La serie di Harvest Moon, successivamente nota come Story of Seasons a causa di una disputa legale tra aziende, ha da sempre avuto un ruolo specifico nel mondo videoludico: riportare i giocatori alla semplicità della vita bucolica. Basta combattimenti, strategia e azione: un piccolo campo da coltivare, dei semi e alcuni vecchi attrezzi basteranno a rendervi felici. Nel corso degli anni la serie ha visto rivoluzionare più volte il suo sistema di gioco: numerose le novità introdotte e poi immediatamente dimenticate, un sistema di crafting e progressione tra i più lunghi della storia dei videogiochi e potenziali spose sempre più adorabili. Dopo il grande successo di Stardew Valley però, la serie non è riuscita a rimanere al passo coi tempi, segnando così una lenta discesa del franchise, diventando un gioco di nicchia conosciuto principalmente dai fan della saga. Mentre la sua versione fantasy, Rune Factory, ha ottenuto buon successo sia di critica sia di pubblico, molti dei titoli di Story of Seasons non sono riusciti a imporsi nel panorama videoludico, già di per sè pieno zeppo di alternative. Per il 25esimo anniversario del franchise, Xseed e Marvelous hanno presentato ai giocatori Story Of Seasons: Pioneers of Olive Town, una nuova avventura in esclusiva per Nintendo Switch.
 
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Con Story Of Seasons: Pioneers of Olive Town la serie prende una nuova svolta rispetto ai capitoli precedenti. La personalizzazione del protagonista e della propria fattoria sono qui al loro apice, con possibilità di scelte numerose e variegate. Ma non è oro tutto quello che luccica (e di metalli preziosi ne avrete le mani piene!) perchè in questo sogno di vita contadina alcuni elementi sono degni della fabbrica dove lavorava Charlie Chaplin in “Tempi Moderni”.

Il protagonista di Pioneers of Olive Town, a scelta tra una ragazza o un ragazzo, decide improvvisamente di abbandonare la sua vita di città per ritornare alle origini, alla cara Olive Town fondata decenni prima dal nonno. Lì lo aspetta una natura selvaggia e una piccola tenda, dalla quale fare partire il proprio impero contadino. Fine.
La saga di Harvest Moon non è sicuramente famosa per le trame lunghe e complesse (a parte probabilmente quelle degli spin-off fantasy Rune Factory). I giocatori vengono infatti messi subito al lavoro: ripulire la prima area coltivabile, prendere confidenza con i nuovi attrezzi (tra cui la macchina fotografica e il secchio), cercare di non svenire finendo la propria stamina e ammirare le bellezze della pittoresca Olive Town. Il vostro obiettivo a lungo termine sarà quello di sbloccare tutte le aree coltivabili, che richiedono una grande quantità di materiali da farmare, ma che seguono una progressione abbastanza lineare e continua, senza lasciare il giocatore nel panico. Una delle sensazioni più comuni data da questo Story Of Seasons è proprio un inconfondibile senso di smarrimento: troppe attività da fare, oggetti da craftare e sbloccare, persone da incontrare, tutte nelle corte gionate di gioco (un'ora di gioco dura circa 1 minuto nella vita reale). Vi potrete sentire del tutto smarriti, ma il consiglio generale è quello di mantenere degli obiettivi fissi, personali o legati alla storia, e focalizzarsi su quelli, per evitare che questo “panico da open world” possa farvi addirittura smettere di giocare.
 
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In questo senso, una delle migliori aggiunte di Story Of Seasons: Pioneers of Olive Town è la modalità Seedling. Si tratta di una difficoltà settata su “easy”, selezionabile però in qualsiasi momento. Non ci sono aspetti negativi o minori ricompense, semplicemente riduce la pesantezza del crafting. Le relazioni con i locali sono più semplici da sbloccare, gli oggetti nei negozi costano meno e quelli spediti da voi valgono di più, la stamina si consuma più lentamente, il tutto donando un senso di tranquillità e pace. Per i giocatori che invece vogliono sputare sangue nella loro fattoria, la modalità classica è sempre un’opzione, anche se andando avanti con il gioco in entrambe le modalità il crafting diventerà impegnativo, a causa di materiali scarsi e tempistiche molto lunghe dei vari “Makers” (i veri nemici dell’idillio bucolico).

