Durante la scorsa generazione di console si è vista l’epoca d’oro degli fps: ne sono usciti una quantità esorbitante e, anche quando erano di pessima fattura, ottenevano una visibilità e delle vendite piuttosto buone. Questa generazione ormai è iniziata da un po’ e guardando cosa offrono le software house maggiori si potrebbe dire che, se la settima è stata la Generazione-Fps, questa ha buone possibilità di diventare la Generazione-Open World.
 
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No Man’s Sky è l’ambizioso progetto portato a termine dal piccolo studio Hello Games che si presenta, con i suoi 18 TRILIONI di pianeti, come l’open world più grande di sempre. Che questo sia il periodo giusto per proporre un’idea del genere, non ci piove, ma varrà davvero la pena imbarcarsi in un’avventura così vasta?
 
La bellezza di 18.446.744.073.709.551.616 pianeti in un unico gioco

Un solitario viaggiatore si ritrova su un mondo sconosciuto con la navicella distrutta. Dopo aver esplorato il pianeta per recuperare le risorse che gli servivano, ripara il suo mezzo e parte verso il centro della galassia o chissà per quale altre zone inesplorate…

No Man’s Sky non coinvolgerà il giocatore con mastodontiche cutscene, contornate da animazioni e doppiaggi degni di un film hollywoodiano, né tantomeno con battaglie, nemici o arzigogolati intrighi e cospirazioni. Il fascino di questo solitario viaggio spaziale risiede per lo più nella semplice curiosità di chi decide di intraprenderlo: sebbene la meta sia la stessa per tutti, i pianeti e gli eventi a cui si andrà in contro saranno (molto probabilmente, viste le innumerevoli variabili) diversi per tutti.
 
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Un pianeta inesplorato (o già scoperto da un altro giocatore) non sarà mai vuoto, se anche dovesse essere privo di flora, fauna o qualsivoglia forma di vita, potrà comunque offrire risorse rare, panorami mozzafiato, rovine storiche di una qualche razza, avamposti di strambi alieni o caduti in disuso da chissà quanti anni.

Ogni angolo di ogni pianeta potrebbe nascondere un nuovo tesoro e più si avanza più si scopre; il numero di oggetti da raccogliere è immenso e ognuno di essi tornerà utile al giocatore, nell’immediato o nel prossimo futuro. Che sia la planimetria di una nuova arma, di un potenziamento per il telaio della nave, la traduzione di una parola di una lingua sconosciuta, una risorsa rara, parte della storia di una qualche razza aliena, il dolce preferito della stessa o chissà cos’ altro poco importa, nulla darà mai la sensazione di essere inutile, anzi, più l’oggetto sarà strambo maggiore sarà l’interesse.
 
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Durante il ‘pellegrinaggio’ al centro della galassia ci si imbatterà in tutta una serie di eventi, ma nonostante la loro evidente natura casuale, risulteranno sufficientemente vari (sebbene molti condividano un “inizio” simile), sorprendentemente contestualizzati e spesso piuttosto intriganti. Come accennato in precedenza, viaggiando fra i pianeti si troveranno degli avamposti alieni e questi, alcune volte, nasconderanno al loro interno degli enigmi risolvibili grazie alle conoscenze acquisite e alla propria arguzia, questo perché le problematiche saranno spiegate in lingue aliene (di cui il giocatore, soprattutto all’inizio, riuscirà a capire giusto una o due parole) e spesso e volentieri saranno collegate ai bisogni specifici della razza/lavoro che svolge l’essere/peculiarità del pianeta.

Altre volte invece sarà necessario difendersi dalla fauna locale, dalle sentinelle o da navi aliene ostili. Da non dimenticare inoltre tutte le problematiche legate al mantenimento della tuta, delle armi o alla resistenza a condizioni climatiche pericolose (come una forte radioattività o zone estremamente calde/fredde) e al recupero del carburante o delle munizioni.
 
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Sopperire a tutti questi bisogni non sarà poi così difficile, ma regalerà certamente alcuni momenti di terrore quando, ad esempio, durante una qualche spedizione sul fondo di un oceano, sulla cima di una montagna o nel fondo di una grotta inaspettatamente profonda, vi troverete a scegliere se rinunciare alla scoperta di un potenziale tesoro e tornare indietro o proseguire e rischiare di morire soffocati.
 
L’Atlante è il più grande mistero di No Man’s Sky

L’unica indicazione che No Man’s Sky darà al giocatore sarà quella di “raggiungere il centro della Galassia” e, sebbene un comodo indicatore segnalerà le tappe da raggiungere per riuscire nell’impresa, nulla vieta di girare liberamente alla scoperta di tutto ciò che la galassia ha da offrire, anzi, il fatto che all’orizzonte compaiano sempre nuovi punti di domanda invoglia l’utente a fermarsi anche per intere sessioni di gioco sullo stesso pianeta.

La totale libertà lasciata permette, quindi, di godersi l’esperienza di gioco senza pressioni, scegliendo a seconda del proprio umore se avanzare verso il centro (lo spostamento fra i mondi richiede minuti, se si è equipaggiati nel modo giusto) o se fermarsi ad esplorare i pianeti, magari passando il tempo a fare anche “cose inutili” come guardare i paesaggi o dare da mangiare agli animali (cosa che poi tanto inutile non è…), plasmando di conseguenza la propria avventura in prima persona e rendendola davvero unica e personale.
 
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No Man’s Sky è senza ombra di dubbio uno dei miglior giochi esplorativi mai proposti. I mondi sono sufficientemente diversificati in tutti i loro aspetti e, per quanto alcuni possano un po’ ricordarsi fra loro, difficilmente si avvertirà un senso di dejavù mentre si viaggia. Discorso leggermente diverso per gli eventi che, per quanto vari, non riescono a stare dietro a tutti i mondi su cui ci si ferma e quindi, inevitabilmente, si finisce per riconoscerne i pattern di base, minando un po’ l’esperienza di gioco.
 

GIUDIZIO FINALE
No Man’s Sky è il titolo perfetto per chi, ad esempio, nella serie Souls di From Software, si mette a leggere le descrizioni degli oggetti, per chi si lascia affascinare dalla lore e apprezza la cura dei particolari, per chi nei vecchi Final Fantasy ha apprezzato di più le atmosfere e il “sense of wonder” rispetto alle singole storie.

Le persone che tendono a perdersi in mille quest secondarie piuttosto che avanzare verso l’obbiettivo principale (e che magari, proprio per questo, arrivano ad asfaltare il boss di turno) sicuramente apprezzeranno ciò che il lavoro di Hello Games offre e, volendo, rappresenta; tuttavia i giocatori più interessati alle azioni adrenaliniche potrebbero stufarsi dopo relativamente poco. Se pensate di appartenere a quest’ultima tipologia di giocatori, No Man’s Sky probabilmente non farà per voi e acquistarlo a prezzo pieno non farà che portarvi ad odiarlo.

Nonostante questo, vale comunque la pena di essere provato perché sebbene l’industria di videogiochi proponga ogni giorno le esperienze più assurde e bizzarre, giochi atipici come No Man’s Sky non si vedono quasi mai e lasciarselo sfuggire sarebbe un vero peccato.