Come sicuramente noto agli amanti del genere, il Giappone è un Paese estremamente prolifico nel campo dei giochi di ruolo, con una produzione che, sia a livello quantitativo, che a livello qualitativo, poco ha da invidiare ai prodotti occidentali. Come altrettanto noto, però, dei tanti titoli pubblicati nel Paese del Sol Levante solo una piccola parte giunge in occidente, e a questa 'triste' sorte non sono riusciti a sfuggire neanche gli ottimi giochi sviluppati dalla Nihon Falcom.
 

 
Quest'ultima, molto nota in Giappone per i suoi lavori (la Nihon è tra i pionieri degli action rpg e dell'uso della musica nei videogiochi) per lungo tempo ha goduto di scarsa notorietà in occidente (soprattutto in Europa), anche per la scelta di concentrare la sua attività di sviluppo nel settore dei videogiochi per pc, laddove le principali rivali, Square ed Enix, scelsero al contrario la strada delle console, ottenendo così un accesso più facile ai mercati dell'Europa e del Nord America. Solo in tempi più recenti anche la Nihon Falcom è riuscita ad acquisire spazio dalle nostre parti, grazie a due dei suoi titoli principali, The Legend of Heroes e, soprattutto, Ys, la serie più famosa della Nihon, e, cosa forse nota a pochi, la più grande saga rpg orientale dopo Final Fantasy.

Ys: Memories of Celceta, in particolare, è l'ultimo capitolo di questa lunga serie, avviata nel lontano 1987 su idea di Masaya Hashimoto e Tomoyoshi Miyazaki (i primi giochi sono stati recentemente pubblicati in versione remastered su Steam), ed è il primo a sbarcare sulla nuova console portatile della Sony, la PsVita. Pubblicato in Giappone il 27 settembre 2012, e arrivato in Italia a febbraio 2014, con una versione localizzata in inglese, grazie alla preziosa mediazione della Nis America e di Bandai Namco, Ys: Memories of Celceta rimpiazza nella cronologia ufficiale della saga Ys IV: Mask of the Sun e Ys IV: The Dawn of Ys (sviluppati nei primi anni '90 dalla Hudson Soft e dalla Tonkin House su licenza della Nihon), e rappresenta una nuova possibilità per i videogiocatori occidentali di entrare in contatto con il mondo di questa vasta serie tanto amata in Giappone.
 
La trama di Ys: Memories of Celceta si inserisce a livello temporale nella prima parte della serie, illustrando l’inizio della carriera di avventuriero e spadaccino dello storico protagonista Adol Christin. Il giocatore, in particolare, viene immediatamente calato nei panni del giovane Adol, che, stordito e spaesato, si trascina per le vie della città di Casnan senza una meta ben precisa. Accolto ed aiutato da una locandiera, Adol al suo risveglio scopre però di essere completamente privo di memoria, e solo grazie alle provvidenziali informazioni dell’amico Duren (che, per ironia della sorte, è proprio un 'venditore di informazioni'), comprende che la sua perdita di memoria è in qualche modo legata al viaggio intrapreso nella misteriosa foresta di Celceta.

Pur privo di ricordi, Adol non può rinunciare all’avventura e all'esplorazione e, cogliendo al volo la proposta del governatore di Casnan, decide quindi di tornare nella foresta di Celceta insieme al compagno Duren per realizzare una mappa del luogo e, soprattutto, cercare di ricostruire gli eventi passati e riacquisire così la memoria perduta. Come in ogni buon rpg che si rispetti, ben presto i due protagonisti si imbatteranno in altri misteri (legati in qualche modo alla perdita di memoria di Adol), incontrando nuovi personaggi, tra cui la bella ed impetuosa Karna.
 

