Nelke von Lestamm, una giovane nobildonna, è sempre stata affascinata dal Sage of Granzweit, un’antica leggenda narrante il Granzweit Tree, che si dice conferisca un grande potere a coloro che lo scoprono. Una volta venuta a conoscenza che il Granzweit Tree si troverebbe nelle terre di suo padre, vicino al piccolo villaggio di Westwald, questo concede a sua figlia il permesso di cercarlo, a patto però che diventi una governatrice capace, in grado di trasformare il rurale villaggio di Westwald in una prospera città.

Accettato con entusiasmo questo incarico, Nelke si mette subito al lavoro accompagnata dalla sua fedele aiutante Misty Ellude, ricevendo immediatamente il prezioso supporto del carismatico Kunos e di altri lavoratori del posto, tuttavia Nelke è ben conscia del fatto gli alchimisti, con le loro abilità uniche di sintesi, possono essere una risorsa di fondamentale importanza per lo sviluppo di una comunità. La fortuna però sembra girare dalla sua parte, dato che poco dopo il suo insediamento da governatrice di Westwald, fa la sua apparizione nelle vicinanze proprio un’alchimista, Marlone (detta Marie), che accetta di buon grado di farsi costruire un Atelier e di stabilirsi nel villaggio. Passano i giorni e a Marie si aggiunge prima la collega Elie, poi Lilie, Judith, Firis, Lydie, Suelle, Klein, Lita e moltissimi altri alchimisti e alchimiste che affermano di provenire da “altri mondi”, queste misteriose apparizioni sono il frutto di incredibili coincidenze, o hanno a che fare con il leggendario Granzweit Tree?

 

Con Nelke & the Legendary Alchemists: Ateliers of the New World, Gust volge lo sguardo al passato pubblicando un titolo celebrativo che rende omaggio al ventesimo anniversario della serie Atelier, nata su PlayStation e Sega Saturn nel lontano 1997 e che ha da allora generato una ventina di giochi principali, in aggiunta ad una buona dose di spin-off e riedizioni. Nelke & the Legendary Alchemists Gust propone un cambio alla formula consolidata, allo scopo di dare spazio ad una moltitudine di personaggi, condizione che sarebbe ai limiti dell’impossibile con la struttura di RPG classico; ecco quindi l’idea di un gestionale con protagonista una caparbia nobildonna intenta a trasformare un villaggio sperduto in una vivace e produttiva città.

Il concetto alla base di questo spin-off, che a prima vista potrebbe sembrare alieno alla serie, è in realtà abbastanza intuibile: prendere la struttura alchemica di gathering e synthesis, marchio di fabbrica della serie, applicandola però non ad un singolo e personale Atelier, bensì nella catena produttiva di una comunità, e si avrà già una visione abbastanza accurata di cosa sia Nelke & the Legendary Alchemists. Per quanto dunque la protagonista agisca in principio per un fine ultimo abbastanza personale, in questo Atelier il perno si trasferisce dalla singola realizzazione professionale al benessere di una collettività, combinando in modo piuttosto convincente la struttura “a tempo” tipica della serie, al genere del city building.
 

Il ciclo di sviluppo è presto spiegato: con le esplorazioni si raccolgono materiali, con i materiali si creano oggetti negli Atelier, e gli oggetti andranno venduti in negozi di vario tipo (cibo, articoli generali, armi), allo scopo di crescere gli introiti della città e di conseguenza il numero di abitanti. Erigere coltivazioni e fattorie garantisce la produzione costante di materie prime, mentre edifici di secondaria importanza ed elementi ornamentali apportano benefici di vario genere alle attività circostanti (crescita del giro di affari, velocità di produzione etc). Come negli Atelier, la storia prosegue al conseguimento di determinati obiettivi, che si dividono in principali e secondari, entro una certa scadenza.

In base alle nostre esigenze di scorta o alle richieste che inizieranno a pioverci addosso da ognuno dei personaggi reclutati, su cadenza settimanale si potrà indicare ad ogni singola attività determinati obiettivi, ai negozianti diremo pertanto su quale articolo concentrare le vendite, mentre gli alchimisti prenderanno le varie ordinazioni sugli oggetti da creare. Con l’aumentare della loro esperienza, i preziosi alchimisti, singolarmente o in gruppo tra loro, ci proporranno di finanziare l'avvio di determinati studi di ricerca, sviluppando così nuove ricette ma anche nuovi edifici per la città. Dal canto suo la nostra energica governatrice non si ferma neanche nel fine settimana, anzi, in questo frangente Nelke può dedicare il suo tempo visitando alchimisti e abitanti, sbloccando in tal modo eventi e richieste che andranno ad accrescere il loro grado di affinità nei nostri confronti, oppure può decidere di andare in esplorazione per scoprire nuovi luoghi e raccogliere materie prime, facendosi accompagnare da Misty, Kudos e due alchimisti.
 
