Dopo anni dal termine di Danganronpa 2: Goodbye Despair ci si chiedeva, giustamente, come si sarebbero concluse le vicende degli studenti della Hope's Peak Academy, constantemente in battaglia contro Monokuma e chiunque sia al suo controllo. Spike Chunsoft ha pubblicato uno spin-off, Danganronpa Another Episode: Ultra Despair Girls, per farci rendere conto del mondo distrutto dalla disperazione e, contrariamente alle aspettative, un anime diviso in due serie (Future Arc e Despair Arc) in grado di dare una degna chiusura a tutta la serie, iniziata dalla follia di una singola teenager. Nonostante ciò, era stato annunciato pure un altro titolo: Danganronpa V3: Killing Harmony, inizialmente scambiato erroneamente per un vero e proprio terzo capitolo della saga della Hope's Peak Academy sebbene, a detta degli sviluppatori, le vicende e l'ambientazione del gioco sarebbero state un nuovo inizio per il franchise. Tuttavia, conoscendo gli sviluppi messi in atto da Kazutaka Kodaka, scrittore di ogni capitolo di Danganronpa, sarà davvero tutto così semplice? E, soprattutto, perché Monokuma è ancora in circolazione?

(Piccola premessaLa recensione è stata scritta limitando quanti più spoiler possibili, sia nei confronti dei veterani della serie che per chi non si è mai approcciato a Danganronpa.)
 
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Questa nuova storia inizierà nei panni di Kaede Akamatsu, definita l'Ultimate Pianist, svegliatosi improvvisamente all'interno di... un armadietto scolastico. Priva di ricordi rilevanti e ricolma di dubbi, la ragazza, accompagnata da Shuichi Saihara, cosiddetto Ultimate Detective presente nell'armadietto adiacente a quello di Kaede, si dirigerà verso la palestra dell'edificio in seguito all'annuncio di un certo orso, decisamente familiare per qualsiasi giocatore familiare con la serie: ebbene sì, assisteremo ad un'altra cerimonia d'apertura di un nuovo Killing Game in cui sedici studenti eccezionali, ritenuti il top in determinati campi, dovranno sopravvivere all'ennesimo “gioco mortale” indetto da Monokuma - insieme agli inediti Monocubs – e dalla persona che lo controlla. Letteralmente bloccati da un gigantesco muro in grado di racchiudere l'intera Ultimate Academy of Gifted Juveniles (la nuova casa di Kaede e degli altri ragazzi), agli studenti non rimarrà altra scelta che sottostare alle regole della pazzia dettata dal misterioso “Mastermind”, che si cela dietro all'onnipresente quanto imprevedibile figura di Monokuma.

Qualunque novizio della serie si potrebbe giustamente domandare per quale motivo gli studenti non decidano semplicemente di evitare gli omicidi, magari prediligendo una vita tranquilla all'interno di quelle mura ed ignorando completamente i folli schemi della mente ideatrice del Killing Game. Sfortunatamente per i sedici Ultimate, ad ogni capitolo Monokuma fornirà ai partecipanti dei frammenti di memoria dimenticati nonché dei “motivi” per stimolarli ad uscire dall'inferno in cui sono intrappolati, istigandoli fortemente a commettere un crimine e a tradire la fiducia dei loro amici per un guadagno puramente personale. In poche parole, potrebbe sembrare tutto particolarmente simile – se non uguale – a Danganronpa: Trigger Happy Havoc e Danganronpa 2: Goodbye Despair... ma non è così. Danganronpa V3 riesce infatti a raccogliere l'intera eredità della serie per elevarla ad un grado narrativo nettamente superiore ai precedenti episodi, rivaleggiando – se non superando – capolavori come l'intera saga di Zero Escape in termini di imprevedibilità, coinvolgimento e tematiche trattate. Proseguendo nell'avventura vi ritroverete risucchiati dall'intera vicenda, accantonando i temi della “speranza” e della “disperazione” in favore di un approccio narrativo in grado di dimostrare che non esistono solo bianco e nero, bene e male, verità e bugie, e personaggi resi invincibili dalla cosiddetta “plot armor”; l'intero titolo riesce a trasmettere, nonostante le citazioni più disparate e demenziali su anime, manga, film e quant'altro, una forte critica all'umanità stessa, inizialmente velata dai numerosi misteri sparsi nel corso dei capitoli per esplodere nelle battute finali del gioco, distruggendo, letteralmente, la quarta parete in ogni sua forma ed immagine. Danganronpa V3, non è solo un'ottima visual novel in termini di personaggi, storia e tematiche, ma anche un esempio perfetto di come si possa coinvolgere il giocatore al di là di meri ed infiniti testi di dialogo.
 
