Scavalcati finalmente i confini giapponesi a cui da diverso tempo era relegato, Shining Resonance arriva in Occidente con un'edizione comprensiva di tutti i DLC rilasciati per la controparte PlayStation 3 di origine nipponica, arricchita di una modalità totalmente inedita e confezionata all'interno di un pacchetto conosciuto come 'Shining Resonance Refrain', disponibile da qualche settimana per PlayStation 4 e Nintendo Switch.
Vi illustriamo le sue caratteristiche, ponendo particolare accento sulla versione per console ibrida Nintendo e se quest'ultima possa costituire la migliore scelta d'acquisto.


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A metà tra Tales of in termini di sistema di combattimento e Persona in quanto a meccanica simil dating simulator, Shining Resonance Refrain risplende in entrambi i campi sopraccitati, sacrificando tuttavia una componente essenziale per un JRPG che si rispetti: la trama.
Condita di tutti i cliché più classici del genere, in un mondo che unisce l'ingrediente fantasy al medievale, il titolo non riesce ad incidere adeguatamente se non dal punto di vista del fanservice, complici gli ottimi artwork del maestro Tony Taka e la meccanica dating simulator.
Tra Sonia e Kirika la scelta è ardua, così come potrebbe costituirlo per le altre ragazze che si uniranno al vostro party, tuttavia qualunque sia la vostra prediletta il gioco riuscirà a ricompensare adeguatamente il tempo trascorso al loro fianco: tra una gita e l'altra nella hub centrale di gioco, Marga, numerosi saranno i dialoghi atti ad approfondire ciascun lato caratteriale della partner (con qualche sfortunata eccezione costituita da conversazioni talvolta ripetitive).

Ma, chiaramente, un appuntamento sporadico non può certo risollevare una trama alquanto blanda di base. Senza incorrere in spoiler di alcun tipo, le soli premesse dovrebbero essere sufficienti a capire dove l'intera avventura voglia andare a parare: impersonando il protagonista Yuma, custode del leggendario Shining Dragon, dovremo impedire la pericolosa ascesa dell'Impero nei territori che preferirebbero mantenere una posizione antibellica, cercando di sventare al contempo le macchinazioni di questi ultimi, per qualche motivo (abbastanza prevedibile) interessati alla creatura che risiede all'interno di Yuma. Ad appesantire una trama che di fatto non riesce a decollare in alcun modo, troviamo l'assenza più totale di un sistema di fast travel che possa riportarci nelle zone precedentemente esplorate, costringendoci dunque a tornare più e più volte sui nostri passi nel tentativo di raggiungere una zona contrassegnata come punto di avanzamento per le vicende di gioco. Il backtracking sarà, insomma, all'ordine del giorno.


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Trattando del sistema di combattimento, Shining Resonance Refrain ricalca perfettamente lo stile a cui ci ha abituati la serie di Tales of, ovvero battaglie pressoché in tempo reale, con una certa libertà di movimento ed una serie di attacchi speciali eseguibili tramite la combinazione di due tasti specifici del Joy-Con o del DualShock 4. Gli attacchi base, invece, si eseguiranno alternando – nel caso della versione Nintendo Switch – il tasto A e X (quest'ultimo ideale per sfondare la difesa avversaria). Ma la vera componente originale del gioco risiede nel sistema B.A.N.D., una meccanica che garantirà, finché in esecuzione, un vantaggio notevole sulle forze avversarie potendo beneficiare di uno specifico boost, scelto a priori a vostra discrezione tra incremento dell'attacco, dei colpi critici ecc. In assenza delle Arti Mistiche di Tales of, dunque, la meccanica sopraccitata è in grado di garantire un momento particolarmente incisivo nel corso degli scontri, così come potrebbe rappresentarlo la possibilità di trasformare sotto appositi comandi Yuma nello Shining Dragon.
La trasformazione nel drago leggendario costituisce essenzialmente un'arma a doppio taglio finché non sbloccherete una fase del suddetto ''power-up'' successiva allo stadio iniziale: se non presterete attenzione alla vostra quantità di mana, incorrerete nel rischio che la creatura mistica possa entrare in uno stato di berserk, colpendo indiscriminatamente nemici e alleati, subentrando in un game-over improvviso.


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La possibilità di cambiare leader del party in quasi ogni momento dello scontro, e anche al di fuori degli stessi combattimenti, rappresenta un ottimo incentivo per variegare le proprie strategie di battaglia, potendo contare su personaggi improntati ciascuno su determinate qualità combattive, raramente identiche tra loro. A rendere decisamente piacevoli i combattimenti nonché la fase esplorativa del mondo fantasy-medievale in cui verremo catapultati, troviamo una colonna sonora coinvolgente e, a volte, molto simile alle note regalateci dalle epiche musiche di Final Fantasy XIV: Heavensward.

La versione Nintendo Switch non sminuisce alcuna componente di gioco finora analizzata, potendo vantare 30FPS stabili e una grafica, per quanto leggermente deturpata dall'onnipresente aliasing, che non mostra eccessivamente i segni del tempo rappresentati dalla natura PlayStation 3 del titolo.

La vera novità dell'edizione finora analizzata di Shining Resonance consiste nella modalità opzionale ''Refrain'', la quale permette di integrare all'interno del proprio party due personaggi appartenenti alle fila nemiche, controllandoli a propria discrezione e interagendoci in nuove battute di dialogo.
La scelta di inserire tra i propri compagni di viaggio la coppia di ''new entries'' in questione è tuttavia poco incentivante e alquanto paradossale: vedere d'altronde combattere Excella contro se stessa potrebbe essere tutt'altro che uno spettacolo per gli occhi.

 

Shining Resonance Refrain, pur non convincendo pienamente in termini di storia, rappresenta un buon action JRPG a cui approcciarsi nel momento in cui aveste voglia di un'avventura classica, dalle atmosfere fantasy-medievali, e arricchita di waifu interessanti. Raccomandiamo tuttavia di iniziare il gioco nella ''Original Mode'', onde evitare boss fight paradossali tra cloni che potreste integrare nel vostro party.