AI: The Somnium Files è una visual novel scritta e diretta da Kotaro Uchikoshi (famoso per la trilogia Zero Escape) e sviluppata da Spike Chunsoft (Danganronpa, Zanki Zero) per Nintendo Switch, Playstation 4 e PC (Steam).
 
AI: The Somnium Files - Recensione
 
Nel gioco interpretate Kaname Date, detective di polizia della squadra speciale ABIS (Advanced Brain Investigation Squad) che in una piovosa sera di novembre viene chiamato a indagare sull'omicidio di una donna. Giunto sul luogo del delitto, Date trova il corpo di una sua conoscente pugnalato e disposto sul cavallo di una giostra con l'occhio sinistro completamente rimosso. Quando improvvisamente Date sente un rumore provenire dall'interno della giostra, trova una ragazzina in stato confusionale e con in mano un rompighiaccio sporco di sangue. Da qui in poi, insieme ad Aiba, un'intelligenza artificiale impiantata nell'occhio sinistro di Date, inizia la caccia ad uno sfuggente serial killer.

Se inizialmente la trama di AI: The Somnium Files può apparire molto confusa, in realtà man mano che si va avanti tra indagini, scoperte e colpi di scena ben dosati, si rimane sempre col fiato sospeso e la curiosità di saperne di più. A volte, quando sembra di essere sulla pista giusta, arriva il colpo di scena che cambia le carte in tavola rimettendo in discussione quanto ipotizzato fino a quel momento. Alla fine comunque ogni pezzo del puzzle andrà al suo posto lasciandovi pienamente soddisfatti e senza buchi da colmare.

L'ambientazione è quella di una Tokyo di un futuro prossimo, ma in realtà è davvero molto vicina a quella attuale: i personaggi usano i normali cellulari, vanno su internet e guidano normali macchine. Solo due sono gli elementi fantascientifici importanti: il primo è rappresentato dalla Psync Machine, una macchina in dotazione alla ABIS che è in grado di permettere di accedere ai sogni di una persona. Addormentando un sospettato e sincronizzandosi con lui, Date è quindi in grado di entrarne nel subconscio e cercare di trovare informazioni importanti sul caso. Il secondo elemento sci-fi è Aiba, un'intelligenza artificiale impiantata nell'occhio destro di Date. Aiba è in grado di comunicare con Date e ha anche altre funzioni come lo zoom e la vista a raggi X (ma se la usate sulle persone vedrete solo lo scheletro); all'interno del Somnium, Aiba assume l'aspetto di una giovane ragazza.

Va inoltre evidenziato come Date abbia perso la memoria e non ricordi nulla oltre quanto successo più di 6 anni prima. Anche se l'elemento perdita della memoria è fin troppo spesso abusato per la creazione di misteri, va detto che in questo caso non pesa sulla trama, tanto che prima ancora di conoscere il passato di Date, saranno ben altre rivelazioni che potrebbero farvi ricollegare tutti i fili dell'intreccio.
Non è l'unica situazione cliché che troverete: la storia infatti seppur cupa e violenta, ha spesso i suoi siparietti comici spezza tensione (alcuni fin troppo trash, ma ne parlerò dopo). Ad esempio spesso Date si troverà a dover portare in giro Mizuki, figlia della vittima: ebbene lei si rivelerà ben presto la classicissima loli tsundere da cui aspettarsi i classici: "Idiota! Stupido! Pervertito" e anche eventuali calci in faccia.
 
