battaglie con i boss non sono troppo diverse da tutti gli altri scontri

Lo dobbiamo dire: dal punto di vista della fedeltà all'opera originale il titolo è fantastico, le transizioni tra le forme di Goldrake, le mosse finali contro i boss, gli sprite e le situazioni che ci troveremo davanti sono una celebrazione eccellente della serie, così come eccellente è anche il doppiaggio in italiano che si avvicina davvero tanto a quello originale e farà la gioia dei fan storici; tuttavia noi siamo in primis una redazione videoludica e purtroppo anche questo lo dobbiamo dire: il comparto tecnico e ludico del titolo è davvero pessimo, lo abbiamo testato nella sua versione Playstation 5 dove, al di fuori delle sezioni a corridoio, faceva veramente fatica a tenere i 60fps, cosa che per un titolo con una grafica del genere ed una mole poligonale davvero bassa (troppo bassa per gli standard next gen) dovrebbe essere una sciocchezza, se a ciò aggiungiamo il fatto che siamo incappati più e più volte in compenetrazioni poligonali o spostamenti di nemici in piani rialzati rispetto a noi semplicemente perché li avevamo colpiti, il 95% del titolo si riduce a "pesta i robot con le solite due combo", la varietà del roster nemico è davvero scarsa, i boss si affrontano come qualsiasi altro avversario comune e, pur cercando di collezionare tutto il possibile, il titolo dura a malapena 10 ore con un costo di 40€, non è veramente facile parlarne in maniera positiva.
 
 
Non giriamoci troppo attorno: Ufo Robot Goldrake - Il Banchetto dei Lupi non è un titolo per tutti ma bensì per un pubblico che ha sicuramente rinnovato la carta d'identità una o più volte, che fa della della fedeltà alla serie originale il suo punto di forza tentando di mascherare degli evidenti difetti che chi mastica giochi dallo stesso periodo in cui l'opera è uscita non perdonerà tanto facilmente, un tripudio di nostalgia a cui, tolta la maschera anni '80, resta uno scheletro senza neanche tutte le ossa.