Nel mondo dei videogiochi sono ben poche le serie che possono dire di aver fatto loro un intero genere, divenendone quasi un sinonimo, e quella di Disgaea è certamente fra queste. Concepito nel 2003 per PlayStation 2 dagli allora sconosciuti Nippon Ichi Software, Makai Senki Disugaia sembrava uno dei tanti prodotti di nicchia destinato a quei pochi giapponesi che ne capissero vagamente le meccaniche, eppure qualcuno in Atlus USA ebbe l’illuminazione intravedendone le potenzialità commerciali di questo gioco così assurdo, anche per l’occidente. Per l’approdo negli Stati Uniti fu confezionato un trailer che apriva con la frase “Strategy RPGs, are about to get a serious kick In the ass”, un capolavoro di presentazione che ben illustrò la filosofia di gioco Disgaea: Hour of Darkness, al ritmo della potente Invasion from Within del gruppo metal Tsunami Bomb. Il gioco negli states fu un inaspettato successo di critica e di pubblico, al punto da convincere la Koei a portarlo in Europa, continente al quale qualche anno addietro fu precluso quello che era considerato il gioco simbolo del genere e portatore di un nome ben più altisonante, ossia Final Fantasy Tactics.

Da allora ne sono passate di battaglie ai limiti dell’impossibile, di personaggi reincarnati, di assurdi tower attack e di esplorazioni nell’immenso Item World: tre sequel, altrettanti remake per le console portatili, spin-off e giochi affini, anime e manga, coltivando una fanbase che magari numericamente non garantisce numeri da best sellers, ma che in quanto a fedeltà e costanza ha ben poco da invidiare a quella di altre saghe più o meno note che non di rado attraversano momenti di stanca creativa e di disaffezione, del tutto avulsi invece da una serie come Disgaea che al contrario, a 12 anni dalla sua nascita fa registrare una stabilità invidiabile. La profondità del suo gameplay abbinata ad una narrazione curata e dall’alto tasso di umorismo sono sicuramente tra i segreti del suo successo, ma giunta al suo quinto capitolo e al debutto su PlayStation 4 può la saga Nippon Ichi stupire ancora con la sua vena creativa, oppure Alliance of Vengeance sarà ricordato come il Disgaea del già visto? Proviamo a scoprirlo.


Trama e personaggi

 

L’incipt narrativo di Disgaea 5 non sembra sulle prime discostarsi di molto da quanto visto in precedenza, c’è un Tiranno che mette a ferro e fuoco i vari Netherworld e voi ne rappresentate la ribellione. Laddove però nei precedenti Disgaea si assisteva a personaggi principali mossi dalle motivazioni più variegate, in Alliance of Vengeance questi sono accomunati e uniti da un unico, chiaro sentimento: la vendetta. La particolarità di questo nuovo party è infatti quella di essere formata da Overlord decaduti a cui è stato tolto qualcosa, con il tiranno distruttore di Netherworld Void Dark quale inequivocabile artefice, insieme alla sua potente armata denominata “Lost”.

A dispetto però di una matrice narrativa semplice, sono come al solito i personaggi e le rispettive sfumature a rendere Disgaea sempre avvincente e mai banale, la cui caratterizzazione è esaltata da una sceneggiatura sempre attenta a svelare e ad unire con perizia tutti i suoi tasselli.
Il protagonista Killia è già di suo una novità per la saga, ben distante dall’egocentrismo di Laharl o Mao, più simile in un certo senso a Valvatorez ma privo di quell’aura da sfigato che circondava il protagonista di Disgaea 4, essendo Killia un vero eroe tragico in tutta la sua cupezza. Ciò che però spesso accomuna i personaggi principali di Disgaea, demoni senza scrupoli o semplicemente stupidi, è il loro percorso interiore verso una sorta di umanizzazione, e Killia dal canto suo non fa eccezione, con la differenza che tale processo l’ha in un certo senso già compiuto in passato, seppur non del tutto, come scopriremo con le immancabili sequenze di flashback.
 
