Nata nel 1996 su Sega Saturn come una sorta di Fire Emblem: Awakening ante-litteram, la serie Sakura Wars ha riscosso un successo tale in Giappone da portare allo sviluppo di cinque capitoli principali, spin-off, porting e remake espansi su diverse piattaforme, oltre che a un più che discreto numero di produzioni animate ispirate agli eventi e al mondo di gioco. Nonostante in patria quello di Sakura Wars sia un nome di un certo rilievo, non a caso diversi protagonisti comparivano nel crossover Project X Zone per 3DS, la serie non è mai uscita dal Giappone ad esclusione di Sakura Wars: So Long my Love, arrivato nel solo Nord America su Playstation 2 e Wii.
 
Sakura Wars Recensione

Dopo anni di silenzio Sega è pronta a rispolverare la serie e ha deciso di farlo in grande stile: un nuovo capitolo inedito, non più limitato al pubblico giapponese, ma che possa fungere come punto di inizio per i neofiti di tutto il mondo e allo stesso tempo metta a proprio agio i veterani della serie.

La serie Sakura Wars torna con un nuovo capitolo ambientato 12 anni dopo gli eventi di So Long my Love ma, nonostante i riferimenti al passato, si pone come punto di partenza per i neofiti.


In un mondo steampunk dalle tinte insolitamente colorate e allegre rispetto a come vengono generalmente dipinti, diverse città subiscono attacchi da misteriose forze oscure. Grandi e feroci demoni appaiono improvvisamente seminando caos e distruzione ovunque si trovino. L’umanità non è rimasta con le mani in mano davanti a tale minaccia e sono anni ormai che in tutto il mondo sono state formate delle task force anti-demoni, i membri di queste squadre combattono i mostri a bordo dei propri robot.
 
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La storia di Sakura Wars vede come protagonista la Flower Division, uno dei team dal passato più glorioso ma che oggi, nel 1940, sta passando uno dei momenti peggiori di sempre.
Ad esclusione di Sumire Kanzaki, tutti gli eroici membri che hanno reso grande la divisione giapponese hanno ormai lasciato la squadra e le nuove leve, per quanto volenterose, sono molto lontane dalle star che le hanno precedute. La ora tenutaria Sumire non vuole che la Flower Division chiuda e impegna tutte le proprie risorse per tenerla viva. Fra le operazioni di salvataggio vi sono la convocazione di un giovane e talentuoso ufficiale della marina scelto per guidare la squadra, il protagonista Seijuro Kamiyama, e l’occupazione del Teatro Imperiale, così da raccogliere fondi organizzando opere teatrali usando i membri del team come cast.

La situazione è disperata: lo stato pretende che la Flower Division, completamente senza supporti, si occupi del problema demoni ma per fare ciò sarà necessario vincere il torneo mondiale così da ottenere fondi e riguadagnare il prestigio. Come se non bastasse gli attacchi dei demoni si intensificano e a tirare le fila dietro quella che non sembra solo una sfortunata coincidenza si trova una misteriosa figura dall’aspetto simile ad un ex-membro della Flower Division…
 
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La storia di Sakura Wars non si discosta molto da quelle che sono situazioni e tematiche degli anime che trattano di organizzazione (in genere segrete, qui invece pubbliche) che si battono contro fazioni malvagie in difesa dei cittadini e, se quello che si cerca è un harem senza troppe pretese, probabilmente si è nel posto giusto. La più grande differenza rispetto a produzioni simili è il coinvolgimento di un teatro nella formula… ma perché proprio una troupe teatrale?

Per quanto i giapponesi abbiano abituato il pubblico alle accoppiate più stravaganti, il nesso che lega piloti di robot ammazza-demoni ad un palcoscenico è piuttosto difficile da comprendere. Sumire Kanzaki dice che l’intrattenimento del pubblico è importante quanto la sua difesa perché nutrire i sogni è un compito nobile che spinge le persone ad andare avanti. Perchè tale nobile compito spetti ai soldati della Flower Division è probabilmente il mistero più grande di Sakura Wars.
 