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Proprio queste macchine sono al centro delle critiche più pesanti legate a Pioneers of Olive Town: i makers sono macchine che servono per craftare tutti i materiali più importanti per la progressione, lingotti, tavole di legno, semi, gioielli e ingredienti per cucinare. L’idea è interessante, il sistema di crafting presentato inizialmente è molto semplice e veloce da utilizzare, ma i makers si rivelano da subito delle trappole: non solo sono a tempo (per esempio per ottenere 2 semi da un ortaggio servono 23 ore!) ma possono essere caricati solamente con un carico di oggetti alla volta. Ad esempio, per fare un lingotto d’oro occorrono 5 minerali d’oro e un maker ne accetta solamente 5 per volta. Sarete voi a dover ricaricare manualmente la macchina ogni volta che la preparazione è terminata. Ma se mi servissero 20 lingotti in fretta per craftare un altro oggetto? Dovrete in questo caso aggiungere makers (fino a un massimo di 20 per tipo), creando orribili gruppi di macchine nel vostro bel terreno e badarli come se foste dei baby sitter. Inoltre, questi makers rallentano in maniera massiccia i frame del gioco ma sono inevitabili per giocare. Xseed  e Marvelous hanno già annunciato l'arrivo di una patch per risolvere almeno in parte il problema, ma al momento si tratta dell’elemento più discutibile del gioco.
 
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Oltre alla vostra amata fattoria, con mucche, polli e ortaggi (numerosi e tutti resi in maniera molto bella), potrete muovervi liberamente a Olive Town. Si tratta di un’adorabile piccola città multietnica, situata sul mare e che vive principalmente di turismo. Il turismo che riuscirete ad attirare voi con il vostro lavoro e i vostri materiali, perchè fino al vostro arrivo Olive Town era una città dimenticata da tutti, dove la maggior parte dei giovani era scontenta e desiderosa di andarsene. Accolti dal sindaco, un piccolo uomo baffuto in stile Superchicche, vi accorgerete subito di una delle più grandi mancanze: non ci sono i ritratti 3D o 2D dei personaggi che vi parlano (neanche per i possibili pretendenti). Addirittura, spesso vi ritroverete a coprire la persona che vi sta parlando!

I modelli dei personaggi sono molto poco espressivi, con molte emote riciclate. Se almeno i dialoghi fossero interessanti, tutto questo passerebbe in secondo piano e invece, inspiegabilmente, i dialoghi con cui giornalmente interagite con i locali sono banali, inutili e francamente saltabili. Ad esempio, prima e dopo un festival tutto il villaggio parlerà solo di quello, per ben 6 giorni! Per poi ritornare ai dialoghi buonisti e insapori. Fortunatamente questi abitanti non sono del tutto senza anima: le numerose cutscene, sbloccabili casualmente mano a mano che si fa amicizia con loro, danno molti dettagli sulla loro vita e sulle loro vicende personali. Anche le romance sono ben sviluppate, con una progressione credibile. Una delle migliori novità introdotte in Pioneers of Olive Town è che nulla è gender-locked, neppure i pretendenti! Non importa se abbiate scelto un ragazzo o una ragazza come protagonisti, tutte le pettinature, i vestiti e le romance sono disponibili. Per le giocatrici può essere un vantaggio, visto che i bachelor del gioco sono piuttosto insipidi, mentre le meglio caratterizzate sono proprio le bachelorette. Nonostante tutto questo gli abitanti di Olive Town non sono proprio memorabili, troppo inquadrati nella loro maschera di buoni cittadini. Dopo il matrimonio (raggiungibile nel primo anno di gioco con un po’ di dedizione) non avrete quasi più motivo di visitare la città, se non per i vari festival. A proposito delle festività, alcune sono una totale delusione (solo delle cutscene), mentre altre comprendono dei minigiochi veri e propri, alcuni dei quali davvero validi.
 
