Our World Is Ended - Recensione

PQube e Red Entertainment portano al di fuori del Sol Levante una visual novel dalle premesse intriganti e ricca (probabilmente anche troppo) di fanservice: Our World Is Ended riunisce tutti gli ingredienti che un appassionato del genere di gioco solitamente vorrebbe riscontrare all’interno del prodotto acquistato, tuttavia al costo di risultare ridondante in alcune sue componenti.
Cosa accadrebbe se i personaggi e i mostri del videogioco da voi sviluppato prendessero vita nel mondo reale? Gli effetti sarebbero sicuramente devastanti, se sommate una mente particolarmente ‘’ingegnosa’’ (per non dire ‘'malata'’) da fermare le vostre creature impazzite nel modo più perverso possibile. 
La storia, ambientata ad Asakusa, uno dei quartieri più rappresentativi di Tokyo,  segue le vicende di Reiji Misaki, un giovane intento nel sperimentare un visore per la Realtà Aumentata sviluppato da una compagnia di videogiochi conosciuta come Judgement 7.
In compagnia dell’amica e collega Yuno, Reiji dovrà essere sottoposto ad una serie di bizzarri incarichi impartiti dal presidente della compagnia, culminando spesso e volentieri in situazioni a dir poco imbarazzanti per non dire ‘’piccanti’’.
Mentre il protagonista si trova praticamente immerso in un mondo in grado di appagare ogni sua fantasia più spinta, ecco che il visore inizia a dare segni di cedimento e a mostrare a Reiji una realtà tutt’altro che ideale. Ciò che il ragazzo vede davanti a sé è una Asakusa pressoché in rovina, come se fosse andata incontro inspiegabilmente ad un’apocalisse, e i suoi colleghi crocefissi su un’enorme parete.
Quanto segue da tale premessa è un campo minato di fanservice – tentacoli inclusi – che non fa altro che spezzare totalmente il ritmo narrativo, rendendo la storia difficilmente all’altezza della macabra quanto intrigante sequenza di gioco che anticipa l’opening del titolo e che suggeriva una visual novel dai toni maturi e talvolta dark.
Rovinate le aspettative, non resta che un titolo composto da un cast di personaggi trascurabile, le cui personalità – seppur giustamente diversificate - sono così stereotipate da portarvi a dimenticare quasi ciascun dialogo scambiato tra essi.
Ne consegue che anche le loro azioni e ciascun ending che imboccherete a seguito delle scelte effettuate in-game saranno tutt’altro che una sorpresa.
A proposito di scelte di dialogo, Our World is Ended presenta un sistema concettualmente interessante quanto snervante qualora non foste sufficientemente veloci nel leggere la mole di testo che vi si parerà di fronte: si tratta del Selection of Soul, una meccanica che consente di rispondere a determinati quesiti da parte dei personaggi quando il nostro protagonista si troverà in uno stato di tensione. Ciò comporterà una serie di risposte che vagheranno letteralmente su schermo e che andranno man mano scomparendo, forzando il giocatore nel scegliere quanto più tempestivamente possibile una qualsiasi risposta tra le varie disponibili. Fortunatamente, qualora non foste convinti della battuta di dialogo consegnata al vostro interlocutore, la visual novel permette di tornare sui vostri passi, potendo riesplorare nuovamente la fase in cui dovevate compiere la vostra scelta.
Un altro tentativo da parte di Red Entertainment di conferire al titolo una propria originalità consiste nel comparto musicale: ciascun personaggio è contraddistinto da un proprio tema, al punto che spesso e volentieri la musica varierà anche troppo frequentemente. Assisteremo quindi sì ad una soundtrack molto variegata, ma anche terribilmente breve, visto che ciascuna traccia dura a malapena un minuto.