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Come spesso succede nelle visual novel, anche in AI: The Somnium Files si apriranno varie route in base alle scelte fatte . Se però da una parte questo permette di approfondire molto i personaggi e di diluire le rivelazioni con il giusto ritmo, dall'altro crea un grosso problema. Alcune route infatti si bloccano finché non siete andati avanti con le altre e in particolare potrete sbloccare la true ending solo se avrete prima terminato tutte le altre. In qualunque momento del gioco si potrà sempre accedere all'albero della storia da cui vedere dove questa si divide, le route inesplorate e quelle bloccate e si può scegliere di ripartire da un qualunque punto già giocato. Il problema è che questo saltare da una route all'altra può generare confusione. Se da una parte un personaggio è morto, dall'altra potrebbe essere ancora vivo e vegeto e quindi dovrete riprendere il filo logico di quanto successo nell'altra route (anche se ogni capitolo ha un suo riassunto che può aiutarvi a raccapezzarvi). Inoltre, come accadeva nella trilogia degli Zero Escape in qualche modo il protagonista, specie nel finale, sembra avere delle reminiscenze di quanto scoperto in altre route e questo va un po' a discapito del realismo complessivo.
Ripeto, questo aiuta a tenere il giusto ritmo, ma d'altro canto mi chiedo se non sarebbe stato meglio avere un'unica route (stile Danganronpa). Comunque in questo modo il gioco vi costringerà a chiudere prima le route inconcludenti (quelle in cui il caso resta fondamentalmente irrisolto), per poi passare a quelle in cui risolvete il caso, tenendo la true ending per ultima. Potreste anche indovinare tutte le scelte e prendere la route della true ending al primo colpo, ma semplicemente ad un certo punto il gioco si bloccherà e metterà un lock sulla route finché non avrete terminato le altre. Per arrivare alla true ending vi occorreranno circa una trentina di ore, ma proprio per questa particolare struttura le rivelazioni saranno dosate in modo da tenere alta l'attenzione e la tensione fino alla fine.
 
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Sono diverse le sezioni che andrete ad affrontare, ma AI: The Somnium Files è veramente tra i giochi più facili che abbia mai fatto e ben difficilmente rimarrete bloccati.

Già dall'inizio del gioco si farà l'abitudine con la modalità più comune. Ci sarà una ambientazione statica su cui potrete scrollare e puntare i vari oggetti con il cursore per esaminarli. Se avete giocato Ace Attorney o Danganronpa è lo stesso funzionamento con cui raccogliete indizi o esaminate oggetti. In questa modalità potrete anche interagire con i personaggi sullo schermo e iniziare dei dialoghi. Spesso potrete chiedere qualcosa e poi mano mano esaurire le varie opzioni, mentre in altre occasioni una scelta escluderà le altre. Tra dialoghi e commenti fatti sui vari oggetti selezionabili, il numero di righe di testo risulterà veramente un qualcosa di mastodontico e impressionante. Non c'è alcuna possibilità di perdersi un dialogo o un indizio importante. Non potrete lasciare la schermata finché non avrete scoperto l'indizio importante o saputo tutto quello che c'è da sapere. Può darsi anche che non troviate nulla, ma in tal caso dopo aver provato a esplorare un po' di oggetti, Aiba vi dirà qualcosa come "qui non c'è alcun indizio utile, andiamo da un'altra parte".

Un'altra modalità appare quando interrogate un sospetto alla stazione di polizia.  Qui avrete la possibilità di presentare una prova per confutare le affermazioni del sospettato (se avete giocato a Danganronpa, la stessa cosa avviene nel processo: ad un certo punto vi viene chiesto di smascherare una bugia o confermare un'affermazione esibendo una prova scelta tra quelle in vostro possesso). Anche questa modalità presenta difficoltà zero, dato che se anche sbagliate (improbabile se avete seguito il filo della storia), potrete ritentare all'infinito.

Una terza modalità sono i QTE, di solito scene d'azione tipo sparatorie, in cui dovrete premere i giusti tasti in un tempo limitato (neanche troppo). Purtroppo queste sequenze sono (volutamente) qualcosa di imbarazzante. Probabilmente Uchikoshi ha voluto creare un effetto so bad-so good da trash movie, ma per me vale almeno 10 punti in meno sul mio score. Decine e decine di assalitori con mitragliatore che non indovinano un colpo neanche per caso e che magari finiscono sbaragliati da una loli armata solo di tubo di ferro o peggio che nel mezzo di una sparatoria si assembrano attorno ad una rivista porno che gli lanci contro disinteressandosi del resto. Si capisce che è fatto apposta, ma devasta completamente l'atmosfera e il pathos della situazione e non condivido la scelta. Per fortuna su 30 ore di novel, non saranno più di 3 o 4 scene del genere, però le ho trovate fastidiose e fuori luogo, visto anche che il tempo per i siparietti comici ci sta già in altri frangenti.
 