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Tutte le azioni del gioco, come ad esempio prendersi cura del proprio orto, andare in miniera, pescare e disboscare le aree selvagge, richiedono stamina. Il sistema di energia del gioco è visualmente uguale a quello della saga di Zelda: una serie di cuori indicheranno l’energia rimasta, lentamente consumata dalle attività della fattoria. Inizialmente sarà un incubo riuscire a gestire le vostre azioni e la vostra energia, sempre insufficente. Tra i modi per recuperarla, mangiare è sicuramente il più efficace, anche se all’inizio vi ritroverete così poveri che non avrete neanche i soldi per un pasto caldo al cafè locale, se non vendendo conchiglie raccolte sulla spiaggia e pesce appena pescato. Dopo alcune settimane di gioco inizierete ad accumulare denaro, investendolo nella vostra fattoria, per arredarvi la casa o rifarvi il guardaroba.

La stamina potrà essere aumentata grazie a particolari bonus ma difficilmente ne avrete un surplus. Per ottenere i materiali necessari, passerete intere giornate a tagliare alberi o in miniera, dove alcune talpe attenteranno più volte alla vostra vita, mentre cercate disperatamente di raggiungere i piani più in basso, ricchi di gemme preziose. Da non dimenticare inoltre che la vostra fattoria richiederà una continua manutenzione: alberi, rocce ed erbacce riscrescono infatti a una velocità incredibile e l'unico modo per fermarli sarà tappezzare manualmente il terreno di lastricati di pietra e strutture. La natura è matrigna in Pioneers of Olive Town, proprio come scriveva Leopardi!
 
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Pioneers of Olive Town presenta una modalità online molto soft: sarà possibile unicamente scambiarsi foto con vari giocatori in tutto il mondo, che verranno visualizzate durante i caricamenti. Proprio questi ultimi sono un altro punto critico: alcuni sono abbastanza lunghi (soprattutto quello tra la fattoria e la città), ma con le foto (alcune assolutamente bizzarre!) diventano quasi accettabili. Un'altra delle aggiunte è il museo dove poter esporre gli oggetti rari trovati nella vostra fattoria e le foto degli animali selvatici da voi scattate. Un simpatico extra che però a conti fatti non aggiunge molto all'esperienza di gioco. La modalità fotografica, invece, è divertente e vi permette di vedere nel dettaglio gli animaletti della foresta e le ambientazioni oppure fare foto assurde da condividere con il resto del mondo!

GIUDIZIO FINALE

Story Of Seasons: Pioneers of Olive Town è un gioco con delle grandi potenzialità e con un sistema di farming additivo. Spesso vi ritroverete a giocare ore e ore per finire alcuni obiettivi senza riuscire a smettere. Con tantissime possibilità, ogni giocatore potrà dedicarsi a ciò che ama: dall’allevamento di cuccioli di alpaca alla coltivazione degli ortaggi più rari. La progressione è efficace nel garantirvi continuamente numerosi obiettivi primari e secondari, ma i makers e la lunghezza di alcune delle tempistiche rendono il gioco a tratti frustrante.
A parte rare eccezioni, la comunità di Olive Town è abbastanza dimenticabile e l'assenza dei ritratti personali in questo senso non aiuta. Le aree da esplorare non sono molte e, in attesa del DLC, rendono il gioco poco longevo. Si tratta insomma di un buon passatempo, adatto a qualche ora di relax giornaliero, ma pur essendo adatto ad ogni tipo di giocatore, alcune meccaniche lo rendono un po' troppo faticoso e i cali di frame e i caricamenti risultano piuttosto fastidiosi. Il gioco è interamente in inglese, ma essendo prettamente basato sul gameplay non rappresenta un grosso ostacolo. Per concludere, un anniversario un po' sotto tono per la serie di Harvest Moon.

Gioco testato su Nintendo Switch.