Cosa succede quando si prende un grande classico in un settore un po' in crisi come quello degli FPS, lo si unisce ad una sceneggiatura distopico/tarantiniana e lo si condisce con della sana lucida follia? Semplice, nasce Wolfenstein II: The New ColossusBethesda Softworks e MachineGames hanno davvero fatto le cose per bene, prendendo quanto era stato fatto nell'ottimo primo capitolo ed elevandolo ulteriormente, portando le ore trascorse assieme a B.J. “Terror-Billy” Blazkowicz ad un livello di divertimento assolutamente superiore e per di più, dimostrando che la presenza del multiplayer non è conditio sine qua non per un titolo di successo. Seguiteci nella nostra recensione e scoprirete il perchè.
 
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Un passato poco invitante
 
Tanto le basi su cui si fonda l'universo di Wolfenstein, ovvero di una Germania nazista vittoriosa sull'America durante la seconda guerra mondiale, quanto la vita del protagonista (che scopriremo pian piano nel gioco), sono due realtà decisamente sconfortanti e con cui saremo costretti a fare i conti. A suon di bombe nucleari gli Stati Uniti Sono stati soggiogati e vivono la loro epoca d'oro degli anni '50 e '60 all'ombra del Führer e dei suoi sottoposti non meno psicopatici. In molti (ad esempio i membri del Ku Klux Klan) si sono rassegnati o hanno addirittura trovato beneficio dalla dominazione straniera, mentre qualcuno proprio non ci sta. Tra questi ovviamente Blazkowicz, che assieme ad un manipolo di ribelli era riuscito a conquistare il sottomarino Martello di Eva per utilizzarlo come base mobile. Alla fine degli eventi del primo capitolo però Terror Billy era stato dato per spacciato, salvandosi per il rotto della cuffia pur uscendone davvero malconcio. A partire dal folle incipit, quando ci ritroveremo in sedia a rotelle a resistere ad un'invasione del sottomarino e per a buona parte della storyline, il nostro soldato sarà costretto a muoversi grazie alla tuta corazzata di Caroline, avendo però la salute dimezzata. Il tutto con la convinzione di non avere più molto da vivere e con una compagna incinta di due gemelli. I drammi interiori di William vengono affrontati egregiamente, con flashback e frasi lapidarie pronunciate durante l'esplorazione. Senza spoilerare nulla di una trama tutt'altro che scontata, da un certo punto in poi del gioco tutto cambierà nuovamente. Ci ritroveremo in una situazione ancora una volta rovesciata e potremo acquisire nuove abilità: un busto per aumentare la forza di sfondamento in corsa, un costrittore che permette di restringere il torace per strisciare attraverso passaggi angusti, oppure dei trampoli per raggiungere altezze altrimenti inarrivabili.
 
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La follia dello sviluppo della storia non perde mai di coerenza: nonostante le trovate siano decisamente aldilà del possibile, tutto diventa perfettamente plausibile nell'universo di Wolfenstein, che gode di una sceneggiatura orchestrata in maniera superba.
 
Kill "Billy"
 
Tutte le cutscene sono girate ed interpretate egregiamente, con quella crudezza che ritroviamo in quasi tutte le produzioni di Tarantino e con un doppiaggio assolutamente all'altezza. Dal punto di vista del gameplay, il titolo si presenta come un FPS di fattura pregevole, con un grado di difficoltà mediamente elevato, poche armi tutte ben caratterizzate ed un'IA settata in modo da poterci facilmente mettere in difficoltà. Blackowicz non può mai optare per un approccio da "camper", perchè il level design non offre mai una postazione al riparo dall'accerchiamento. Trovarsi uno o due nemici alle spalle significa morte certa, perciò le scelte di azione sono essenzialmente due: armi spianate e movimento continuo, oppure stealth fin quando è possibile, puntando decisi verso i comandanti, per impedire di chiamare rinforzi.
 
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La possibilità - ben gestita - di imbracciare due armi qualsiasi del nostro inventario contemporaneamente, offre una gradevole alternativa agli amanti del caos, che troveranno allo stesso modo piacevole il fatto di poter utilizzare le armi pesanti (a patto di strapparle dai cadaveri dei nemici più grossi), per fare strage di soldati nazisti. La varietà di questi ultimi (che si dividono in soldati umani e robot) è forse l'unico punto debole del titolo, anche se la cosa non ne inficia minimamente la godibilità. Potremo infine agire sia migliorando gli "attrezzi del mestiere" di Terror Billy, con degli appositi kit di potenziamento, che potenziando le sue qualità sul campo: questo avverrà però solo continuando ad eliminare soldati nemici in tutti i modi possibili. Al raggiungimento di determinati obiettivi vedremo accrescere qualche caratteristica del nostro ribelle preferito, sia in termini di efficacia che di numeri di munizioni trasportabili.
 
Ritorno al futuro
 
La crescita del protagonista va quindi di pari passo con lo sviluppo della storia che procede a ritmi sempre più serrati, lasciandoci con l'acquolina in bocca per il terzo capitolo della saga. Tecnicamente il titolo è di ottimo livello. Giocato su console Xbox One (mentre sulla copertina viene citata l'ottimizzazione già pronta per Xbox One X), i 60fps restano molto stabili senza rinunciare alla qualità dell'immagine, anche in presenza di molti nemici o di tanti effetti su schermo. Sono davvero pochi i punti in cui si nota una minore attenzione ai dettagli, mentre personaggi ed ambienti godono di una caratterizzazione assolutamente di prim'ordine. Menzione d'onore sia, per l'azzeccatissima colonna sonora, capace di sottolineare tutte le fasi del gioco e di accompagnarci in maniera perfetta nel nostro incedere, che per gli effetti sonori ed ambientali, messi sempre nel posto giusto.
 
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Prendere in mano il joypad e buttarci nella New Orleans devastata dalle bombe, ci restituirà sensazioni che gli FPS sembravano aver dimenticato, relegandosi quasi esclusivamente al ruolo di "servizio" per il passatempo in multiplayer, scevro di qualsivoglia parvenza di storyline o di coinvolgimento emotivo. Forse spettava proprio al capostipite di questa dinastia (di cui ritroveremo la prima versione all'interno del gioco, in una sorta di inception videoludico), ricordare che i giochi possono tenere incollati allo schermo anche senza il fattore competitivo/speculativo che viene dallo scontro con altri avversari umani. La presenza di contenuti endgame e la possibilità di compiere una scelta iniziale capace di indirizzare lo svolgimento in due direzioni diverse, offrono ulteriori ore di divertimento che, siamo sicuri, non faticherete a cogliere.
 

Conclusioni
 
MachineGames Bethesda hanno confezionato un prodotto degno del suo passato. Wolfenstein II: The New Colossus è folle, divertente, adrenalinico, diretto alla perfezione e realizzato altrettanto bene. Un B.J. Blazkowicz in grande spolvero si muoverà nelle varie ambientazioni seguendo una trama che non trasmette mai cedimenti, anzi regalandoci ore (circa 13/15 per la campagna a difficoltà medio/alta) di crudo divertimento ai danni dei poveri soldati nazisti. La caratterizzazione di protagonisti ed antagonisti è magistrale, aiutata dal doppiaggio e dalle cutscene che si attestano ai massimi livelli del genere. L'ottima realizzazione tecnica e la colonna sonora azzeccatissima sono la ciliegina sulla torta per un titolo che dice una cosa sola: Terror-Billy è tornato per dimostrare che la resistenza americana ed i single player non sono assolutamente spacciati.