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Esattamente come nei precedenti episodi della serie, la nostra routine attraverso i diversi capitoli di Danganronpa V3 si svolgerà in tre grossi segmenti: Daily Life/Free Time, Investigation e Class Trial. Durante il primo di essi avremo modo di esplorare l'intera struttura scolastica nonché gli edifici limitrofi, trovando occasionalmente gli Hidden Monokuma (i collezionabili del gioco) e, soprattutto, dedicando il nostro tempo libero - qualora non volessimo dormire - ad approfondire le relazioni con i nostri compagni di sventura, attraverso dei dialoghi che ci permetteranno di conoscere i lati più stravaganti di ognuno. Ad un certo punto della storia, inoltre, sbloccheremo un particolare casinò in cui convertire tutti i nostri sudati Monocoin, derivanti dall'esplorazione o dalla risoluzione dei casi, in gettoni da utilizzare nell'edificio in questione, ricco di minigiochi – basati proprio sugli stessi presenti nelle Class Trial – in cui vincere ulteriore valuta da reinvestire in particolari regali per gli altri personaggi o, in alternativa, in abilità che ci possano dare un netto vantaggio durante le sezioni in tribunale.
Tuttavia, terminata l'apparente pace del momento a causa dell'omicidio di turno, si passerà alla fase investigativa del capitolo dove dovremo, con tutte le ovvietà del caso, esaminare ogni possibile indizio lasciato dal colpevole per poi sfruttarlo durante la Class Trial, da sempre l'elemento più intrigante della serie, se si esclude la trama stessa. Come suggerisce il nome stesso, nelle Class Trial verremo chiamati ad esaminare e, soprattutto, a risolvere l'assassinio all'interno di una sottospecie di tribunale, attraverso tanti dialoghi scanditi dall'introduzione di svariati minigiochi come negli altri Danganronpa... ed è proprio grazie ad essi che Danganronpa V3 si rivela essere il capitolo probabilmente più rifinito dell'intera serie.

Nelle Class Trial di V3 ci destreggeremo non solo con meccaniche conosciute e rivisitate come l'Hangman's Gambit V3, in cui dovremo formare una parola chiave tramite il raccoglimento delle singole lettere, o del Psyche Taxi, diretta evoluzione del Logic Dive di Danganronpa 2, ma anche con diverse novità, tutte in linea con la direzione generale dell'atmosfera del titolo. Tra di esse, una delle più interessanti risulta lo Scrum Debate: all'apertura di questo minigioco, l'intero tribunale verrà modificato per assumere una disposizione a due file parallela in cui i partecipanti, distribuiti equamente tra le due “squadre”, avranno un dibattito faccia a faccia per stabilire quale fazione abbia effettivamente ragione, smontando le affermazioni dell'accusa tramite l'accurata selezione delle parole chiave su cui basare la propria tesi. Tuttavia, aver ragione o una giusta intuizione non basterà per raggiungere la verità in ogni caso, portandoci a ricorrere, ben più di una volta, alle menzogne. La possibilità di mentire, anche spudoratamente, per proseguire nell'indagine è la funzionalità probabilmente più intrigante in assoluto di Danganronpa V3, in quanto ci consentirà di sbloccare delle Back Route, ovvero scene alternative di determinate sequenze della Class Trial in grado di guidarci, in certi casi, ad alcune informazioni aggiuntive. Dopotutto, ogni bugia ruota sempre attorno ad un fondo di verità.
 
