I dettagli fanno sempre la differenza. E' una frase che qualunque Coach di una squadra di basket direbbe ai suoi ragazzi per spronarli a lavorare sodo e per convincerli a dare il meglio anche nelle cose a cui gli altri non pensano neanche. Deve essere questo quello a cui ambiscono gli sviluppatori di Visual Concepts quando realizzano un nuovo titolo della serie NBA2K; quando si è già i migliori, come si può migliorarsi ancora? Non accontendandosi.
 

NBA2K16 era sensazionale, perciò è inevitabile che la formula rimanesse simile, ma non era privo di difetti, che infatti sono stati il primo target preso di mira per questo NBA2K17 che ci apprestiamo a raccontarvi.

La dura vita sul parquet

La vita sul parquet è migliorata sensibilmente, soprattutto per quanto riguarda la fisica dei contatti tra i giocatori, arricchiti da centinaia di animazioni diverse e che danno davvero l'idea di un corpo a corpo tra bestioni di 2 metri x 100 kg (accentuato dalla vibrazione del controller). Anche i tiri godono di una maggiore attenzione, con canestri che appaiono meno forzati e che sono meno frutto della casualità e più del singolo giocatore; entrando nel particolare, per ogni singolo tiro non incide solo quanto il cestista sia capace di tirare da quella distanza, ma anche la fatica che ha accumulato fino a quel momento, la posizione del corpo e se è un tiro contrastato da un marcatore o meno. Nelle fasi più concitate della gara, in area piccola o in situazioni di palla contesa, nulla vieta al pallone di prendere traiettorie impreviste, in seguito ad esempio ad una stoppata o ad aver intercettato un passaggio, generando situazioni che variano ogni volta. 
In virtù della fisica tutta nuova, sarà ancora più delicato trovare il tempo giusto per una penetrazione in area (inutile sperare in "buchi" per passare attraverso due difensori), o per rubare palla/stoppare senza far fallo. Insomma, durante una partita probabilmente sentiremo la mancanza solo del sudore. Probabilmente.
 

L'impressione di assistere ad una partita in diretta TV viene accentuata dalla consueta e collaudata serie di sponsor, di prepartita, di siparietti tra telecronisti (intervallati da interviste ai giocatori protagonisti della partita) e cronisti da bordo campo, di inquadrature repentine sul pubblico sempre molto partecipe, ovviamente insieme alla cura esagerata nei dettagli degli stadi (incluse le illuminazioni e le musiche di ogni singola arena).
 

Parlando di difetti in campo, si può notare come a volte il bilanciamento dell'IA avversaria non sia proprio eccelso. Sebbene sia stato mitigato rispetto al passato, non è raro essere castigati da triple a ripetizione o da giocate troppo punitive, dando l'impressione che a volte i giocatori avversari sembrino irresistibili. Da un punto di vista difensivo invece i passi avanti sono importanti, i giocatori sono in grado di leggere quasi sempre gli schemi e di adattarsi di conseguenza, vanno a raddoppiare con cattiveria per impedire a Stephen Curry di tirare da tre e contrastano con durezza il giocatore veloce per impedirgli di scappare via.

Mamma mamma, sono in NBA!

Come l'anno scorso ritorna la modalità carriera, in cui potremo vivere le gesta di una giovane promessa, dai tempi del college fino alle finali NBA. Abbandonati i clichè cinematografici made in Spike Lee, che si lasciavano andare a situazioni eccessive per un gioco di sport, ci troviamo di fronte ad una trama più semplice e lineare, ma comunque piacevole, arricchita da scene di intermezzo che sfruttano la componente attoriale di Michael B. Jordan (l'attore non il giocatore), ovvero la nostra spalla in campo e fuori. Il nostro alter ego può avere esattamente le nostre fattezze, grazie all'app per cellulare che ci permette di scansionare (con qualche tentativo di troppo) il nostro volto; la nota negativa è che a volte durante i filmati questo apparirà scolorito o privo di parti. Nulla che non possa essere sistemato con una patch. Durante la carriera avremo l'opportunità di crescere nel basket guadagnando o acquistando (con soldi veri) la Virtual Currency, la moneta ufficiale del gioco, con la quale compreremo gli attributi giocatore. La vita dell'atleta, con i suoi alti e bassi, è ben rappresentata e vi strapperà più di qualche soddisfazione. Un appunto lo faccio al sistema di valutazione, troppo punitivo negli errori e poco nelle giocate positive, anche se fatte in momenti delicati del match. Non è impossibile ottenere una A, ma succede perlopiù perchè si sfrutta a proprio vantaggio il meccanismo in cui si assegnano i voti, piuttosto che per partite da 30 punti e 10 assist.

Campo o scrivania?

Ovviamente le modalità di gioco non si fermano qui. All'interno delle modalità Il mio GM e La mia Lega abbiamo la possibilità di controllare la nostra squadra del cuore per giocarci una stagione o i playoff, ma anche di lasciare il parquet in favore di attività più manageriali, che vanno dal gestire una squadra al comandare una lega intera, decidendone roster, modalità di gioco, tetto salariale e così via. Dal 25 di ottobre sarà anche possibile prendere una squadra e controllarla partendo dalla posizione esatta di classifica che occupa in quel preciso momento. Oltre alle squadre NBA sono presenti tutte le rose, finalmente aggiornate, dell'Eurolega (più altre 5 squadre storiche del vecchio continente), e qualche team storico e nazionale.
 

Durante le partite in cui comanderemo l'intera squadra, sarà molto importante gestire la fatica dei singoli giocatori, facendo ruotare a dovere il quintetto in campo. Esagerando con l'uso di pochi player infatti, non sarà difficile ritrovarsi dopo poche partite con più infortunati che disponibili. I vari campioni comunque hanno una evidente marcia in più rispetto agli altri, mentre da un punto di vista visivo tutti sono riprodotti con un realismo impressionante. Come già detto prima altrettanto fondamentale saranno le tattiche di attacco e soprattutto imparare a chiamare gli schemi nel modo giusto perchè, per quanto i meccanismi difensivi siano stati migliorati, la differenza tra vincere o perdere una partita la si fa in attacco, evitando di regalare palla agli avversari e cercando di liberare il giusto uomo a tiro.
 
 
Conclusioni
 
NBA2K17 è l'evoluzione definitiva dei videogame sul basket, che pur senza concorrenti continua imperterrito ad imparare dai propri errori ed a migliorarsi. Una nuova veste grafica più semplice, una nuova fisica di cestisti e palla, dettagli di ogni tipo, inquadrature televisive e fotorealismo di ambienti e persone, uniti alla collaudata filosofia di gioco, ne fanno sicuramente il miglior gioco di basket di sempre. Almeno fino al prossimo.