                         
Altrettanto riusciti gli alleati che si uniranno alla lotta di Killia, a partire da Red Magnus, il muscoloso Overlord di fuoco la cui infinita idiozia strapperà più di un sorriso e che spesso lo vediamo battibeccare con Seraphina, avvenente principessa del Gorgeus Netheworld che invece non si fa problemi ad ammettere apertamente la sua infatuazione per l’affascinante Killia. Difficile non provare poi tenerezza per Usalia, giovane erede al trono del Toto Bunny Netherworld costretta ad assistere alla distruzione della sua famiglia, e condannata ad una maledizione che la porta ad entrare in modalità Berserk nel momento in cui nella sua dieta viene a mancare del buon curry. Il misterioso stratega Christo e il vivace Zeroken completano un team che in quanto a carisma non è azzardato definire il migliore dai tempi dell’irriducibile “trio” del primo capitolo, con ognuno dei suoi membri trattato e approfondito nel modo e nei tempi giusti.
Manca forse una figura del calibro di Dark Adonis, Big Star e Axel, sono presenti in Disgaea 5 dei nemici ricorrenti (come l’odiosa Majorita), ma senza raggiungere i livelli dei succitati, che ad ogni incontro/scontro rendevano le situazioni sempre più ridicole e generavano dialoghi deliranti impressi giustamente nella memoria dei fan. Non mancano comunque gli immancabili sketch di anticipazione tra un capitolo all’altro (del tutto inventati e che non anticipano un bel niente), divenuti tra i marchi di fabbrica della serie, e ad essi si aggiungono delle scenette facoltative da leggere (i cosiddetti “skit”) del tutto simili a quelli visti nei vari Tales of, che hanno il duplice scopo di divertire il giocatore e approfondire i personaggi.


Gameplay

 

Anche in termini di struttura di gioco, il nuovo Disgaea apparirà immediatamente familiare a coloro che hanno già posato le mani su altri titoli della saga, ma pure in questo caso siamo dinnanzi ad una sensazione a scadenza. Non passeranno infatti molte ore prima che il gioco non inizi ad inondare il giocatore con tutta una serie di novità, a getto continuo, rischiando di confonderlo con una crivellata di informazioni di non immediata assimilazione, in particolare nei confronti del neofita o colui che per qualche motivo ha saltato i capitoli più recenti.

Il Pocket Netherworld è la vostra base operativa, che aggiungerà sempre più funzioni, ognuna delle quali accessibile parlando ad un personaggio, atte al potenziamento e all’ampliamento stesso della vostra armata. Ai classici servizi presenti fin dal primo capitolo come l’ospedale, i negozi di armi e oggetti, la Dark Assembly e l’ingresso per l’infinito Item World (ma a loro volta con sostanziali modifiche e novità), se ne sono aggiunti molti altri nel corso dei capitoli e anche questo Disgaea 5 ha chiaramente voluto metterci del suo, in maniera massiccia.
A partire dalle subquest, poco più che lavoretti ben noti ai  fruitori di rpg (del tipo uccidi determinati nemici o porta questo o quest’altro oggetto) inseriti per la prima volta nella saga e che, se portati a compimento, garantiscono non solo ricompense ma sono anche essenziali per lo sblocco di nuove classi e nuovi mostri, per esempio portare al Rank 2 il fighter vi permetterà di creare l’arciere, mentre se volete un wrestler vi servirà un armor knight di rango 2, e via dicendo.
La creazione ex novo non è però l’unico modo per ampliare il proprio schieramento, è possibile infatti catturare i nemici in battaglia (oppure sono loro stessi ad arrendersi) e a quel punto entra in funzione la sala dell’interrogatorio, necessaria a far cedere i propri prigionieri che possono unirsi come alleati, essere assorbiti in cambio di mana, o semplicemente liberati.
 
