Project Cars ha avuto uno sviluppo particolare, il team inglese Slightly Mad Studios infatti ha deciso di affidarsi ai fan piuttosto che a qualche publisher per finanziare lo sviluppo del nuovo titolo uscito su PC, Xbox One e PlayStation 4. Invece di ricorrere però alle note piattaforme di crowfounding, come Kickstarter o Indiegogo, il team ha deciso di creare un servizio autonomo chiamato World of Mass Development, qui gli utenti potevano comprare dei pacchetti con cui essere coinvolti a vari livelli nello sviluppo del gioco, inoltre i finanziatori hanno avuto la possibilità di ottenere dei guadagni una volta entrato in commercio.
 


Questo preambolo è fondamentale per capire la diversità che c’è tra Project Cars e tutti gli altri racing game in commercio, la stretta collaborazione ha infatti portato Slightly Mad Studios a realizzare un gioco di corse simulativo, non estremo ma comunque tra i migliori in circolazione da questo punto di vista, fatto quasi su misura per ogni singolo giocatore. I parametri configurabili dall’utente sono tantissimi. Oltre alla classica messa a punto dell’auto, con molte più opzioni di quanto si trovi normalmente su console, avremo la possibilità di settare il pad fin nei minimi particolari, la grafica con vari effetti attivabili o meno e le visuali regolabili in molti parametri. Alla fine si può spendere anche diverso tempo per configurare il gioco (in parte anche a causa della lentezza di salvataggio prima di uscire dai menù), questo però ci porterà ad avere un prodotto che da questo punto di vista sarà unico e solo nostro o quasi.

Alla base di Project Cars c’è il Madness Engine, motore che deriva dai precedenti titoli di Slightly Mad Studios, il tutto è stato però aggiornato agli standard più recenti disponibili lo scorso anno. Grazie alla maggiore potenza dei pc moderni e delle attuali console, è stato possibile alzare l’asticella per quanto riguarda il comparto grafico, ci troviamo davanti ad un eccellente lavoro a livello statico ed un po’ meno, in alcuni frangenti, a livello dinamico. Le piste, 35 scenari per un totale di più di 100 configurazioni varie, sono tutte realizzate in maniera egregia, nel caso di quelle realmente esistenti (come Monza o Spa Francorchamps tanto per citarne un paio tra le più famose) è stata poi usata la tecnica del laser scan che ha permesso di mapparle e poi ricrearle in versione virtuale con un’accuratezza eccezionale. Anche le auto, passate da circa 70 a 125, sono riprodotte in maniera ottima come si può ammirabile con le varie visuali presenti compresa la classica che ne mostra gli interni ben ricreati.
 


Menzione speciale merita però la gestione climatica ed oraria messa in piedi, durante le nostre scorribande in pista infatti avremo modo di assistere sia ad un ciclo giorno/notte (configurabile anche con velocità fino a 60 volte superiore alla realtà) che ad un alternarsi di condizioni climatiche che vanno dal sole al diluvio passando per tutte le varie sfumature presenti nel mezzo e la nebbia. Il clima poi non è un accessorio visivo e basta, potremo per esempio partire con una gara asciutta, andando avanti ritrovarci in mezzo ad un temporale per poi finire con una pioggia meno battente, o di nuovo il sole, e pozzanghere in mezzo al tracciato, questo quindi ci costringerà ad adeguare il nostro stile di guida più volte nell’arco di una gara (in caso di partite personalizzate potremo dividerla in un massimo di 4 settori climatici) ma anche di dover cambiare la strategia entrando ai box.
Purtroppo il comparto visivo, per quanto di alto livello, presenta anche quello che è il difetto principale di Project Cars. In un racing game la cosa più importante è sicuramente la fluidità, un titolo che presenta cali di frame rate rischia di minare la giocabilità e quindi il divertimento. Nel nostro caso la prova è avvenuta con la versione Xbox One, la meno riuscita delle 3 disponibili nonostante le tante patch uscite che hanno migliorato la situazione, e ci siamo trovati davanti a vari episodi di instabilità anche, alle volte, un po’ inspiegabili perchè non in presenza di una gran mole di calcoli per la macchina. Questi cali fortunatamente non sono la norma, la maggior parte del tempo il titolo risulta fluido ma quando capitano possono arrivare ad essere anche abbastanza pesanti da rendere difficoltoso il gioco per quel secondo o due in cui si manifestano.



