E’ da parecchio tempo ormai che i prodotti giapponesi non brillano più per la loro originalità e se fino a qualche anno fa potevano comunque colpire con la loro stravaganza, ad oggi i prodotti immessi sul mercato sono così tanti che persino le premesse più assurde rischiano di lasciare indifferenti i fan un poco più navigati.
 
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Tokyo Xanadu non ha né delle premesse particolarmente bizzarre nè tanto meno vuole stupire il giocatore con setting particolari, anzi, sembra quasi volerlo mettere a proprio agio proponendo quanto di più classico ci si potrebbe aspettare da uno shonen. Come succede spesso nei titoli Falcom, da basi così “classiche” viene costruito un mondo più articolato e solo il giocatore, alla fine, potrà dire se quanto visto sia stato di suo gradimento o meno.

Kou Tokisaka è un ragazzo troppo responsabile per restare indifferente davanti al pericolo che Tokyo e i suoi gli abitanti stanno per correre


La storia inizia con Kou Tokisaka, studente del secondo anno iscritto al liceo di Morimiya, che si accinge a tornare a casa dopo aver concluso il proprio turno serale nell’ennesimo lavoro part-time che, per le regole della scuola, non potrebbe avere. A differenza di altre sere, il ragazzo vede Asuka Hiiragi, una compagna di classe, importunata da alcuni delinquenti e quindi, seppur controvoglia, decide di seguire il gruppo per aiutarla. Poco prima che Tokisaka possa effettivamente intervenire, una strana frattura sembra incrinare lo spazio dietro la ragazza e, dopo che lei mette a dormire i due facendo qualcosa con il proprio cellulare, ne viene risucchiata dentro; Tokisaka corre in aiuto di Hiiragi e si getta dentro quella sorta di misterioso portale.
 
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Aperti gli occhi, lo sfortunato protagonista si troverà in una zona mai vista, circondato da strani mostri che non tardano a palesare le proprie bellicose intenzioni. Fortunatamente, Hiiragi entrerà in scena salvando il disorientato Tokisaka tuttavia, dopo essere tornati nel mondo normale, gli cancellerà la memoria, sempre grazie allo strano potere derivante dal cellulare. Il mattino dopo il ragazzo non ricorderà nulla di quanto accaduto la sera prima, ma ben presto si ritroverà in una situazione simile in cui, per salvare l’amica d’infanzia, dimostrerà di avere la stoffa per combattere e così farà gruppo con la misteriosa Hiiragi per risolvere il “problema Eclipse”.

Nella città di Morimiya si verificano strani fenomeni paranormali, ovvero fratture nella realtà che portano il nostro mondo a collidere con quello di Eclipse. Hiiragi ammetterà di lavorare per un’associazione segreta chiamata Nemesis che si occupa della risoluzione degli stessi, ma si terrà il più vaga possibile sulla natura e gli obiettivi di quest’ultima così come su tutto ciò che riguarda Eclipse.

Proseguendo non mancheranno colpi di scena e rivelazioni, ma sebbene non vi sia nulla che si discosti troppo dagli standard più classici, la naturalezza con cui gli eventi si susseguono, così come la fluidità con cui si legano uno all’altro, rendono la storia di Tokyo Xanadu estremamente intrigante ed inspiegabilmente coinvolgente.
Persino i protagonisti, inseriti in un contesto così ben strutturato, riescono a risultare simpatici nonostante siano stereotipati all’inverosimile, impresa che i “simil-social link” da soli non sarebbero mai stati in grado di raggiungere, ma di questo ne parleremo più avanti.
 
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Il battle system di Tokyo Xanadu a prima vista può apparire semplice poichè è meno frenetico di un action e richiede meno attenzione e pianificazione di un rpg, la verità però è ben diversa. Dietro il limitato numero di attacchi (anche se, a conti fatti, il loro numero non è poi così limitato…) si cela un bilanciamento estremamente funzionale e, dungeon dopo dungeon, il giocatore realizzerà che ogni tassello messo a sua disposizione sarà fondamentale per superare gli ostacoli oppure, nel caso si decida di giocare nelle difficoltà più alte, addirittura vitale.

I dungeon andranno esplorati con al più tre personaggi: due attivi e uno di supporto, quest’ultimo nonostante il nome potrà sempre e comunque scendere in campo, ma durante l’attesa beneficerà di bonus di vario genere (cura di problemi di stato e hp). Ogni personaggio, salvo rare eccezioni, avrà un elemento dominante che lo renderà più o meno efficace contro le diverse tipologie di nemici.
 
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Sebbene tutti i personaggi condividano la stessa l’impostazione di base, ognuno di loro vanterà peculiarità uniche e statistiche sufficientemente diverse non solo da restituire un feeling diverso a seconda di chi si stia utilizzando, ma anche da rendere ogni protagonista più o meno adatto alle varie situazioni che ci si troverà ad affrontare.