                            
Un'altra novità che andremo presto a conoscere è certamente quella degli Squad, ossia la formazione di squadre comandate da un leader con i membri che avranno determinati benefici in battaglia (come condividere mana ed esperienza) e all’occorrenza permettere l’esecuzione degli Squad Attack, versione potenziata dei Team Attack che possono arrivare ad avere effetti devastanti. Tramite Squad è anche possibile scegliere un cuoco da ripiegare nella preparazione di Curry tanto amati da Usalia, che avranno diversi benefici in battaglia.
Chi ha giocato i precedenti Disgaea avrà certamente avuto a che fare con gli innocent, esseri che si incontravano all’interno degli oggetti tramite l’Item World e che conferivano ad essi determinati parametri; Disgaea 5 ne amplia il ruolo grazie all’Innocent Shop che funge in pratica da “farm” per gli Innocent, i quali possono essere trasferiti da un oggetto all’altro, farli unire tra loro e generare di conseguenza nuovi potenti Innocent per il nostro armamento.

Il Character World si differenzia del tutto dall’omonimo intravisto in Disgaea 4 (formato sostanzialmente da random dungeon, non molto diverso dall’Item World), che si ispirava a sua volta al Class World di Disgaea 3. Il Character World di Disgaea 5 è una sorta di divertente gioco dell’oca, in cui il personaggio scelto si muove su delle caselle a seguito del lancio di un dado virtuale, scopo del mini-game è arrivare al traguardo superando ostacoli, sconfiggendo nemici (sempre con numeri tirati a sorte, un po’ come nei giochi di ruolo da tavolo), e possibilmente raccogliendo le varie ricompense che si trovano lungo il tragitto. Sono presenti all’appello specifici oggetti che facilitano il proseguimento e la sopravvivenza nel Character World, contraddistinti da un simbolo raffigurante un dado, al raggiungimento del traguardo sarà possibile aumentare determinati parametri del personaggio in base alla difficoltà selezionata.
 
                          
Se quello di far “marcire” le seconde o terze linee non utilizzate in battaglia (che si generano inevitabilmente con l’aumentare della popolazione della base)  è uno dei vostri timori, allora il Nether Research potrebbe essere un piacevole diversivo per questa situazione. Questa ulteriore nuova funzione permette di spedire delle squadre di ricerca nei vari Netherworld conosciuti, mentre il giocatore fa altro, grazie a ciò si possono racimolare tesori e volendo anche nuove locazioni, con in più un guadagno di esperienza per quei personaggi che utilizziamo di meno, a patto che siano all’altezza e non cadano in battaglia durante queste esplorazioni. Da Disgaea 4 torna l’apprezzato Map Editor, che come si evince dal nome permette di creare degli stage e condividerli con la community online, mentre fa il suo debutto in questo episodio il Nether Editor che invece si basa sulla personalizzazione della propria base sia negli interni (mobilio, posizionamento dei personaggi, addobbi vari) che esteriormente. Nelle fasi più avanzate il vostro Netherworld potrà venire in vostro soccorso durante le esplorazioni dell'Item World e distruggerne altri. Insomma di carne al fuoco in Disgaea 5 ce n’è davvero tanta, ed è necessario molto tempo per districarsi nel sistema di gestioni e padroneggiare la  profondità dell’intero apparato di sviluppo del titolo NIS.

Per quanto concerne invece il vero campo di battaglia, qui l’ossatura di gioco è rimasta pressoché quella classica della serie, composta dalle classiche mappe a griglie, dislivelli, Geo Panel. Disgaea 5 rispetto al predecessore introduce comunque delle nuove meccaniche anche nel battle system, chi ha giocato a Disgaea D2 sa per esempio che ora è possibile lanciare i personaggi anche diagonalmente, e non solo in linea retta come accadeva in precedenza. Degli Squad Attack ne abbiamo già parlato, l’altra interessante novità è data dal Revenge Mode, che si attiva sui personaggi quando gli alleati subiscono attacchi o vengono sconfitti.  Il Revenge Mode oltre ad aumentare temporaneamente i parametri, permette di effettuare le Overlord Skill, le tecniche specifiche degli Overlord, alcune delle quali si sbloccano o si potenziano dopo determinati eventi della storia. Occhio però che anche i nemici e soprattutto i potenti boss possono usufruire del Revenge Mode!


