Una delle peculiarità di Talion, il ramingo coprotagonista del titolo assieme allo spettro elfico Celebrimbor, è senza dubbio la perseveranza; la sua caratteristica di non poter morire gli permette di ritornare ancora ed ancora a sfidare i suoi avversari, arricchendosi di numerose abilità. In un certo senso è quello che è successo anche al titolo L'Ombra della Guerra. Che siate o meno appassionati del Signore Degli Anelli e di tutte le storie ad esso correlate, il titolo si propone sin dall'inizio l'obiettivo di farvi innamorare di un sistema di gameplay profondo e vario, di sconfiggere la monotonia che aveva afflitto parte del primo capitolo e, in generale, di far divertire i videogiocatori. Vediamo insieme se Monolith Productions e Warner Bros. hanno rispettato le attese.
 
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Il senzamorte è tornato
 
Non ancora sazi di vite orchesche e, soprattutto, con un Sauron ancora libero di seminare il panico nella Terra di Mezzo, Talion e Celebrimbor decidono di sfruttare le abilità in fucina dell'elfo per forgiare un nuovo anello, che dia abbastanza potere per contra stare l'oscuro signore. Gli eventi iniziali però porteranno questo anello al dito del ragno Shelob, che qui si mostra nelle vesti rivisitate di una bellissima fanciulla, che come tanti ambisce ad usurpare il potere di Sauron. Sotto il ricatto delle sue visioni di preveggenza, costringe Talion a lanciarsi in battaglia per difendere la città di Minas Ithil dagli assalti orcheschi, presentandoci nel corso di tutto il primo atto del gioco la vecchia formula collaudata e migliorata del "corri ed uccidi". Salendo di livello ed acquisendo punti abilità anche abbastanza in fretta, si ha accesso ad un albero molto variegato di 120 skills, con le quali dileggiarsi nel dilaniare nemici, dai semplici orchi soldato ai comandanti dell'esercito. In questa fase la storyline è piuttosto lineare e neanche tanto ben narrata, evidenziando ancora i limiti che avevano accompagnato tutto il gioco de L'Ombra di Mordor. La trama del gioco prende ispirazione dalla trilogia di Tolkien, ma non è da considerarsi canonica. Alcune figure come Castamir sono state decisamente alterate, pur mantenendo le peculiarità per cui sono passati alla storia. Alla fine del primo atto poi le cose cambiano in maniera importante; finalmente il titolo si apre in tutta la sua imponenza, introducendoci a quello che è il vero focus: costruire il proprio esercito.

Gli orchi sono dominati dalla paura. Che il loro signore sia oscuro o lucente poco cambia e questo Celebrimbor lo sa. Sfruttando i poteri dello spettro Talion comincerà quindi la sua opera di reclutamento forzato, puntando a comandanti sempre più forti, in modo da avere fila nutrite di orchi di spessore. In questo titolo sono state introdotte diverse tribù orchesche, ognuna delle quali ha all'interno membri con determinate caratteristiche da sfruttare. Presi singolarmente poi, ogni orco ha un proprio livello ed una propria caratteristica: un avversario leggendario sarà molto più difficile da uccidere o sottomettere, ma garantirà equipaggiamento e caratteristiche molto superiori a soldati di rango inferiore. Parlando appunto di equipaggiamento, è evidente come sia diventato molto più importante per Talion averne cura: arma da mischia, da distanza ravvicinata o lunga, cappa, armatura ed anello, sono tutti item che si troveranno nel gioco di livello sempre più alto e con caratteristiche sempre migliori, oltre al fatto che potranno essere potenziate incastonandovi delle gemme che apporteranno vari bonus. Gli oggetti rari, epici o leggendari, avranno delle loro mini quest (di solito appartenenti ad azioni che si svolgono abbastanza normalmente giocando) che li potenzieranno ulteriormente. Addirittura due volte per tutto l'arsenale leggendario.

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Riferite al vostro signore che sto arrivando
 
L'obiettivo di Celebrimbor, molto più che di Talion, è quindi quello di formare un esercito per marciare contro il cancello nero e vendicarsi di Sauron una volta per tutte e non perderà una sola occasione di ricordare a chiunque il suo unico obiettivo. La sua fredda e determinata visione non ammette deviazioni e se ci ritroviamo a volte a muoverci in difesa degli umani è solo per la mediazione del ramingo, che affianca al desiderio di vendetta un forte attaccamento alla sua gente. Il fabbro elfico però è il vero punto centrale di questa storia, nonchè la figura che ne esce in assoluto meglio: tocca vette di epicità altissime (non è da tutti spaventare un'arena intera gremita di orchi e costringerli ad avvisare il loro padrone del suo arrivo) e sarà il protagonista delle scene più esaltanti del gioco. Il fatto di poter rivivere alcuni momenti di quando l'elfo era ancora in piena forma e mostrava abilità superiori a quelle del ramingo, aiuterà ancora meglio a conoscerlo a fondo. Queste missioni, insieme a tante altre, avranno degli obiettivi secondari più o meno difficili (i peggiori sono quelli legati al tempo di completamento), rispettare i quali darà vari benefici, da monete a punti abilità. Gli assalti alle fortezze sono ben realizzati ed anche la gestione delle truppe ci ha convinto. Per fortuna, essendo missioni molto lunghe e complicate, sono state dotate di checkpoint e, qualora dovessimo perdere nello scontro contro il reggente, ripartiremo da poco prima.
 
