A distanza di sette anni, la visual novel fantascientifica Steins;Gate dà una svolta alla serie: l'introduzione di un midquel, riconosciuto in Giappone e in Occidente con il nome di Steins;Gate 0, sorprende e provoca incertezze nei fan più accaniti della splendida opera di Chiyomaru Shikura e illustrata dal talentuoso Huke (anche autore dei disegni di Black☆Rock Shooter).
Il nuovo capitolo della saga con protagonista il Mad Scientist Okabe Rintaro trae in parte ispirazione dai Drama CD del suo capostipite, distaccandosi però allo stesso tempo da quest'ultimo tramite l'aggiunta di un inedito scenario.
Se c'è un pregio appartenente a Steins;Gate in generale, punteremmo subito sulla trattazione dei viaggi temporali e i risultati derivanti da ciò in quanto, a differenza di molte altre serie (anche videoludiche), non sono affatto così scontati: ma sarà il capitolo un degno successore al primo indimenticabile capostipite della serie?

''Inganna te stesso. Inganna il mondo... Questo è ciò che devi fare per raggiungere lo Steins;Gate!'' 

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Okabe Rintaro, studente universitario di Tokyo, è un ragazzo malinconico che ha abbandonato la propria vena ''artistica'' (inventarsi storie fantascientifiche per meravigliare o prendere per i fondelli il prossimo) e il lato comico che fino a non molto tempo fa lo ha caratterizzato. È un giovane segnato da eventi che, agli occhi di una normale persona, potrebbero essere inimmaginabili: salti temporali effettuati per trarre in salvo la propria amata, compiuti senza soluzione di continuità, finché ad un certo punto, egli stesso, nel tentativo di proteggere la ragazza, finisce per pugnalarla a morte. 
Da quel fatidico momento, Okabe Rintaro - per gli amici, un tempo, Hououin Kyouma - decide di abbandonare ogni ulteriore possibile tentativo di tornare indietro nel tempo, e di conseguenza rinunciare all'idea di raggiungere l'utopica linea temporale Steins;Gate, il portale che avrebbe portato alla salvezza di Mayuri Shiina (vittima anche lei di un infernale gioco del destino) e dell'amatissima quanto tsundere Makise Kurisu.
 
Il risultato è, come intuibile dalle stesse premesse, un giovane triste e con perenni occhiaie segnate non dall'avanzare degli anni, bensì dal crudele fato che lo ha spinto nel rivivere in continuazione la morte della persona a lui più cara.
L'unica ragione che lo spinge ad andare avanti è l'amica d'infanzia Mayuri e il suo inesorabile saluto ''Tutturuuu!'', seguita dal super hacker Itaru Hashida (anche conosciuto come ''Daru'') e da poche altre conoscenze, tra cui la spiritosa Faris NyanNyan.
Attraverso una conferenza tenutasi nella città del protagonista, però, le persone che andranno ad aggiungersi alla sua lista incrementeranno: Maho Hiyajo, una ragazzina apparentemente proveniente dalle elementari data la statura e la mancanza di tratti femminili marcati (leggasi tette), è una neuroscienziata e interprete di lingua inglese arrivata direttamente dall'America per esporre al pubblico nipponico, e in particolare agli studenti che mirano a specializzarsi in un settore così complesso, un progetto ben preciso. L'Amadeus.

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Se il processo di trasportare in una macchina parte della memoria di una persona possa sembrarvi un'impresa che rasenta la follia, Hiyajo e il suo americanissimo superiore, ve ne daranno prova contraria.
Amadeus è un brillante programma concepito per creare un'Intelligenza Artificiale vicina all'effettiva mente umana, una replica della persona a cui sono stati copiati, al pari di una chiavetta USB, i propri ricordi, donando alla controparte digitale una coscienza quantomai realistica e capace di provare emozioni.
Cosa accadrebbe, dunque, se la propria persona amata venisse rappresentata perfettamente all'interno di un monitor, e comunicasse le proprie idee e impressioni?
Okabe Rintaro vi descriverà, pur soffrendo di un forte disturbo post-traumatico da stress, i sentimenti derivati da una creazione tanto geniale quanto pericolosa.
Come se non fosse abbastanza, inoltre, le minacce che avrebbero dovuto terminare nella linea temporale superata nel primo capitolo di Steins;Gate (quella Alpha), ritornano, sebbene in forme diverse:
uomini armati fino ai denti, con arsenali degni di una guerra mondiale o concepibili solo in un lontano futuro, arrivano a ''bussare'' alle porte del caro laboratorio di Okabe e amici, provocando nel protagonista, e nello stesso giocatore, un senso di déjà vù e di incredibile inquietudine.
O perché no, davanti l'ingresso del Lab potreste fare la conoscenza del ''clone'' di Makise Kurisu... 
La narrazione è così ricca di elementi da riuscire difficilmente ad annoiare il giocatore nella lettura della visual novel, senza contare che essa, questa volta, è raccontata da più punti di vista, dunque non solo dall'ex Mad Scientist.

