Call of Duty è senza ombra di dubbio uno dei titoli più emblematici della scorsa generazione; non solo è praticamente riuscito a diventare sinonimo di sparatutto in prima persona, ma ne è anche diventato il simbolo insieme al rivale Battlefield. Sebbene, capitolo dopo capitolo, abbia sempre ottenuto cifre record per quanto riguarda vendite e giocatori attivi nella comunity, una delle accuse più diffuse nei confronti di Call of Duty è sempre stata la monotonia dei contenuti, nonchè la scarsa varietà delle novità proposte.
 
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Dopo l’accoglienza non troppo rosea dell’innovativo Infinite Warfare, probabilmente troppo diverso da ciò che il fan medio si aspettava da un capitolo della serie (nonostante le critiche…), Activision sembra seguire DICE e così, come accaduto con Battlefield, torna sui propri passi proponendo una delle ambientazioni più classiche per il genere: la Seconda Guerra Mondiale. La scelta sarà stata vincente? Dal punto di vista delle vendite decisamente sì, ma continuate a leggere la recensione per capire se il risultato finale possa o meno piacere anche a voi.

Scegliete il vostro equipaggiamento e andate, i nemici al fronte sono pronti ad accogliervi


Call of Duty: WW2 propone fondamentalmente tre modalità ben distinte: la storia da giocare in solitaria, il survival zombie cooperativo e il multipayer con tutte le sue varianti. La storia ripercorre alcune delle imprese più famose compiute dai soldati americani durante la grande guerra, partendo dal famigerato Sbarco in Normandia e proseguendo con tante altre famose operazioni.
 
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La trama non brilla particolarmente per originalità e lo stesso si può dire per i protagonisti; tuttavia nel complesso risulta decisamente piacevole grazie ad una narrazione spedita e all’ottimo level design che contraddistingue tutte le missioni, ognuna estremamente divertente da giocare non solo grazie alla teatralità delle scene, ma anche per la varietà degli eventi ed obiettivi proposti.

Il focus della storia non sarà tanto la guerra intesa come conflitto fra due fazioni con vincitori e vinti, bensì si concentrerà sui pericoli e difficoltà che i soldati si trovano ad affrontare al fronte. Tale scelta avrebbe potuto generare qualcosa di molto interessante, ma il fatto che solo i soldati americani godano di una caratterizzazione (ovvero si comportano da esseri umani) mentre quelli tedeschi si limitano a essere tutti dei mostri-macchina assetati di sangue quasi sempre spietati e gratuitamente malvagi; questo finisce per privare di pathos buona parte delle scene. Una discrepanza così grande fra i comportamenti delle due nazioni non enfatizza le loro differenze, ma finisce invece per evidenziare il patriottismo spicciolo americano, finendo per ridurre un conflitto mondiale ad uno sterile scontro fra buoni e cattivi, entrambi tali per dovere di cronaca.
 
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La modalità storia comunque è solo l’antipasto di ciò che Call of Duty: WW2 ha da proporre, la portata principale infatti la si può trovare nel multiplayer sia locale che online. Le modalità di gioco sono tante e varie, spaziano infatti dai classici Deathmatch a Squadre al conquistare/difendere una zona fino alle Operazioni di Guerra e il Football(?!). A seconda della modalità gli obiettivi per vincere saranno diversi, rendendo più o meno importanti diverse tipologie di abilità, premiando quindi chi saprà capirne necessità e peculiarità, adattandosi di conseguenza. A questo proposito, torna la possibilità di personalizzare le classi scegliendo non solo armi e potenziamenti, ma anche abilità speciali che differenzieranno ancora di più i soldati in campo.

La già citata grande varietà di modalità fornirà un’esperienza di gioco estremamente varia, capace di soddisfare sia chi è più interessato alla competizione che coloro che vogliono semplicemente spegnere il cervello e farsi due risate con gli amici.
 
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Menzioni d’onore alle Operazioni di Guerra e al Football; la prima proporrà tre missioni, ispirate alla storia, con tre obiettivi diversi da completare in successione, alla fine poi le due squadre si scambieranno i ruoli di attacco e difesa giocando quindi una nuova manche nei panni dei precedenti avversari. La modalità Football, nella sua geniale semplicità, è forse quelle che premia maggiormente il gioco di squadra poiché il team per vincere dovrà proteggere il giocatore con la palla, il quale mentre la tiene non potrà sparare, ed aiutarlo dunque a fare touchdown (raggiungere una zona specifica, ovviamente diversa a seconda della squadra), il tutto mentre i giocatori si sparano come nel più classico dei Deathmatch.

La modalità Zombie è ormai un marchio distintivo della serie e in Call of Duty: WW2 torna con due missioni diverse. La prima è un normale survival, ovvero ondate infinite di zombie con equipaggiamenti e potenziamenti sparsi nell’area di gioco, sempre disponibili per coloro che hanno raccolto sufficienti punti per acquistarli. La mappa scelta per questa modalità è un omaggio all’originale apparsa in Call of Duty: World at War, i giocatori si troveranno infatti in una versione leggermente modificata della nota casa abbandonata con cui questa modalità cooperativo ha debuttato nel quinto capitolo della serie.
 
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La seconda missione selezionabile mantiene l’impostazione survival con ondate di zombie dal numero e dalla forza crescenti, ma si avvicina più ad una sorta di storia da giocare in cooperativa poiché, oltre che sopravvivere, vi saranno diversi obiettivi da compiere i quali porteranno i giocatori ad esplorare a fondo la mappa e scoprire come e perché i nazisti abbiano creato la sottospecie di inferno in terra in cui i personaggi si sono ritrovati. Entrambe le due missioni risultano divertenti e ben strutturate tuttavia il fatto che si limitino a sole due mappe (una sola per missione) fa venire a noia la modalità più velocemente di quanto non meriterebbe.
 

GIUDIZIO FINALE

Call of Duty: WW2 è un ottimo esponente della serie, capace di accontentare tutte le tipologie di giocatori mettendo a disposizione una vasta gamma di modalità, accompagnando infine il tutto con una forte atmosfera da film americano che metterà a proprio agio lo zoccolo più duro dei fan. Il re degli sparatutto con un’impronta più arcade è quindi ufficialmente tornato ed è più in forma che mai, purtroppo ambientazioni e tematiche più innovative e originali sono state sacrificate in favore di elementi più classici, tuttavia la qualità del prodotto finale è innegabile e difficilmente i fan della serie si troveranno delusi, anzi, probabilmente era proprio il Call of Duty che stavano aspettando.
Per quanto riguarda coloro che non hanno mai preso in considerazione la serie, difficilmente questo capitolo vi farà cambiare idea, ma l’esperienza di gioco proposta, sia in singolo che in compagnia, potrebbe rivelarsi comunque più divertente di quanto pensiate.

Gioco testato su Playstation 4.