Gli italianissimi Storm in a Teacup ci propongono Lantern, un titolo diverso dai soliti canoni, compatibile anche con la realtà virtuale. Vediamo come è andata.
 
  

La Principessa è triste. Sta piangendo. Non sappiamo il motivo, ma sappiamo che le sue lacrime hanno portato via la gioia dal suo regno, eliminandone pure il colore e lasciandolo triste e completamente in bianco e nero. Ma un abitante ha la soluzione, una lanterna magica che riporta nel mondo i colori e conseguentemente la felicità, e che ha come fine ultimo trovare la giovane sovrana e restituirle il sorriso. Sta a noi indirizzare la lanterna nella giusta direzione.

Questo è l’incipit di Lantern, il nuovo titolo di Storm in a Teacup disponibile da un paio di settimane su Steam all'invitante prezzo di 6,99 euro.
 

Concettualmente molto simile a quanto visto ed apprezzato una decina di anni fa in Flower (titolo esclusivo per PlayStation che alcuni forse ricorderanno), Lantern presenta un gameplay molto semplice che prevede l’esplorazione dell’area di gioco tramite la già citata lanterna. Il titolo è diviso in quattro capitoli, che rappresentano le stagioni, giocabili anche separatamente dal menu principale una volta sbloccati. Si parte in una calda estate con paesi in riva al mare, per poi procedere nel giallo autunno (in parte visibile giocando la demo gratuita presente sullo store di Valve), entrando in un inverno gelido e buio per giungere così alla tanto agognata stagione della rinascita, la primavera. In ogni stage sono dislocati alcuni villaggi, contraddistinti da una colonna nera nel centro. Mano a mano che il paese viene riportato al colore la colonna si riempirà di luce e disegni, ed una volta completata potremo dedicarci al villaggio successivo fino alla conclusione dello schema. Attenzione, non è possibile salvare la partita, per cui prima di uscire è caldamente consigliato terminare una stagione. Questo aspetto può essere un problema, anche se il gioco è piuttosto corto ed ogni schema si termina in circa mezz’ora, per cui rimane sì un “difetto” da segnalare, ma non va ad inficiare più di tanto sulla valutazione del titolo. Oltre ai villaggi sarà possibile imbattersi in templi e pietre con incisi dei glifi luminosi, da trovare per completare gli obiettivi del gioco, ma che non sono necessari per terminare la main quest. Completare la raccolta dei collezionabili aumenta un po' la longevità, che comunque rimane come detto piuttosto bassa ed è alla fine dei conti uno dei difetti principali del titolo, a cui si aggiunge una scarsa rigiocabilità una volta terminato e l'obbligo di dover iniziare da zero ogni stage non essendoci i canonici salvataggi durante i livelli.
 


Giocando con mouse & tastiera serve qualche minuto di adattamento per riuscire a comandare la lanterna al meglio, in quanto i controlli sono un po’ anomali rispetto a quanto siamo abituati. Con la barra spazio la facciamo avanzare, mentre col mouse la indirizziamo. Man mano che coloriamo oggetti si va a riempire una barra (in realtà non visibile, vedremo solo un bagliore quando è completa) che sblocca due effetti momentanei richiamabili con i tasti del mouse, ovvero un effetto turbo per muoversi più velocemente o una esplosione di colori che permette di ricolorare automaticamente un’area di dimensioni maggiori. La seconda si rivela particolarmente utile per completare le colonne, in quanto a tal fine tutte le case devono essere completamente restaurate e spesso capita di non capire cosa manchi da fare solo perché una facciata della costruzione è rimasta grigia e non riusciamo a vederla dalla nostra posizione. Molto più canonico il controllo via gamepad, con cui si riescono a gestire meglio soprattutto le virate della lanterna.

L’aspetto estetico è piuttosto semplice, un po’ simile a Minecraft per certi aspetti, con uno stile grafico decisamente personale e molto appagante e con una buona dose di dettagli come fiumi, cascate e costruzioni orientali di varia natura. Avanzando nelle quattro stagioni non mancheranno momenti di stupore per quanto visto a schermo, causati da alcune trovate di level design davvero molto piacevoli. Ad esempio, come visto nella già citata versione demo, durante l’autunno le abitazioni non saranno solamente riportate ai loro colori originari, ma anche restaurate con tegole ed orpelli che cadranno dal cielo mano a mano che la lanterna vi passerà accanto.
 


Ogni stage ha i suoi tocchi di classe, alcuni nascosti in zone del gioco non facilmente visibili. La strada che ci conduce alla fine dello schema è tracciata dai sentieri che collegano i villaggi ed il fatto che siano desaturati finché non li percorriamo aiuta molto a non perdersi per la mappa (tecnicamente open world), ma andando fuori dal tracciato è possibile trovare altri oggetti interessanti da vedere ed ammirare. Stilisticamente e metaforicamente gli ultimi due capitoli sono indubbiamente i più riusciti, ma le immagini a corredo dell’articolo sono state volutamente prese dalle prime parti di gioco per non rovinare la sorpresa ai videogiocatori, anche considerando che come detto non servirà molto più di un’ora per giungere all’inizio della terza stagione.
Molto belle anche le musiche di stampo prettamente orientale, che magari non sono moltissime (una per stage), ma azzeccate e contribuiscono in pieno al rilassamento che si prova giocando il titolo. È un peccato che la soundtrack non sia acquistabile su Steam.

Nota a parte per la VR, in fase di recensione non è stato possibile provare Lantern con un visore, ma durante la scorsa Gamescom di Colonia riuscimmo a provarlo con Oculus. Il casco aiuta molto nella ricerca degli elementi da restaurare e, seppur non necessario, rende ancora più piacevole l’avanzamento del titolo.

 
Lantern a tutti gli effetti è forse più un gioco da vedere e da ascoltare. È un titolo molto poetico e rilassante, ed anche molto coraggioso in un mercato dove sempre più spesso non c’è spazio per sperimentazioni. E non è certo un titolo per tutti. Storm in a Teacup ci ha provato, e nonostante alcuni difetti ed una longevità non esaltante, ha vinto la scommessa, proponendo un titolo accattivante, piacevole da giocare e che riesce, almeno nel nostro caso e ci auguriamo che lo stesso valga per voi, a lasciare un messaggio finale dritto nel cuore del videogiocatore. Una esperienza piacevolissima, ma non certo di lunga durata, motivo per cui non riesce a raggiungere voti più alti, anche considerando che la mancanza dei salvataggi intermedi obbliga in pratica a portarlo a termine piuttosto velocemente.