Quando uscì Heavy Rain su Playstation 3 il pubblico si spaccò in due. Prima ancora di pensare ad eventuali pregi o difetti del gioco, l’impostazione da avventura grafica con un investimento così grande dietro destabilizzò non poco i giocatori, decisamente più abituati a produzione di quella portata votate all’action. Difficile dire se Quantic Dreams sia stata effettivamente la casa che ha sdoganato per il grande pubblico il fascino di un’avventura fatta di investigazione e scelte piuttosto che di sparatorie e pugni, ma Don’t Nod ha dimostrato più volte di saperci fare in entrambi i campi.
 
Twin Mirror Recensione

Famosi soprattutto per Life is Strange, questo non poi così piccolo studio francese ha sviluppato diversi titoli in cui il peso delle scelte dei giocatori, insieme alla loro doti da detective, erano l’elemento principale dell'avventura. A contraddistinguere i lavori di Don’t Nod però non c’è solo una grande storia capace di intrigare con la sola forza delle sue premesse, ma soprattuto l’innata capacità di “centrare sempre il punto”, offrendo esperienze eterogenee e ogni volta incredibilmente fedeli ai loro contesti. Cosa aspettarsi dunque da Twin Mirror, primo titolo auto-prodotto da una delle software house più talentuose degli ultimi anni?

Una tragedia è l'inizio di un'escalation di misteri che sconvolgeranno la vita degli abitanti di Basswood

La storia di Twin Mirror si apre con il giornalista Samuel Higgs che torna nella sua piccola cittadina natale Basswood per il funerale del suo migliore amico. A rendere il viaggio di ritorno a casa poco felice non è solo il triste avvenimento e i sensi di colpa per non aver risposto alle svariate telefonate, ma è anche ciò che è successo prima: la carriera di Samuel si lancia dopo il servizio-denuncia dedicato alla miniera di Basswood , la quale portava i minatori a rischiare inconsapevolmente la vita a causa delle svariate norme non rispettate. Sfortunatamente la miniera era anche la fonte di reddito principale per la cittadina e la sua chiusura fa perdere il posto ad una enorme fetta dei suoi abitanti che, invece di accogliere Sam come un eroe, lo condannano come causa principale del loro malessere.
 
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Questo, insieme al rifiuto della fidanzata storica, erano ciò che aveva spinto il protagonista ad andarsene sperabilmente per sempre da Basswood, ma dopo 2 anni dalla partenza si trova costretto a tornare per rispetto verso l’amico Nick e la figlia Joan alla quale è fortemente legato. Non passa molto prima che le cause della morte di Nick, apparentemente un incidente stradale, sollevino più di un dubbio ed è qui che lo spirito da giornalista e il senso di fedeltà verso la piccola Joan portano Samuel a investigare ancora una volta per le strade della sua città, andando contro l’astio e il risentimento di alcuni e il riconoscimento di altri, ma saranno soprattutto i demoni del passato a mettere davvero a dura prova l’intraprendente giornalista.

Forte di una storia che già nei primi minuti riesce a sollecitare la curiosità del giocatore, Twin Mirror offre un crescendo di pathos e colpi di scena con personaggi ed intrecci così credibili e accurati che spingono i giocatori a divorare l’avventura in poche sessioni. Durante l’investigazione si entra in contatto con la dura e triste realtà di un piccolo paesino, ma la strada intrapresa dal titolo di Don’t Nod non si limita ad una mera caccia all’assassino, anzi, conduce il giocatore per mano verso una serie di eventi a dir poco intriganti accompagnandolo con una narrazione estremamente fluida e diretta che mantiene concentrati sull’obiettivo, senza però lesinare su dettagli e sfaccettature che animano la vicenda.
 
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L’impostazione originale con cui si affrontano le sfide proposte è poi un valore aggiunto non da poco: Samuel si confronta spesso con il suo Io razionale, rappresentato da una sua versione occhialuta e distinta, e dai loro dialoghi il giocatore prima impara a conoscere il tormentato protagonista e dopo ne rimane inevitabilmente coinvolto. Samuel è una persona umana, intelligente e capace ma con insicurezze e difetti che ne minano l’autostima, come tutti del resto.

