A prima vista Sword Legacy: Omen, titolo dallo sviluppo indipendente ad opera di Firecast Studio Fableware Narrative Design, può sembrare un gioco dai toni leggeri, eppure appena lanciati nella storia ci rendiamo subito conto che così non è. Uther, la guardia personale di Re Leof, viene avvertito da Merlino di un pericolo incombente dal quale però non riescono a reagire a dovere. Il re viene ucciso, la principessa Igraine rapita e la compagnia, che si arricchisce della ladra Gwen e dello scudiero Dwanne, si salva per miracolo dai soldati nemici.

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Appena fuori dalla città i quattro si rendono conto che qualcosa bisogna fare per contrastare l'esercito del Wessex capitanato da Gorlois e decidono di cercare alleanza negli altri stati della Britannia. Quello che trovano però è un'epidemia, proveniente dall'acqua potabile, che sta decimando le popolazioni, incapaci in questo modo di poter reagire per unirsi al salvataggio della principessa. Spetterà ad Uther ed alla sua squadra, che si arricchirà di sempre nuovi elementi, salvare la Britannia e sconfiggere Gorlois.

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Dal punto di vista del gameplay il gioco si presenta come un classico RPG a turni di stampo Dungeons & Dragons, dove durante gli scontri ogni personaggio avrà un tot di punti azione da spendere per muoversi, attaccare o compiere qualsiasi altra azione, tra cui spingere o nascondersi dietro i barili per costringere gli avversari a spendere punti di movimento. Il sistema di combattimento non è affatto semplice e ci costringerà a gestire molto bene i nostri turni; lanciarsi indiscriminatamente addosso agli avversari per attaccare per primi, raramente porterà buoni frutti ed anche in caso di superiorità numerica non è scontato venir fuori malconci da uno scontro approcciato nella maniera sbagliata. L'IA nemica è bilanciata ottimamente per costringerci ad usare tanta strategia in ogni battaglia, spingendoci ad utilizzare a fondo le abilità di ogni membro del party (che potremo decidere ad inizio missione) e che potremo evolvere spendendo punti Fama accumulati man mano che si progredisce nel gioco.

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La fase di esplorazione invece è piuttosto lineare ed è forse il punto dove maggiormente il titolo scende di intensità; dovremo girare per le non vaste aree di gioco raccogliendo indizi e, qualora ci trovassimo nelle città, usufruendo dei servizi che queste mettono a disposizione, inclusi mercati vari e l'immancabile locanda per permettere di recuperare salute al sicuro (ma non gratis). Scegliere invece di riposarsi in un accampamento al di fuori delle città esporrà il nostro gruppo al rischio di un'imboscata notturna, con il rischio di ritrovarsi tutt'altro che ristorati dalla nottata.

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Graficamente il taglio dato è cartoonesco, sia nelle "cutscene" che spiegano gli avvenimenti tra un capitolo e l'altro, sia nelle fasi di gioco vero e proprio, che comunque non si risparmiano i  dettagli più crudi come ammassi di corpi e scie di sangue. Il comparto audio invece si limita al minimo sindacale, risultando complessivamente senza infamia e senza lode. Il gioco purtroppo non presenta la lingua italiana e per chi non è abbastanza padrone dell'inglese è un ostacolo non da poco.

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Conclusioni
 
Sword Legacy: Omen, titolo indipendente nato dal lavoro di Firecast Studio Fableware Narrative Design e prodotto da Team17 Digital, risulta essere un RPG vecchio stampo come non se ne vedevano da un po'. Il prodotto finale è molto godibile, con scontri accesi e per nulla scontati, di conseguenza molto soddisfacenti quando portati a termine ed una trama che, seppur senza picchi, rimane godibile dall'inizio alla fine. Lo stile cartoonesco è ben integrato nella crudezza in cui versa il regno di Britannia prima dell'avvento di Re Artù, in un mondo in cui Uther ed i suoi compagni dovranno farsi largo tra intrighi, rapimenti, guerre ed epidemie. Disponibile dal 13 agosto 2018 per PC (via Steam) a 17,99 €, ma in sconto del 20% fino ad oggi 20 agosto, ci sentiamo di consigliare questo titolo a tutti gli amanti del classico gioco alla D&D, ma anche a quanti vogliono una sfida superiore alla media di questa generazione di videogames. Unica vera nota negativa è rappresentata dalla mancata localizzazione in italiano, cosa che deve necessariamente tenere in conto tutti quelli che non sono almeno discretamente padroni dell'inglese o di una delle altre lingue comprese.