Nel complesso la trama di Ys: Memories of Celceta risulta decisamente apprezzabile, anche se ben lontana dall’eccellenza. Vero punto di forza in tal senso sono i personaggi giocabili, con un Adol 'costruito' come fosse una sorta di foglio bianco atto a favorire l’immedesimazione del giocatore, contornato da protagonisti molto ben definiti e curati dal punto di vista caratteriale. Meno piacevole forse è il contesto in cui la trama si svolge, con un ruolo alquanto marginale di molti npc (ovvero dei personaggi non giocabili), missioni secondarie poco ispirate, e dialoghi che a volte risultano essere un po' troppo lunghi e noiosi - soprattutto quando non aggiungono nulla alla trama-, anche se spesso offrono una possibilità di interazione, consentendo di scegliere la frase da far pronunciare al protagonista (possibilità che in realtà sembra quasi essere più di facciata che di sostanza).
 

Se dal punto di vista della trama, quindi, Ys: Memories of Celceta non eccelle, altrettanto non può dirsi per la parte più strettamente connessa al gameplay, dove il gioco raggiunge quelle che senza dubbio alcuno sono delle vere e proprie punte di eccellenza. In particolare, il primo elemento in cui il giocatore si imbatte è lo straordinario sistema di combattimento che, ben distante dall’ormai poco utilizzato sistema a turni, risulta incredibilmente coinvolgente grazie al ritmo frenetico delle battaglie. Quest’ultime avvengono in tempo reale e senza il classico sistema di ‘incontri’ (e dei relativi caricamenti) proprio dei jrpg, con una struttura quindi che, pur ricordando molto gli rpg occidentali, si caratterizza per l’impronta action data dalla Nihon Falcom. Le battaglie, infatti, sono estremamente dinamiche e notevole è l’assonanza con gli hack'n'slash, anche se il battle system, curato in ogni suo particolare, lungi dal consistere in una mera pressione a ripetizione dello stesso tasto, ben presto mostra la profondità che lo caratterizza.
 

 
Accanto al canonico attacco standard (che può essere concatenato in combo), si affiancano le skill dei personaggi (colpi che, consumando skill point, causano effetti particolari come la paralisi del nemico), e alcuni colpi speciali in grado di arrecare, peraltro in modo decisamente spettacolare, danni molto elevati ai nemici circostanti. A completare il quadro, la possibilità, e spesso la necessità, di utilizzare la parata (la Flash Guard consente di annullare completamente il danno subito e trasformare per un breve periodo tutti gli attacchi in colpi critici) e, soprattutto, la schivata, la quale, se fatta con il giusto timing (ovvero al momento dell’attacco nemico), oltre ad evitare il danno consentirà di accedere ad una modalità (Flash Move) in cui l'avversario indifeso potrà essere colpito senza pietà, causando il doppio dei danni. In virtù di questi elementi i combattimenti, pur se frenetici, assumono quindi una dimensione più ragionata, e, soprattutto nei boss fight, ove spesso sono presenti meccaniche particolari, è quanto mai necessario agire con furbizia, studiando le mosse dell'avversario per evitare gli attacchi più potenti e passare all'offensiva quando si presentano le condizioni più favorevoli.

Connessa al sistema di combattimento è anche la gestione del party. Il giocatore, infatti, pur potendo controllare un solo personaggio, sarà coadivuto sul campo da due alleati (controllati dall'IA in modo più che discreto), che andranno scelti tra i protagonisti a disposizione, tenendo conto sia delle loro caratteristiche (ogni personaggio ha determinate abilità, punti di forza, e debolezze), sia del bonus che essi conferiranno al gruppo. Non solo, la forte dinamicità del battle system è poi accentuata dalla possibilità di cambiare al volo, premendo semplicemente il tasto cerchio, il personaggio controllato (tra i quelli inseriti all'interno del gruppo), in modo così da poter sfruttare al massimo le peculiarità dei singoli personaggi per avvantaggiarsi dei punti deboli dei vari nemici (usando il touchscreen è possibile accedere ad una scheda che illustra le caratteristiche del nemico selezionato).

Decisamente apprezzabile, poi, è il modello di gestione dell'equip, che, oltre alla presenza degli artefatti (item che sbloccano abilità particolari del gruppo, come ad esempio il nuoto sott'acqua), prevede un sistema di modifica delle armi e delle armature (cui possono essere conferiti particoli bonus), e la possibilità di creare ex novo degli oggetti.
 