Grafica e Audio

 

La serie di Disgaea ha un curioso rapporto con quello che è il suo aspetto grafico e il modo in cui esso viene esaminato. Quando uscì il primo capitolo le riviste specializzate elencavano tra i difetti “ha una grafica da PS1”, nel momento in cui la saga NIS ha debuttato con Absence of Justice nella generazione successiva non fu raro imbattersi in vari “ha una grafica da PS2”. Oggi è buffo notare il ripetersi della storia ed è già possibile scorgere “graficamente è un gioco PS3” in questo o quell’altro sito del settore: ma Disgaea è davvero sempre una generazione di ritardo rispetto al resto? Ma soprattutto cosa è “il resto” e quale può essere oggi una idea o un parametro di “grafica da PS4” applicata al genere dei T-rpg? Va innanzitutto scissa la grafica intesa come una questione di potenza di calcolo, e una grafica intesa invece come resa estetica e artistica.
Nel primo caso è chiaro che quello dei giochi di ruolo tattici, con la loro visuale dall’alto e a scacchiera, non sia proprio il genere che più sforza un hardware, è nella sua stessa natura; va comunque sottolineato che grazie all’impiego di una maggior potenza di calcolo della CPU rispetto alla PS3, in Disgaea 5 è ora possibile raggiungere il traguardo dei 100 personaggi su un’unica mappa, tra nemici e alleati, rendendo alcune battaglie nelle fasi avanzate qualcosa di monumentale, quindi anche dire che Disgaea 5 sarebbe potuto girare benissimo su una PS3 senza perdere nulla, è di per sé un errore tecnico.
 
                                 
Per quanto riguarda invece estetica e design siamo in questo caso dinnanzi al miglior Disgaea di sempre, già a partire dal Pocket Netherworld con la sua atmosfera violacea da night club passando per i vari menu vi accorgerete di come il gioco sfoggi dei colori accesi e sgargianti, rendendo tutto molto piacevole alla vista. L’artista storico della serie Takehito Harada ha anche stavolta azzeccato un character design tanto semplice quanto accattivante, capace di valorizzare ogni personaggio e le sue sfumature caratteriali, e lo stesso possiamo dire delle nuove musiche di Tempei Sato, che pur non raggiungendo alcuni apici del passato ha comunque confezionato una OST di buon prestigio, mantenendo sempre il suo ormai inconfondibile stile. Nulla da dire sul doppiaggio giapponese, di qualità eccellente e chiaramente da preferire a quello in lingua inglese. Una tirata d’orecchio la meritano giusto le animazioni degli sprites,  le quali non si discostano molto da quanto visto in Disgaea 4 sia come qualità che come varietà data ad ogni singolo personaggio.
Un bel passo avanti è dato invece dal map design, uno degli aspetti forse più deboli del pur pregevole precedente capitolo, che presentava per buona parte del gioco mappe poco varie e ispirate, virando forse un po’ troppo spesso sul lato puzzle dato dai Geo Block (qui ridotti); in Disgaea 5 queste si dimostrano molto più curate, sia esteticamente che come pura progettazione, ogni Netherworld che visitiamo durante la storia ha infatti le sue precise caratteristiche e scelte cromatiche, donando loro le giuste peculiarità.
 
                  

Conclusioni

Disgaea debutta su PlayStation 4 con il piede giusto confezionando un sequel che fa ciò che un buon sequel dovrebbe fare, rifinendo la struttura di gioco senza stravolgere gli stilemi cari ai fan e ampliando allo stesso tempo l’offerta ludica e la profondità della saga, già di per sé quasi proverbiale per immensità. Disgaea 5 non si preoccupa di spaventare eventuali curiosi con la sua mole di contenuti ma anzi galvanizza ulteriormente il giocatore navigato, che sa di dover evitare di prendere troppi impegni nei prossimi mesi, se il suo scopo è scavare a fondo Alliance of Vengeance. Dal canto suo l’ultima uscita NIS non è solo gestione, statistiche e boss segreti da un biliardo di HP da buttare giù ma anche una piacevolissima storia, ben fruibile in tempi umani anche da coloro che non hanno tra i propri programmi quello di passare centinaia di ore su un unico gioco.