Finora abbiamo speso tante parole per gli aspetti tecnici, com’è però questo Project Cars? Il cuore di tutto è la modalità carriera, Slightly Mad Studio l’ha strutturata in maniera atipica rispetto ai soliti giochi. Potremmo quasi definirla l’applicazione del concetto sandbox ad un racing game, avremo infatti la massima libertà d’azione potendo decidere noi da dove iniziare la nostra avventura. Non dovremo per forza partire con auto piccole e poco potenti tra le poche disponibili, chi vorrà potrà direttamente iniziare con i bolidi di Formula 1, chiamati Formula A per mancanza delle licenze, oppure i prototipi LMP1. Questa libertà è possibile anche grazie all’assenza di vincoli sull’acquisto dei mezzi, gareggiando non vinceremo soldi con cui poter comprare mezzi nuovi ma saranno tutti disponibili da subito.
La struttura scelta da Slightly Mad Studios però non preclude l’esistenza di una progressione. La carriera infatti è strutturata in stagioni durante le quali correremo nel campionato scelto ma, tramite inviti che riceveremo in base ai nostri risultati, potremo anche partecipare a gare di categorie differenti ed a fine anno avremo modo di decidere se continuare a gareggiare con lo stesso mezzo oppure accettare nuovi contratti in classi diverse. A dare un po’ di movimento in più al tutto ci pensano alcuni obiettivi interni al gioco, ci sono 3 sfide principali che riguardano la scalata dai kart alla classe LMP1 entro 10 stagioni, la vincita di un titolo specifico per 3 anni consecutivi oppure laurearsi campioni di categoria in almeno 3 campionati differenti. A questi si affianca una hall of fame ed una serie di oltre 100 premi da vincere.
La nostra carriera non sarà però isolata ma all’interno di un mondo costituito dai vari campionati che procedono in parallelo, ad aiutarci ad immedesimarci ci sono il sim racer, un’area del menù con le notizie, e la fan chat dove potremo ricevere messaggi dai nostri fan virtuali, il tutto affiancato dalla possibilità di vedere risultati e classifiche di tutti i campionati presenti.
 


Finalmente è arrivato il momento di affrontare la pista. Il motore fisico del Madness Engine mantiene le promesse e restituisce quindi un comportamento che risulta molto credibile. Riuscire a sfruttare per bene le varie auto non sarà una passeggiata, avrete bisogno di macinare tanti km per capire bene come portarle al limite e potrà essere necessaria l’attivazione di qualche aiuto anche se siete abituati a giocare senza l’elettronica. Se amate il genere, questa difficoltà, che comunque non è mai frustrante, non farà altro che spingervi a migliorarvi fino a quando sarete in grado di padroneggiare il mezzo e togliervi molte soddisfazioni in gara. La differenza tra i vari mezzi è abbastanza netta, alcuni più semplici da padroneggiare ed altri meno, questa differenza unità al proprio stile di guida renderà alcune auto un puro divertimento come nel caso dei go kart. Nota negativa per questo comparto riguarda gli scontri. Non sempre i contatti con gli avversari ma soprattutto con lo scenario sono ben ricreati, vi può capitare per esempio di andare a toccare contro delle barriere lungo la pista e vedere il mezzo che invece di tornare verso la pista, come state cercando di fare con il controller, tenderà ad attaccarci sempre più. Anche i danni, se attivati, non sempre sono realistici, a seconda del mezzo che si sta usando l’accuratezza varia.
Sull’intelligenza artificiale è stato svolto un buon lavoro. Anche senza settare al massimo la difficoltà, avrete comunque un buon livello di sfida e dovrete sudarvi i soprassi. Gli avversari non corrono su binari ma l’ia simula bene dei giocatori umani, vedremo quindi incidenti di gara dovuti ad azzardi, macchine che cambiano traiettoria per evitare il contatto ed altre che invece entrano dure in curva facendosi spazio a suon di sportellate.



Ad affiancare la modalità carriera, che dispone di più slot di salvataggio per giocarne più di una in parallelo, troviamo sia gare in singolo che l’online. Nel primo caso possiamo decidere tra una sessione di prove libere, la creazione di un week end di gara e delle prove a tempo, nei primi 2 casi possiamo decidere qualsiasi cosa come il meteo (diviso in massimo 4 spezzoni così da saggiare magari una partenza con l’asciutto e poi un diluvio a metà gara), la presenza o meno delle sessioni di prove e qualifiche, il numero di avversari, il momento della giornata e la velocità di scorrimento del tempo.
L’online invece è strutturato in maniera abbastanza classica, avremo modo di correre in massimo 16 giocatori. In caso di creazione della partita, potremo applicare tutte le impostazioni climatiche e temporali delle modalità in singolo, forzare i giocatori ad usare alcune impostazioni (come il cambio o una visuale), regolare o meno danni e consumo carburante e pneumatici oltre alle bandiere e le penalità. Il tutto durante le nostre prove a funzionato in maniera buona anche se non si trovano purtroppo molte partite.

In precedenza abbiamo segnalato come il frame rate sia il problema principale del gioco, purtroppo però non è l’unico. Durante la nostra esperienza di gioco abbiamo riscontrato principalmente altri 2 problemi, il primo riguardava la disconnessione, sporadica, del pad che mandava in pausa il gioco dopo qualche istante ma con ormai la partita compromessa se vi trovavate in prossimità di qualche curva. Altro problema ha riguardato i caricamenti, già di loro sono lenti ma, ogni tanto, è capitato che il gioco rimanesse fermo sulla schermata di attesa e non si muovesse, in questi casi ci si accorge che qualcosa è andata storta anche per l’assenza di qualsiasi audio.


 
Project Cars è un titolo che dimostra la passione dei ragazzi di Slightly Mad Studios per i racing game. Anche grazie all’aiuto della community, ci troviamo davanti ad un gioco ben strutturato, ricco di chicche grafiche (come la riproduzione della pioggia che si muove sul vetro al variare della velocità) ed un comparto audio di primo livello.
Purtroppo però non tutto il lavoro è stato fatto alla stessa maniera, il motore grafico soffre di alcune incertezze che non si possono ignorare, questo mina in parte il grande divertimento che riesce a regalare e ne limita quindi il voto. Senza i fastidiosi rallentamenti ci saremmo trovati davanti ad un capolavoro ed il voto sarebbe stato più alto.