 
Parte intengrante del gameplay, infine, è anche la componente esplorativa che, come si può capire dallo stesso incipit della trama, riveste un'importanza primaria. Il giocatore, infatti, esplorando la mappa non solo potrà ottenere interessanti ricompense, ma, soprattutto, potrà scoprire luoghi ove, grazie ad alcuni flashback, Adol sarà in grado di riacquisire parte dei ricordi perduti (con annesso boost alle statistiche). L'ampia mappa, divisa in più sottozone collegate tra di loro, rende tale attività particolarmente piacevole, e se i percorsi in effetti tendono ad essere abbastanza guidati, la notevole dimensione degli spazi e le diverse ambientazioni presenti riescono comunque a trasmettere in pieno quel senso di avventura tipico della serie.

Dal punto di vista dei comandi, il gioco sfrutta abbastanza bene le possibilità offerte dalla PsVita, sia con il touchscreen anteriore, che, come detto, consente ad esempio di visualizzare una scheda tecnica dei nemici, sia con il touch posteriore, che può essere utilizzato per impostare il comportamento del gruppo. Menzione d'onore va poi alla stupenda interfaccia, che, oltre ad integrarsi perfettamente con il touch capacitivo della PsVita, è strutturata in modo da agevolare al massimo l'accessibilità dei vari menù.
 

Per quanto riguarda invece il lato tecnico, Ys: Memories of Celceta è ben distante dai limiti che l'hardware della PsVita potrebbe raggiungere, presentando una grafica non proprio al passo con i tempi. Nel complesso, però, il gioco è visivamente piacevole, anche grazie alla tonalità di colori utilizzate, che, complici le dimensioni dello schermo della console, attenuano notevolmente i limiti del motore grafico (che peraltro, anche se molto raramente, ha avuto dei leggeri cali di frame). In tal senso, a colmare ulteriormente le carenze tecniche concorrono anche le scene animate che si intervallano nel corso della narrazione e i modelli bidimensionali, peraltro di ottima fattura, con cui i personaggi vengono rappresentati nei vari dialoghi.
 

 
Quel che il gioco perde dal punto di vista della grafica viene però ampiamente riguadagnato grazie alla stupenda colonna sonora che accompagna il giocatore durante tutto il gioco, con musiche piacevoli e calibrate con sapienza in funzione dell'ambientazione. La Nihon Falcom d'altronde è stata la prima software house a munirsi di un'orchestra formata da musiciti professionisti, dedicata esclusivamente alla realizzazione di colonne sonore per i videogiochi (la Falcom Sound Team JDK), e non a caso le soundtracks della serie Ys sono molto amate in Giappone, tanto da poter competere con quelle realizzate dalla Square Enix per Final Fantasy. Meno brillante è invece il doppiaggio, la Falcom, infatti, anziché dar voce a tutti i personaggi si è limitata a far doppiare solo alcune frasi, se non addirittura singole espressioni, e se ciò è un passo in avanti rispetto ai vecchi giochi privi di voci, resta comunque il rammarico legato all'assenza di un doppiaggio completo, visto che lo stesso avrebbe sicuramente aumentato la qualità del gioco.
 
Ys: Memories of Celceta è in conclusione un ottimo gioco e un vero e proprio must per gli amanti degli rpg, giacché consente di avvicinarsi alla magnifica saga ideata dalla Nihon Falcom. Pur non eccellendo nel comparto grafico, grazie a personaggi ben caratterizzati, ad uno straordinario e mai noioso sistema di combattimento, ad una superba colonna sonora, e ad un'ottima longevità (la durata complessiva si aggira sulle 30 ore), Ys: Memories of Celceta può essere considerato senza ombra di dubbio uno dei migliori titoli usciti per PsVita, e, perché no, potrebbe anche valere da solo l'acquisto della portatile di casa Sony.