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Purtroppo, nonostante una trama magistrale ed un gameplay in grado di tenere il giocatore col cervello costantemente in movimento, Danganronpa V3 non è esente da difetti, riguardanti principalmente le sopracitate Class Trial. Per quanto la loro struttura base non sia stata particolarmente modificata rispetto al passato, i miglioramenti alla componente grafica hanno generato, paradossalmente, un effetto alquanto fastidioso: le scritte presenti nei Non Stop Debate, il minigioco più frequente tra tutti quelli delle Class Trial, risultano spesso confusionarie e, nonostante servano proprio a rendere chiaro ciò che sta sostenendo il personaggio inquadrato, ci hanno portato in più occasioni a non comprendere il senso della frase. Tra scritte storte, sia in orizzontale che in verticale, ed altre velocizzate a causa di diversi effetti inseriti per rendere al meglio il concetto sostenuto dall'interlocutore di turno, l'utilizzo della Concentration per rallentare il tempo si è rivelato forse fin troppo necessario. Un discorso analogo si potrebbe fare per uno dei nuovi minigiochi, ovvero il Mass Panic Debate, in cui, sebbene le argomentazioni da confutare siano generalmente molto semplici, il caos generato da ben tre personaggi parlanti, sovrapposti l'uno con l'altro, è in grado di generare tranquillamente un grosso mal di testa.

Per chi avesse paura che Danganronpa V3 sia un titolo poco longevo, a causa della sua natura di visual novel, può stare tranquillo: anche giocato con una discreta velocità, questa nuova iterazione di Danganronpa ci ha tenuto incollati, solo per terminare la storia principale, per oltre 40 ore, risultando complessivamente ben più lungo dei predecessori, rigiocati recentemente proprio per l'occasione. Inoltre, terminata la partita, sbloccheremo due simpatiche modalità extra: Ultimate Development Plan e Salmon Date. Il primo è completamente inedito nella serie, nonché piuttosto complesso in quanto composto da più minigiochi. L'obiettivo principale sarà collezionare carte di rarità diversa per ogni personaggio dei vari Danganronpa, sfruttando una valuta di gioco presente solo ed esclusivamente in una sottosezione dungeon crawler della modalità, in cui potremo avventurarci qualora avessimo allenato a sufficienza il nostro Ultimate preferito tra tutti quelli esistenti, che siano Makoto, Hajime, Kaede o altri ancora. Il secondo minigioco presente nel post-game, Salmon Date, non è altro che una versione rivisitata della School/Island Mode di Danganronpa 1 e 2, introdotta da Monokuma come una parodia dei reality show: il nostro unico scopo sarà, infatti, cercare di diventare una coppia entro 10 giorni, prendendo appuntamento regolarmente con il ragazzo o la ragazza che più ci aggrada. Per chi se lo stesse chiedendo, la componente di crafting e gathering, presente nei precedenti episodi di Danganronpa, è stata completamente rimossa in favore di una maggiore concentrazione sulla componente dating sim.
 
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Per quanto si stia parlando di una visual novel, ignorare il comparto grafico e sonoro di Danganronpa V3 sarebbe veramente un crimine. Complici dell'esperienza acquisita negli ultimi anni, il Danganronpa Team ha dimostrato di saper creare – finalmente – delle ottime ambientazioni dettagliate in full HD, senza abbandonare, fortunatamente, il peculiare stile 2.5D che contraddistingue da sempre l'intera serie: in Danganronpa V3 ritroviamo, finalmente, la possibilità di esplorare un'intera accademia e relativi dintorni, ricchi –sebbene non eccessivamente – di dettagli extra, assenti nei precedenti titoli per ovvi motivi. Ma ciò che riesce sempre e comunque a stregare, sono le eccellenti OST realizzate da Masafumi Takada, portando in tavola una selezione di tracce realizzate con il consueto mix di jazz, rock e techno, introducendo nuove canzoni quanto rivelando svariati remix di altre OST storiche.
 
 
Si potrebbe parlare per ore ed ore di Danganronpa V3: Killing Harmony e, probabilmente, non sarebbe abbastanza neanche in quel caso. L'ultima fatica di Spike Chunsoft e del Danganronpa Team potrebbe essere definita il magnum opus di una squadra che ha saputo creare un vero e proprio capolavoro tra le visual novel, in grado di trascinare il giocatore nel mondo di Danganronpa senza estraniarlo dalla propria realtà, interrogandolo e sorprendendolo, raccontando una storia lunga quanto mai scontata. Non limitatevi ad acquistarlo per apprezzarlo, ma (ri)giocate e (ri)guardate ogni capitolo della serie prima di cimentarvi in Danganronpa V3: ne varrà la pena!

Il titolo è stato testato su una PlayStation 4 standard.