AI: The Somnium Files - Recensione

L'ultima modalità è il Somnium, quando si entra nel subconscio di qualcuno: di solito si porta un sospettato alla centrale, si evidenziano le sue contraddizioni e quindi il boss autorizza l'uso della Psync Machine per scoprire cosa nasconde. Dentro il sogno, vestirete i panni di Aiba in versione umana che dovrà interagire in un ambiente 3D con i vari elementi per sbloccare i vari blocchi mentali della persona. Potrete rimanere nel sogno per un massimo di 6 minuti entro i quali dovrete sbloccare tutti i blocchi mentali, pena il game over. Ogni azione ha un costo in termini temporali, ma può anche garantirvi dei bonus (o malus) per le azioni successive. Trovare la giusta combinazione di azioni da fare è sostanzialmente il puzzle da risolvere per poter proseguire.
Se il primo Somnium è fondamentalmente un tutorial, negli altri spesso ci saranno più modi per rimuovere i blocchi in base alle vostre interpretazioni e questo vi porterà magari a scoprire zone differenti del subconscio di quella persona, generando di fatto le diramazioni delle varie route. Se avete giocato agli Zero Escape, dimenticatevi pure i complicatissimi puzzle del varie stanze, in AI: The Somnium Files è tutto molto semplice e risolvibile con un po' di trial and error. Magari la prima volta non ce la fate nel tempo limite, ma potrete sempre ricominciare o da un lock precedente (per un massimo di tre volte) o dall'inizio. Vero è che nei sogni ogni tipo di logica va a farsi benedire, però alla fin fine il numero di oggetti con cui si può interagire è minimo e non dovreste avere grossi problemi.

A questo punto mi sento di dare un consiglio a tutti. Giocate pure tranquillamente tutto al buio. Tanto il gioco è fin troppo guidato, non vi potrete bloccare, non potete arrivare alla true ending senza aver prima fatto tutte le altre route. Se siete inoltre cacciatori di trofei non preoccupatevi: se alla fine non avrete il platino, improbabile se vi fermate ad esplorare tutti i dialoghi e tutti gli oggetti, vi basterà saltare tra i vari capitoli e recuperare quello che vi manca in pochi minuti.
 
AI: The Somnium Files - Recensione

Il comparto sonoro di AI: The Somnium Files non spicca, ma fa il suo dovere sottolineando bene i vari momenti. Per i dialoghi potrete scegliere tra l'originale giapponese o l'inglese, ma con rammarico i sottotitoli sono solo in inglese (siamo purtroppo ancora lontani dal poter sperare di avere una visual novel così corposa in italiano). Unico neo è che la sigla finale è inspiegabilmente solo in inglese.
 
 
Fermi restando i difettucci elencati (ma le scene trash a qualcuno potrebbero anche piacere), quello che vi troverete giocando a AI: The Somnium Files sarà un bel thrillerone investigativo che vi lascerà con il fiato sospeso fino all'ultimo. Inoltre una certa varietà di gameplay e il fatto di essere molto facile vi eviterà anche la frustrazione di rimanere bloccati (ricordate che fondamentalmente resta una visual novel). Ho avuto modo di divorarmelo in 3 giorni e il finale, seppur non perfetto, mi ha lasciato pienamente soddisfatto e senza dubbi irrisolti. Se, come me, avete amato Danganronpa qui non ne troverete né un surrogato né un erede, ma un gioco che brilla tranquillamente di luce propria e che sono certo riuscirete ad apprezzare anche voi.