Remake e rimasterizzazioni sono una pratica comune da anni, ma di certo è insolito vedere ben due remake di uno stesso titolo. E' il caso di God Eater Resurrection, seconda edizione del primo capitolo della serie God Eater, nata dalle menti degli sviluppatori di Shift nel 2010 sotto l'ala di Bandai Namco, sfidando il dominio incontrastato degli hunting game da parte di Monster Hunter.
Creato in occasione del quinto anniversario della serie, God Eater Resurrection si rivela pieno di tante aggiunte rispetto alla controparte del 2011 (God Eater Burst), sia in termini di storia che di gameplay. Ma vale davvero la pena giocarlo?

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TRAMA

Ambientato in un Giappone post-apocalittico, God Eater Resurrection, esattamente come l'originale, ci vedrà nei panni del primo God Eater New-Type, definito un grosso passo in avanti per l'umanità. Ma cos'è, di preciso, un God Eater? Non sono altro che ragazzi, nella maggior parte adolescenti, con il compito di eliminare la minaccia degli Aragami, mostri nati da un agglomerato di Oracle Cells ed apparsi circa vent'anni prima sulla Terra. La loro forza nonché adattabilità ha permesso a questi esseri, simili a dei, di ridurre la razza umana ad un numero esiguo, distruggendo intere nazioni. Ma, in certi casi, il tuo nemico può essere anche il tuo migliore amico: infatti, grazie a queste particolari cellule, è stato possibile costruire le uniche armi capaci di eliminare questa minaccia costante, ovvero le God Arc. Quest'ultime, molto semplicemente, sono Aragami in grado di assumere diverse forme, quali spade, lance e fucili, tenuti sotto controllo da uno speciale bracciale posto sul braccio di ogni God Eater, e capaci di divorare, letteralmente, i diversi mostri che affronteremo.

Il nostro viaggio come God Eater inizierà subito dopo il test di compatibilità, che ci donerà una nuova e fiammante God Arc con cui destreggiarci nel nostro nuovo “lavoro”, e con la conoscenza di Kota Fujiki, una recluta come noi giunta ad offrire il proprio supporto in questa causa per la difesa dell'umanità. E sarà da questo incontro che inizieranno le vicende dell'Unità 1, guidata dallo spensierato Lindow Amamiya con il supporto di Sakuya Tachibana e Soma, un God Eater solitario quanto potente. La trama, che avanzerà tra un misto di semplici missioni e diversi filmati, garantirà un ottimo incentivo per proseguire, specialmente dopo l'arrivo della problematica Alisa, diversificandosi dal capostipite degli hunting game Monster Hunter e proseguendo gradualmente attraverso una storia divisa in tre grossi segmenti, nati dal costante aggiornamento dell'originale God Eater. Anche saltando le numerose missioni secondarie (vivamente sconsigliato), il titolo vi terrà incollati per moltissime ore.
 
GAMEPLAY

A livello di gameplay, God Eater Resurrection si pone come un classico hunting game, portando con sé diverse migliorie ereditate dal sequel God Eater 2 Rage Burst. Il titolo ci garantisce non poca libertà sin dai primi minuti di gioco, dove potremo creare il personaggio che impersoneremo per tutta la partita e personalizzabile in ogni momento per quanto concerne gli outfit, che non saranno limitati a quelli iniziali. Tra i graditi bonus troveremo anche i vestiti e l'acconciatura di Lenka Utsugi, protagonista dell'anime.

Il punto forte del gameplay, tuttavia, ricade sulla scelta delle armi che andremo ad utilizzare: ogni God Arc, infatti, è composta da un'arma da mischia, un fucile ed uno scudo, ognuno di essi suddiviso in tante sottocategorie diverse. Potremo ricorrere alla comune spada lunga, aiutata da un fucile d'assalto e da un brocchiero oppure sferrare fendenti distruttivi e lenti, magari ricorrendo ad un supporto a distanza con un fucile da cecchino. Le opzioni, ulteriormente espanse tramite l'aggiunta di armi da God Eater 2 quali la falce, la lancia e il martello permettono di affrontare ogni missione con l'approccio che più si preferisce, notevolmente più apprezzabile grazie alle diverse combo disponibili per ogni arma e all'utilizzo della modalità Burst.

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Tale modalità, attivabile grazie al morso sferrato ad un Aragami vivo con la nostra God Arc, ci garantirà uno stato di potenziamento temporaneo e diversi bonus, scelti da noi stessi nella schermata di personalizzazione del personaggio. Oltre a ciò, in seguito al morso otterremo un proiettile speciale in grado di fare diversi danni al nemico o, in alternativa, da sparare ai nostri compagni di squadra, offrendogli uno status di Burst “gratis”. Fortunatamente, poiché caricare un singolo morso può essere alquanto scomodo, nonché lento, in battaglia, ad un certo punto della storia apprenderemo la possibilità di utilizzare gli Stili Predatore, ovvero la capacità di concatenare durante le combo, in aria e negli scatti i morsi famelici delle nostre God Arc, anch'essi totalmente personalizzabili. Potremo decidere di mordere e ritirarci con un balzo, oppure preferire l'utilizzo di un morso più lento ma maggiormente esteso. Le possibilità offerte da God Eater Resurrection, per quanto concerne i combattimenti corpo a corpo, sono veramente tantissime, permettendo un approccio mai monotono e alla portata di chiunque.