Nelke von Lestamm al lavoro

Ed è qui che Nelke & the Legendary Alchemists mostra forse il suo lato più “povero”: il gioco Gust non offre infatti un’esplorazione in ambienti 3D come la serie ci ha abituato negli anni, bensì vedremo i personaggi camminare lungo un sentiero e raccogliere i materiali in modo automatico, un sistema comunque in linea con l’aspetto gestionale del titolo, e che rimanda a modo suo ai primissimi capitoli per PlayStation. Anche il sistema di combattimento a turni mostra tutto il suo classicismo, in cui i personaggi sono schierati con i tre/quattro protagonisti davanti (Nelke, Misty, Kudos e Lotos), e uno o due alchimisti nelle retrovie, intenti a supportare i compagni oppure a colpire i nemici con i loro intrugli; i primi sono manovrabili interamente dal giocatore e a loro spetta il compito di attaccare o usare oggetti, mentre gli alchimisti sono mossi da un’intelligenza artificiale, ma è comunque possibile dire loro quando effettuare le tecniche speciali.
Al posto dei più familiari punti magici, per l'utilizzio delle tecniche personali i membri del gruppo hanno a disposizione dei "Punti Drive" che si riempiono, fino ad un massimo di cinque, ogni qualvolta effettuata un’azione. A ciò si aggiunge un indicatore sulla sinistra dello che si riempie all’unisono da tutto il gruppo, attivandola al suo riempimento si entrerà in modalità Burst, che ha l’effetto di rafforzare il team, conferendo inoltre un punto Drive a ciascun personaggio.
 

Gli alchimisti, che si uniscono automaticamente proseguendo nell’avventura, sono davvero tantissimi e provenienti da praticamente tutti i capitoli della serie, dal capostipite Atelier Marie all’ultimo uscito Atelier Lydie & Suelle. Purtroppo i cinque giochi che precedono Atelier Iris: Eternal Mana rimasero confinati in Giappone, e ciò rende difficile cogliere i riferimenti a Marie, Elie, Lilie, Judie, Viorate e i rispettivi personaggi secondari (perché ci sono anche loro, figuriamoci io ci ho messo un po’ a ricordare che Hagel fosse da Atelier Iris un negoziante ricorrente nella serie), di converso però Nelke & the Legendary Alchemists offre la possibilità ai fan occidentali di approfondire le origini della serie attraverso le loro protagoniste più “sconosciute”, magari per noi ma non certo per i giapponesi, dato che ad esempio Judith è ancora oggi tra le più amate (quante sue colleghe potevano vantare di avere un blog personale?).

La mancanza di animazioni non impedisce al titolo di avere un aspetto piacevole grazie agli artwork e alla consueta sobrietà che caratterizza lo stile di questo studio, e nonostante qualche evidente difformità di character design, inevitabile considerati i tanti anni che intercorrono fra alcuni di essi, il risultato d'insieme è parso comunque apprezzabile. L’aspetto enciclopedico del gioco Gust passa anche dalla presenza di numerosi extra sbloccabili come schede dei personaggi, trame dei giochi, gallerie d’arte e player musicale.
 
 
Un budget palesemente più contenuto rispetto a quello dedicato ai capitoli principali non impedisce a Nelke & the Legendary Alchemists: Ateliers of the New World di essere un piacevole diversivo in attesa di Lulua, oltreché un sentito omaggio ai vent’anni della serie delle alchimiste. Coloro che temono questo momentaneo cambio di genere non dovrebbero trovare spaesamento o particolari picchi di difficoltà; ne è la prova il qui presente che ha nel suo curriculum qualche partita a SimCity 2000 in cui prendeva le redini di una città tipo Tokyo passata dal cugino per renderla in un anno uno scenario post-apocalittico con le banche autodistrutte per la disperazione. L’unico a funzionare era Populous ma perché lì si erigevano vulcani che distruggevano le capanne degli indigeni che ti veneravano. Ciò nondimeno la progressione con l’amministrazione Nelke è andata avanti in modo abbastanza scorrevole e senza intoppi. L’esperienza può semmai incorrere in una certa ripetitività, dato che il ciclo stesso del gioco tende alla ripetizione delle medesime azioni, difetto che viene in parte smorzato dalla presenza delle scene sbloccabili e dei dialoghi con i vari personaggi, tutto sta quindi nel quantificare il proprio livello di apprezzamento della serie.