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Il Nemesis System, ossia il motore che permette una creazione costante e sempre nuova dei nostri avversari, è sensibilmente migliorato. Le statistiche, la comparsa e la personalità di ogni avversario sono assolutamente random e, complice anche l'ottima caratterizzazione dei nemici, in più di 30 ore di gioco non abbiamo mai avuto una sensazione di dejà-vu. Allo stesso modo, nonostante la durata medio-lunga del titolo (che supera le 40 ore se vi interessa completarlo al 100%), sarà molto difficile annoiarsi in attività ripetitive, dato che anche le stesse missioni verranno generate in maniera sempre nuova, aggiungendo tocchi di classe come orchi che credevamo di aver ucciso che tornano con protesi fisiche o altri capitani che ci cacceranno per vendicare la morte di loro compagni. Le storyline della seconda parte del gioco sono poi molto più varie e, nonostante il gioco non brillerà mai per vette narrative, le cose da fare saranno davvero tante.

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Un ramingo un po' appesantito

Il combattimento (le cui meccaniche sono mutuate a piene mani dai Batman Arkham) è molto divertente e le centinaia di abilità diverse da sfruttare in battaglia offrono approcci agli scontri per tutti i gusti. Tra le note dolenti di L'Ombra della Guerra però, ci sono alcune animazioni, evidentemente poco fluide e diverse situazioni di input lag negli scontri concitati (che sono praticamente tutti). I controlli a volte sono imprecisi (provare a dominare l'orco giusto nella mischia può essere snervante) ed il personaggio può risultare poco reattivo. Abbiamo trovato poco sensato abbinare il tasto della corsa a quello dell'arrampicata, problema già noto dai primi Assassin's Creed, dato che la cosa determina molta confusione in fase di fuga e/o rincorsa; senza questi difetti il gameplay sarebbe praticamente da 10 e lode, allo stato dei fatti diciamo che si può fare di meglio, nonostante il livello del divertimento sia elevato.
Dal punto di vista grafico invece il gioco è molto solido. Il dettaglio di ambientazioni e personaggi è alto, gli stessi nemici sono caratterizzati con la cura che di solito si riserva ai personaggi principali e girare per gli ambienti che fin'ora abbiamo visto solo al cinema è davvero un piacere. Colonna sonora non memorabile, ma azzeccata al contesto, non sfigura assolutamente.
 
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Orchi, troll, caragorn, graug, Nazgûl, Balrog (!!!), persino draghi da uccidere o dominare; c'è davvero tanta carne al fuoco con cui divertirsi. Così tanta che non capiamo la necessità di inserire delle microtransazioni obiettivamente superflue ed assolutamente non necessarie allo sviluppo del personaggio e dei suoi obiettivi. Resta il fatto che ormai quasi nessuna produzione riesce a privarsene; detto questo vi garantiamo che la cosa non apporta nessun miglioramento significativo all'esperienza, anzi probabilmente vi priva di qualche ora di sano divertimento in mischia.
 

Conclusioni
 
La Terra di Mezzo: L'Ombra della Guerra è un bel titolo. Vario, divertente ed appagante. Mostra il fianco ad un gameplay altalenante e condito da diverse imprecisioni nei comandi, ma che riesce comunque nell'obiettivo di divertire il giocatore. Nonostante la buona trama, la narrazione non è uno dei punti di forza di Monolith Productions, ma il background creato da Tolkien (da cui il gioco si prende diverse libertà) resta magnifico e con una lore tutta da esplorare. Complice anche un doppiaggio di alto livello, è eccellente la caratterizzazione di tutti i personaggi, nemici inclusi: l'elfo Celebrimbor spicca in assoluto più di tutti, con Talion a fargli da contraltare nella sua cieca sete di vendetta nei confronti di Sauron. Il Nemesis System funziona a meraviglia e 30 ore di gioco non basteranno ad annoiarvi, perchè costruirsi e comandare un esercito è emozionante e davvero soddisfacente. Se cercate del sano divertimento ed un'esperienza profonda, qui li troverete, nella speranza che ancora una volta il ramingo torni migliore di come l'abbiamo lasciato.