Mass Effect è una saga ormai entrata di diritto nella storia dei videogiochi, un'opera sci-fi ricca di sfaccettature e con una narrativa ricca di contenuti. Oggi parte un'analisi suddivisa in tre parti, in cui cercheremo di capire meglio perché Mass Effect è importante, le sue innovazioni, i suoi messaggi ma anche, i suoi limiti.
 
La prima storica locandina

Dopo il fortunato Star Wars: Knights of the Old Republic, in Bioware c'era la voglia di alzare ancor di più l'asticella, con un'opera in grado di immergere il giocatore in un universo complesso e con una lunga storia alle spalle, ricca di specie aliene con un proprio background, tradizioni e peculiarità comportamentali. Anche l'umanità doveva essere qualcosa di nuovo, segnata da un futuro idilliaco di "trekkiana" memoria, in cui il pianeta Terra è ormai una sola e unica nazione. Tutto questo è solo la punta dell'iceberg di un contesto costruito da incastri politici e sociali più o meno labili, con una comunità galattica in cui le specie dominanti (Asari, Turian e Salarian) cercano di portare equilibrio e unità tra le diverse specie che compongono l'organigramma.
L'umanità è vista con sospetto: una razza forse troppo giovane rispetto alla tecnologia in possesso e ancora troppo acerba per comprendere gli equilibri dello scacchiere galattico; figuriamoci farne parte. Mass Effect, prima di parlare di Saren e Benezia, nonché dei Razziatori, parla prima di tutto di questo, di chi siamo e di come potremmo essere visti da agenti esterni.
Oggi dunque, come sta avvenendo per Assassin's Creed, comincia un percorso che ci porterà a scoprire dettagli, situazioni e imprevisti dell'intera saga, che come avrete ben capito, va al di là di sparatorie con un M-8 Avenger.