Durante la Milan Games Week abbiamo provato Horizon: Zero Dawn, il nuovo Action-RPG di Guerilla Games in uscita nel 2017 in esclusiva su PlayStation 4. Vi raccontiamo cosa abbiamo visto.
 

Aloy è una giovane fanciulla dai lunghi capelli rossi. Vive in un futuro in cui le macchine, dalle sembianze molto simili ai dinosauri, hanno preso il sopravvento sugli esseri umani, ormai prossimi alla estinzione. Un futuro remoto, in cui la natura si è pian piano riappropriata degli spazi rubati dal cemento, invadendo palazzi e città. Aloy non sa cosa è successo, né perché alcuni robot risultano corrotti e lottano contro i propri simili, ma vuole e deve scoprirlo procedendo nella sua avventura. Magari con l'aiuto di qualche altro sopravvissuto allo sterminio che le possa dare una mano o una spiegazione o che sia semplicemente in cerca di qualcuno che l'aiuti a sopravvivere.
Il mondo è tornato in uno stato quasi primitivo, gli stessi abiti di Aloy lo testimoniano. Agisce spesso sola, ma non è disarmata. Ha letteralmente molte frecce al suo (avanzato) arco che può usare per attacchi a distanza, mentre per gli attacchi ravvicinati utilizza una sorta di bastone. È inoltre dotata di un arpione denominato Ropecaster che le permette di lanciare corde da ancorare al terreno, utili ad esempio per bloccare i nemici impedendogli il movimento. La natura RPG del titolo permette alla protagonista di costruire frecce ed oggetti raccogliendo materiali nell’area di gioco, come ad esempio bevande-medikit, trappole o granate.
I primi nemici che abbiamo incontrato sono gli Watchers, delle sentinelle che hanno lo scopo di rilevare eventuali intrusi ed allertare i loro alleati più grandi e potenti. Gli Watchers sono piuttosto rapidi ed attaccano la protagonista anche in più di uno, rendendo obbligatorio ricorrere all’efficace sistema di schivata per non farsi colpire. L’energia di Aloy è a sezioni, per cui non viene ricaricata completamente se non usando i medikit di cui sopra, e risulta piuttosto semplice giungere ad un inopportuno game over se non ci si muove con attenzione. A tal scopo possiamo utilizzare lo stealth mode sfruttando l’erba alta o avvalersi dell’ausilio di uno speciale visore per osservare le macchine, le loro traiettorie ed i loro punti deboli. Abbiamo ad esempio capito che gli Shell-Walkers, una specie di macchina da trasporto con un contenitore sul dorso, possono essere colpiti alle spalle per far cadere il contenitore stesso e recuperarne il contenuto. Ed essendo muniti di scudo frontale una volta che ci hanno rilevato l’attacco da dietro diventa praticamente obbligatorio.
L’area di gioco è molto vasta, e raggiungere gli obiettivi può essere piuttosto lungo. Per velocizzare gli spostamenti possiamo ad esempio effettuare un override su un Broadheads, una macchina cavalcabile che ricorda molto vagamente un cavallo. Invece di ucciderla dobbiamo bloccarla con il Ropecaster, e poi col bastone sovrascriverne il bios contenuto nel cranio, per renderla “nostra”. Durante la sessione di presentazione, che ci ha introdotto alla prova del titolo, ci hanno anche spiegato che alcuni boss hanno problemi di surriscaldamento, per cui per poterli abbattere sarà necessario aumentarne la temperatura di funzionamento, tramite frecce incendiarie o trappole esplosive, in modo da far fuoriuscire dalla struttura metallica il nucleo principale, che ovviamente una volta distrutto fa collassare al suolo il nemico.
 

La prova di Horizon: Zero Dawn non ha purtroppo fornito molto di più. La sezione giocata si colloca dopo alcune ore di gameplay, per cui non potevamo avere alcun tutorial che spiegasse cosa e come fare. Premendo il touch pad del DualShock 4 abbiamo a video una indicazione degli obiettivi da compiere, purtroppo piuttosto pochi in quel momento di gioco. Ciò non permette di valutare altro che il puro gameplay delle parti action e l’aspetto grafico.
Il combat system sembra funzionare piuttosto bene, sia da vicino col bastone che soprattutto con l’arco. Quando siamo attaccati dai Watchers non è facile caricare la freccia adeguatamente per poter scoccare un colpo più potente, ciò rende molto adrenalinica la sfida e molto soddisfacente la sconfitta di un nemico. Non abbiamo potuto purtroppo provare un boss, ma abbiamo dovuto conquistare un Broadheads (era uno degli obiettivi richiesti) ed abbiamo così saggiato anche la bontà delle sezioni “a cavallo”.
Tecnicamente il gioco è molto molto bello. La natura è dettagliatissima, gli alberi vengono abbattuti dai nemici più grandi al loro passaggio, lo stile adottato è spettacolare ed a volte fa quasi chiedere se ciò che vediamo non giri in realtà su PlayStation Pro (ci hanno assicurato di no). Ottime anche le animazioni, mentre non abbiamo assistito ad alcuna cutscene per saggiare le qualità delle cinematiche.
 

Alla luce di quanto provato siamo molto curiosi di avere un quadro più completo di Horizon: Zero Dawn, nella speranza che ciò che non abbiamo visto sia all’altezza del poco mostrato e giocato, il che lo rende comunque uno dei titoli potenzialmente più interessanti su PlayStation 4 per il 2017.