Allo stesso modo, il cosiddetto “gunplay” non si rivela essere da meno. Oltre alla semplice e comune possibilità di cambiare il tipo di fucile, potremo anche modificare i proiettili utilizzati e tale caratteristica non si limiterà solo ad un misero fattore estetico: l'editor delle munizioni, infatti, ci permetterà di alterare ogni aspetto del proiettile, dall'elemento alla traiettoria, che sia esplosivo o meno. Il gioco, in un certo senso, favorisce nettamente l'uso dei fucili, in quanto essi saranno in grado di ferire in maniera impressionante i nemici rispetto alle armi da mischia. Gli stessi proiettili, inoltre, saranno potenzialmente infiniti poiché, ad ogni colpo sparato, consumeremo una certa quantità della barra PO (Punti Oracle), ricaricabili semplicemente con qualche fendente ben piazzato sui mostri.

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In sintesi, combattere in stile melee o dalla distanza dipenderà semplicemente da noi stessi ma, in ogni caso, andare da soli è veramente sconsigliato: ogni missione, che sia della storia o secondaria, potrà essere affrontata con l'ausilio di altri 3 personaggi, che siano NPC, avatar ottenuti da giocatori incontrati online o amici, incentivando parecchio il gioco di squadra ed aumentando considerevolmente il divertimento che potremmo trarne. Proseguendo nella trama, sarà praticamente indispensabile farsi accompagnare da qualche alleato, dato che le missioni di caccia varieranno parecchio dall'inizio del gioco: se tra i primi compiti dovremo semplicemente abbattere qualche Ogretail, in alcuni casi ci ritroveremo ad abbattere ondate crescenti di Vajra e Dyaus Pita che ci lasceranno molto poco tempo per respirare, almeno finché non avremo un equipaggiamento migliore.

A tal proposito, gli sviluppatori hanno fatto in modo che i giocatori più dedicati non potessero vincere facilmente da subito. Le diverse armi che potremo creare e potenziare, infatti, non potranno superare il grado della difficoltà in cui ci troviamo: se avremo, per esempio, una falce di grado 5, essa non potrà essere potenziata alla sua controparte di grado 7 finché non raggiungeremo la Difficoltà 7 nella storia. Ciò, tuttavia, non ci vieta di migliorarle tramite l'assorbimento delle God Arc abbandonate (che verranno rilasciate ad un certo punto della trama) per incrementare l'attacco od apprendere abilità particolari, quali l'aumento del Vigore o il risparmio dei PO consumati.

Una piccola nota di demerito, tuttavia, va appuntata per quanto concerne gli Aragami stessi. Per quanto ci sia una buona varietà di specie da affrontare, il gioco ricorrerà, fin troppo spesso, a banali ricolorazioni potenziate dei vari mostri. Un difetto complessivamente trascurabile ma che, in alcuni casi, potrebbe far storcere il naso. Un discorso analogo dev'essere fatto anche per quanto concerne le aree di caccia che, oltre ad essere abbastanza piccole ed anonime, si riveleranno anche scarse a livello numerico.
 
COMPARTO TECNICO

Che God Eater Resurrection venga giocato su PlayStation 4 o PlayStation Vita, a livello grafico cambia gran poco. Il titolo si mostra chiaramente come un porting leggermente migliorato di un gioco PSP, con una grossa mancanza che avrebbe fatto felici i possessori della home console Sony: l'assenza di 60 fps, assolutamente ingiustificata visto lo scarso dettaglio grafico presentato. I modelli poligonali dei personaggi sono stati rifatti con molta più cura, soprattutto nelle animazioni, a discapito delle ambientazioni che presentano texture spesso poco definite, un difetto che si nota soprattutto su PlayStation 4. Nulla da obiettare per quanto concerne il comparto sonoro del titolo, che offre OST variegate in base alla missione e al nemico che affronteremo. Tra le caratteristiche più apprezzate rientrano senza dubbio i dialoghi tra i personaggi presenti durante le battaglie, che donano un pizzico di vivacità ed autenticità alle battute di caccia, in particolar modo su PlayStation 4 grazie all'uso del microfono del DualShock per le comunicazioni esterne e da parte di alleati lontani. Un vero peccato, tuttavia, per la traduzione italiana del titolo, incredibilmente approssimativa nei sottotitoli dei filmati e con diversi errori per quel che riguarda i dialoghi a testo dei diversi personaggi.

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Il multiplayer online, contrariamente ad ogni aspettativa, si è rivelato fluido e senza particolari problemi sia su PlayStation 4 che su PlayStation Vita, tralasciando i caricamenti a volte lunghi. Purtroppo, pur essendo un titolo uscito solo un mese fa in America e da pochi giorni in Europa, la modalità online si è rivelata piuttosto deserta.
 
CONCLUSIONI
 
God Eater è tornato più in forma che mai, con un remake del primo capitolo migliorato su ogni suo aspetto. Se cercate un'alternativa al classico Monster Hunter l'avete certamente trovata, specialmente nel caso abbiate amici con cui sfruttare al meglio questo titolo. Inoltre, considerando che God Eater Resurrection viene offerto gratuitamente con l'acquisto di God Eater 2 Rage Burst, evitare di provarlo sarebbe quasi un crimine. Il cross-play e il cross-save del gioco, inoltre, sono una vera e propria comodità per tutti coloro indecisi su quale console approfondire questo piccolo gioiello di Bandai Namco.