Lo studio di sviluppo indipendente Image & Form Games si è sempre contraddistinto per produzioni di ottima qualità con un comune denominatore che in ogni gioco viene mixato sapientemente con generi del tutto diversi tra di loro: il mondo Steampunk.

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Il primo Steamworld era un tower defence, Steamworld Heist un tactical shootout con protagonisti dei pirati spaziali mentre nei più famosi Steamworld Dig 1 e 2 (di cui potete leggere la nostra recensione a questo indirizzo) il giocatore era chiamato a scavare aridi terreni in un mondo in stile Western.
Da alcuni giorni è disponibile la nuova creazione di Image & Form Games Steamworld Quest: Hand of Gilgamech, che rivoluziona ancora una volta la serie proponendo un RPG a turni in cui gli attacchi vengono selezionati tramite l’uso di carte da gioco.
Questa volta il setting scelto dagli sviluppatori è ancora più azzardato: un fantasy con draghi e cavalieri, tutti nel classico stile steampunk a cui ci hanno abituati gli sviluppatori nei precedenti episodi.

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Protagonisti della storia sono tre robot che loro malgrado si ritrovano a compiere un’impresa coraggiosa per sventare il ritorno del malvagio Signore Oscuro che in passato aveva quasi distrutto il loro mondo.
Per riuscire nel loro compito i nostri dovranno affrontare una serie di robot fuori controllo in una storia che li vedrà crescere e incontrare nuovi amici pronti a dare una mano “meccanica”.
Durante le 15-20 ore di gioco necessarie per il completamento dell’avventura faremo la conoscenza di Armilly, un’aspirante eroina a cui era stato rifiutata più volte l'ammissione alla gilda degli eroi, Copernica, un’alchemista pronta a dare preziosi consigli agli amici, e Galleo, una specie di nerd-robot coinvolto suo malgrado nell’impresa. Tre personaggi ben caratterizzati, ognuno con un set diverso di carte e caratteristiche uniche che permettono al giocatore molteplici opportunità di azione. Ad esempio Armilly è il classico cavaliere senza macchia e senza paura con carte in grado di infliggere pesanti danni, mentre Copernica può lanciare diversi incantesimi con gli elementi fuoco, gelo e fulmini e allo stesso tempo offrire protezione agli amici con delle barriere magiche.
Le carte sono quindi il fulcro delle battaglie e sarà compito del giocatore comporre un buon mazzo formato da otto carte per personaggio. A ogni turno di battaglia si dovranno scegliere tre carte tra le sei pescate a caso dal sistema e che permettono di infliggere danni agli avversari, fornire protezione agli alleati e perfino ripristinare la salute; una volta terminato il nostro turno saranno gli avversari che ci si parano davanti ad attaccare senza pietà. Le carte in nostro possesso si dividono in due gruppi: quelle “base” offrono l’opportunità di aggiungere un ingranaggio alla propria mano mentre quelle più potenti possono essere attivate solo con un numero corretto di ingranaggi, indicato nella parte in alto a destra della carta stessa. Sarà dunque importante costruire un mazzo equilibrato poiché senza carte base non avremo nemmeno la possibilità di attaccare l’avversario, subendo una pesante sconfitta.

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Le carte di ogni personaggio sono contraddistinte e riconoscibili da un colore diverso per ciascuno di essi e, se saremo in grado di attivarne tre di ugual colore, avremo diritto a una quarta carta “combo” con un effetto diverso per ciascuna arma in nostro possesso. Un potente meccanismo che non sempre potrà essere attivato poiché gli eroi in gioco sono tre e le carte sono pescate a caso da un mazzo di sole 24 carte. Particolarmente “pesante” è il caso in cui uno o due dei tre eroi venga messo KO dall’avversario: le sue carte verranno comunque ripescate, limitando ulteriormente le opzioni di attacco in nostro possesso.
Nel corso dell’avventura ho particolarmente apprezzato l’accoppiata Armilly all’attacco e Copernica alla difesa, ma il bello di questo titolo è la possibilità di cambiare personaggi e conseguentemente ruolo, ad esempio sostituendo le carte di Copernica per darle un approccio offensivo e lasciare a Galleo il compito di ripristinare la salute degli alleati. Dunque ogni personaggio, tra gli oltre cinque a disposizione, può avere un ruolo diverso in ogni party garantendo una moltitudine di opzioni.

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Come avrete notato in questo Steamworld Quest sono presenti tutti elementi classici di ogni RPG a turni che si rispetti così come la possibilità di cambiare le armi e gli equipaggiamenti in possesso a ciascun personaggio per far crescere le loro statistiche di attacco, salute e difesa.
Nel corso dell’avventura incontreremo più volte la misteriosa mercante che con il suo carro, in grado di raggiungere anche posizioni inaspettate, ci offrirà la possibilità di comprare oggetti ma anche forgiare nuove e potenti carte e perfino potenziare quelle in nostro possesso in quel momento. In questi casi sarà necessario avere una buona dose di soldi e oggetti speciali che potremo raccogliere alla fine delle battaglie oppure nei tanti forzieri nascosti nelle mappe di ogni livello. Ben presto scoprirete che i soldi non sono mai sufficienti e questo garantisce al gioco tante ore aggiuntive una volta completata l’avventura principale.

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Una nota di merito va data anche alla traduzione in italiano che risulta impeccabile con le tante battute e le citazioni di Armilly rese davvero alla perfezione.
Purtroppo la stessa cura non è stata apportata nello sviluppo delle ambientazioni e dei nemici che risultano piuttosto ripetitivi. Addirittura i vari draghi che affronterete nel corso dell’avventura sono semplicemente delle riproposizioni dallo stesso design ma con una palette di colori differenti mentre le boss fight si contano sulle punta delle dita.
 
 
Steamworld Quest: Hand of Gilgamech è un RPG a turni molto profondo con oltre 200 carte tra cui scegliere per formare il mazzo perfetto e abbattere tutti i nemici che ci si parano di fronte. La grande scelta di armi e oggetti da equipaggiare unita alla possibilità di potenziare le carte e forgiarne di nuove offrono al giocatore una incredibile scelta di opzioni e una profondità di gioco incredibilmente varia, anche se una maggiore varietà di nemici e boss avrebbe dato una ulteriore spinta verso l’alto nella votazione finale.
In un panorama videoludico dove spesso le software house tendono a riproporre lo stesso gioco all’infinito per minimizzare il rischio di fallimento un plauso va a Image & Form Games che cerca sempre di rinnovare un prodotto proponendo ambientazioni, personaggi e stili di gameplay sempre diversi e mai banali.