Steins;Gate 0, a differenza del predecessore, punta fortemente sul fattore sorpresa e sull'imprevidibilità derivata dalle poche scelte disponibili, ma dal notevole impatto.
Ad esempio, rispondere ad una chiamata di Amadeus-Kurisu nel bel mezzo di una festa porterà il protagonista a cambiare la divergenza temporale e assistere, di conseguenza, ad una route inaspettata, tra le sei disponibili (compreso il True Ending).
Quest'ultimo, in particolare, è stato lasciato inspiegabilmente aperto, e soprattutto non per ricollegarsi al primo capitolo, bensì al fine di aggiungere un tassello in più e inedito, quasi del tutto opzionale, alla trama effettiva; oltre a ciò, si aggiungono in questo contesto alcune frasi pronunciate da Maho non tradotte.

RINE, il servizio di messaggistica in-game, vi consentirà di effettuare le vostre scelte in veste di semplici SMS (o magari solo stickers) da inviare alle persone che vi contatteranno. Ovviamente, al pari del primo Steins;Gate, le opzioni di risposta non saranno vastissime, perciò il giocatore dovrà decidere con estrema attenzione; in ogni caso, fortunatamente, qualora non trovaste opportuno inviare un SMS di replica al vostro interlocutore, il gioco vi permetterà di ''chiudere'' il cellulare, abbandonando l'app.
A livello di scelte effettive, purtroppo, la visual novel non darà indicazioni su quali risposte siano più appropriate rispetto ad altre, aggiungendo un livello di difficoltà inutile nel sbloccare tutte le route di gioco, come dimostrato dall'assenza totale di indizi per la "corretta" prosecuzione dell'esperienza. In altre parole, sarà necessario, nell'eventualità che non desideraste andare a tentativi, la consultazione di una guida o walkthrough specifico.
L'accesso e l'interattività all'app Amadeus, inoltre, è disponibile solo attraverso fini narrativi, limitando il giocatore nel caso in cui avesse voluto scambiare due chiacchiere con Amadeus-Kurisu anche aldilà delle circostanze di trama; l'icona presente nel cellulare di Okabe avrà perciò quasi più finalità decorative.

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Esteticamente parlando, Steins;Gate 0 rappresenta un'evoluzione per la serie: rimarcando la tragicità della sua trama e convogliando le negative emozioni del protagonista, il box di dialoghi è stato reso più dark, mentre le scene che scorreranno avanzando nel testo saranno tutte caratterizzate da un alone di decadimento.
I personaggi non appariranno più a mezzo busto e né tantomeno sono stati ''riciclati'' dal punto di vista degli artwork: Huke, in occasione di questo capitolo, ha infatti sfoggiato un tratto più ridefinito e pulito, valorizzando il lato artistico della visual novel.
La colonna sonora, pur mantenendo il suo stile, ha anche deciso di rinnovarsi: il compositore Takeshi Abo ha dimostrato un viscerale amore per l'opera leggendo tutto il relativo script prima di cimentarsi nella creazione delle splendide OST che ci accompagneranno per l'intera esperienza di gioco.
Non mancherà la sezione Extra per rivivere tutto ciò che ha da offrirci il lato estetico della visual novel.
 
 
Steins;Gate 0 è un degno successore al suo precedente capitolo. La visual novel, benché non priva di difetti dal lato di effettiva possibilità di scelta, si presenta come una tra le migliori esperienze videoludiche nel suo genere. Non possiamo che raccomandarla ai fan della serie e ai neofiti (a patto che questi ultimi recuperino prima lo storico capitolo che ha preceduto l'opera).