I personaggi possono effettuare degli attacchi fisici a corto raggio, spesso veloci e caratterizzati da un danno medio-basso, degli attacchi fisici aerei dalla portata più ampia e dai danni più ingenti e infine di un colpo magico a lunga gittata dagli effetti diversi a seconda del singolo. A questi si aggiungono una sorta di scatto aereo, utile per superare burroni, un attacco potente da caricare, necessario per sfondare alcune pareti ed infine una mossa speciale che colpisce tutti i nemici in zona ed uno status temporaneo che potenzia le statistiche per un periodo di tempo limitato, entrambe abilità attivabili solo dopo aver riempito le apposite barre. Fra questi, il colpo magico, lo scatto e l’attacco caricato consumeranno magia, ovvero una barra che si recupererà automaticamente nel giro di una manciata di secondi oppure colpendo i nemici con attacchi fisici.
 
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Come già detto, le mosse a disposizione non sono molte, tuttavia la grande differenza che le caratterizza (insieme all’ottimo map design) fa sì che nessuna di loro sia inutile, anzi, la loro validità appare così chiara che nelle prime fasi la difficoltà maggiore deriverà più dal ricordarsi quali tasti corrispondano all’azione che si vuole eseguire che non alla scelta della stessa.

Fra un evento e l’altro si avrà la possibilità di girare liberamente per la città, durante queste fasi sarà possibile visitare negozi (non ci andrete solo per comprare nuovi equipaggiamento o semplici consumabili…), tornare nei dungeon, completare missioni secondarie, rafforzare i rapporti di amicizia con gli altri personaggi (non solo quelli giocabili) o cimentarsi in un più che discreto numero di mini-giochi, alcuni dei quali così ben riusciti da meritare una rilevanza maggiore che non quella di semplice passatempo per ottenere oggetti più o meno rari.
 
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 Le missioni secondarie non sono particolarmente varie, ma sono ben contestualizzate, utili per la crescita dei protagonisti e mai eccessivamente lunghe perciò risultano piacevoli; inoltre spesso approfondiscono o introducono sotto trame che, sebbene abbiano poco o nulla hanno a che fare con la storia principale, contribuiscono a creare l’atmosfera di vita scolastica e normalità che Tokyo Xanadu cerca costantemente di proporre. A rinforzare tale sensazione si trovano anche i “simil-social link” accennati in precedenza, ovvero degli eventi piuttosto lineari (non ci saranno scelte da compiere, saranno semplici presentazioni) durante i quali si approfondirà il rapporto fra Tokisaka e il personaggio di turno.

Questi siparietti non solo doneranno profondità ai personaggi con cui si deciderà di passare del tempo, ma aumenteranno anche la barra social dei protagonisti che, livello dopo livello, sbloccheranno nuove mosse o abilità. Da notare che i membri del party dovranno aumentare singolarmente il proprio livello e, sebbene la barra sia riempibile anche completando i dungeon, Tokisaka sarà l’unico che potrà aumentarla anche fuori; detto questo, se si sceglierà di passare del tempo con uno dei personaggi giocabili, l’esperienza ricevuta dall’evento verrà suddivisa fra i due.
 
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 Dal punto di vista grafico Tokyo Xanadu è in linea con gli ottimi standard visti su Freedom Wars, di cui in parte ricorda lo stile, anche se il secondo può vantare una maggiore cura per i dettagli. Dove l’esclusiva Sony vince per qualità, Tokyo Xanadu stupisce con la quantità ed ecco così che le ambientazioni più definite di Freedom Wars vengono recuperate non solo grazie al mero numero, ma anche per la ricchezza che contraddistingue ogni area. Discorso leggermente diverso per i modelli poligonali dei personaggi, decisamente più curati ed espressivi nel gioco di Sony che non in quello Falcom. La colonna sonora invece è ottima con le sue adrenaliniche tracce rock che accompagnano magistralmente le fasi di battaglia, alternate da altre più soft per i momenti di esplorazione nella grossa e variegata città di Morimiya.
 

GIUDIZIO FINALE

 
Tokyo Xanadu è senza ombra di dubbio un ottimo action-rpg.
La sua trama non proprio eccellente non gli impedisce di essere un titolo sopra la media poichè i difetti di quest’ultima verranno appianati da una narrazione decisa ed incalzante che, gestendo in maniera impeccabile i tempi, riuscirà a donare il giusto peso agli eventi, valorizzando le scene importanti e minimizzando quelle più scontate. Ad accompagnare la storia si troverà un comparto tecnico più che accettabile accostato ad un gameplay vario e divertente, ma soprattutto appagante e ben bilanciato.

I possessori di Playstation Vita non hanno scuse per non recuperare questa piccola perla, se non giusto il voler attendere la versione Ex+ in arrivo prossimamente su Playstation 4.
Detto questo, se su portatile Tokyo Xanadu fa un’ottima figura, difficilmente su fissa apparirà altrettanto in forma perciò agli indecisi non resterà che attendere per il confronto, ma nel frattempo non possiamo che consigliare vivamente a tutti l’ultimo arrivato nel catalogo europeo di Falcom.