L’alter ego che lo accompagna non è un essere magico né una sua versione migliore, Lui (così viene chiamato nel gioco) è piuttosto un’ottima rappresentazione di come una persona come Samuel elabora le proprie idee e teorie, ma anche paure e timori. Tutte le elucubrazioni mentali del protagonista durante la storia, siano esse scaturite da fredde analisi o da momenti di stress, vengono fluidamente rappresentate tramite espressioni facciali coerenti, toni e lessico usati nei dialoghi con l’alter ego e con gli altri personaggi, il tutto portando alla formazione di una storia investigativa estremamente coerente e realistica che va ben oltre il semplice “scova l’assassino”, ma che riesce piuttosto a scavare nella mente di un personaggio complesso come Samuel.
 
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Il gameplay è molto semplice, come giustamente richiede un titolo di questo genere, ma le buone idee a supporto degli eventi e la varietà di situazioni, così come anche l’incalzante ritmo narrativo, rende gli sviluppi di Twin Mirror appetibili anche ai giocatori meno inclini alle avventure di questo tipo. Muoversi per le varie aree alla ricerca di indizi non è che un breve prologo di ciò che davvero porterà il giocatore a spremersi le meningi: oggetti e commenti di Samuel, così come le conversazioni con gli altri personaggi, aiuteranno il giocatore a comprendere dinamiche e situazioni ma starà poi a lui capire come ricostruire i fatti, rispondendo alle ‘domande’ nel Palazzo della Memoria.

Il Palazzo della Memoria è il centro della mente di Samuel, è un luogo che riflette la sua mente dove il giocatore potrà assistere alle simulazioni degli eventi cardine e, forte degli indizi trovati, altererà momento per momento fino alla più coerente delle ricostruzioni. Dalle scoperte fatte in questo modo Samuel deciderà come agire, non solo nel senso di nuove opzioni di dialogo ma alterando l’andamento della storia in modo più o meno pesante. Come da tradizione per Don’t Nod, la forza del gioco non risiede nelle innumerevoli diramazioni che la storia può prendere (aspetto comunque importante, ma anni luce lontano da quanto visto in Detroit: Become Human), ciò che davvero fa brillare Twin Mirror è la credibilità degli scenari che si vanno a formare. Non sempre c’è una scelta giusta e una sbagliata, ma i risvolti saranno sempre intriganti e capire quale strada intraprendere è tutto fuorché scontato.
 
Twin Mirror Recensione

A supporto della ottima narrazione troviamo un comparto audio estremamente azzeccato che evoca alla perfezione le atmosfere della piccola cittadina montanara quale è Basswood. L’attenta cura nelle movenze dei personaggi è pari a quella posta nella scrittura dei dialoghi e delle risposte selezionabili, l’insieme di questi due aspetti rende le conversazioni dinamiche ed interessanti. Non è solo ciò che viene detto ad essere importante, il tono e il linguaggio del corpo giocano un ruolo importante nella comprensione dei personaggi con cui si entra in contatto. E’ un peccato che più di una volta le texture vengano caricate in ritardo, spezzando la magia del ‘film’ Twin Mirror e ricordandoci che le Playstation 4 base iniziano ad avere la loro età e che il bisogno di un passaggio generazionale non è poi forse solo un capriccio del mercato.

GIUDIZIO FINALE

Esattamente come Life is Strange rappresenta in modo realistico e accurato drammi e disagi di ‘normali’ adolescenti, Twin Mirror racconta in modo impeccabile una storia adulta fatta di eventi credibili e personaggi umani. Toni e atmosfere di Twin Mirror sono radicalmente diversi dagli altri titoli di Don’t Nod, ma non lo è la qualità che contraddistingue i lavori della casa ed è per questo che l’avventura di Samuel merita di essere giocata non solo dagli amanti delle storie di investigazione, i quali troveranno pane per i loro denti, ma anche e soprattutto da coloro che apprezzano un’attenta introspezione dei personaggi.

Gioco testato su Playstation 4.