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Per quanto concerne il battle system, Sakura Wars abbandona la formula strategica in favore di un semplice sistema action che, dato il numero e il verve dei nemici, ricorda un po’ i musuo. Le opzioni offensive sono poche ma sufficientemente diversificate: con cerchio si eseguono degli attacchi veloci e con triangolo è possibile terminare la combo con un attacco speciale, differente a seconda del numero di attacchi eseguiti e del personaggio utilizzato.

Quadrato è dedicato alla mossa finale, un potente attacco eseguibile una volta riempita l’apposita barra, ottimo per fare piazza pulita delle orde o per infliggere pesanti danni ai boss. Con L1 si eseguono le schivate e, se effettuate con il giusto tempismo, il tempo verrà rallentato per una manciata di secondi durante i quali sarà possibile attaccare liberamente i propri avversari. Notare che durante le fasi di battaglia si è quasi sempre in compagnia di uno o più compagni ed è sempre possibile cambiare il personaggio controllato, anche se le differenze di stile non sono troppo marcate.
 
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Come già detto, il sistema è piuttosto semplice e la chiave per la vittoria risiede nel giusto tempismo delle schivate, le quali conferiscono un vantaggio enorme, e nel capire quale mossa speciale sia più adatta per la situazione. In alternativa si può sempre attaccare a testa bassa senza alcuna strategia, schivando giusto i colpi dei nemici più potenti. Anche tale approccio si è rivelato piuttosto efficace.

Più che per le battaglie la serie Sakura Wars è nota per il suo lato dating sim, elemento presente anche in quest’ultimo capitolo. A sviluppare tale aspetto troviamo, come nei precedenti capitoli, il LIPS -Live Interactive Picture System- ovvero la possibilità di scegliere cosa dire durante alcuni dialoghi. Le scelte, insieme ad altre decisioni prese durante certi eventi, influenzeranno i rapporti di Kamiyama con le protagoniste arrivando poi a sviluppare relazioni sentimentali. Il rapporto fra i protagonisti, così come il loro umore giornaliero, influenzeranno inoltre il loro rendimento in battaglia.
 
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I dialoghi, così come atmosfere e dinamiche, sono piuttosto piatti e fin troppo in linea con gli anime di genere harem. Questa scelta è più che comprensibile considerando il target di riferimento e senza dubbio chi apprezza tali produzioni si sentirà a casa, ma la riproposizione di scene e situazioni tipiche dell’animazione giapponese rende la risoluzione di certi eventi fin troppo prevedibile e quindi potrebbe risultare spiacevole, soprattutto se non si apprezzano certe impostazioni. Da notare inoltre come il design del protagonista, decisamente poco credibile come ventenne, stoni rispetto a quello delle protagoniste, molte delle quali appaiano più piccole rispetto all’età ufficiale indicata, rendendo alcune scene di flirt piuttosto squallide.

I modelli dei personaggi principali sono abbastanza caratteristici e ben realizzati, le loro tonalità pastello inoltre rendono alla perfezione l’atmosfera da anime. Sfortunatamente però, tale magia a volte viene rovinata da animazioni poco felici, la corsa del protagonista su tutte, e soprattutto dalla poca varietà di modelli per i personaggi secondari. Gli NPC che popolano le ambientazioni sono generalmente molti e contribuiscono a rendere l’ambiente, già di per sé piuttosto curato, vivo, tuttavia trovare un’inquadratura senza cloni è cosa assai difficile. Un vero peccato.

GIUDIZIO FINALE

 
La serie Sakura Wars ha alle spalle ben 23 anni di vita, il fatto che il suo debutto in Europa avvenga oggi con questo ‘Shin Sakura Wars’ rende difficile apprezzarne il mondo e i riferimenti che impreziosiscono quella che alla fine non è che una delle tante ‘storie da harem’ con ragazzini che salvano il mondo. Battaglie e dialoghi si spartiscono il tempo di gioco in modo piuttosto equilibrato lasciando il giusto spazio sia alle fasi action che a quelle da dating sim.
La semplicità generale delle meccaniche rende Sakura Wars appetibile sia ai neofiti di uno e dell’altro genere, ma allo stesso tempo poco interessante ai fan più navigati di entrambi, risultando di fatto più interessante agli occhi degli amanti delle serie Sakura Wars o degli anime di genere harem che non a tutti gli altri.

Gioco testato su Playstation 4.