La guerra per la next gen è ormai iniziata da più di sei mesi, da un lato abbiamo Sony forte di una console estremamente potente e con un controller in grado di aumentare notevolmente l'immersività dei giocatori, dall'altra Microsoft che ha ormai fatto del suo vantaggioso Gamepass il suo cavallo di battaglia, tuttavia, nonostante Playstation avesse già sganciato bombe del calibro del remake di Demon's Souls e Spider-Man Miles Morales, mancava ancora una vera e propria killer app che sancisse l'inizio dell'era Playstation 5, e lo scorso 30 aprile questa è arrivata sotto forma di una nuova ip: Returnal, sviluppata dai ragazzi di Housemarque, già apripista delle generazioni precedenti con titoli come Super Stardust HD, Resogun e Dead Nation, che questa volta scelgono un approccio totalmente diverso, ma avrà pagato questa virata di stile? Scopritelo nella nostra recensione!
 
returnal

Returnal ci narra le vicende dell'astronauta Selene, che durante la sua missione è costretta ad un atterraggio di fortuna sul pianeta Atrophos poiché la sua navicella viene colpita da un fulmine, la donna, sopravvissuta per miracolo allo schianto, comincia dunque l'esplorazione di questo nuovo sconosciuto mondo, tuttavia qualcosa va storto fin da subito, poco dopo essersi inoltrata nella giungla infatti, Selene trova il corpo di un'astronauta morto insieme ad una registrazione vocale, controllando accuratamente la tuta scopre una tremenda verità: quel corpo è il suo, avviando la registrazione infatti Selene ascolta la sua stessa voce dire parole che lei stessa non si ricorda di aver pronunciato; inoltrandosi ancora un po' di più nella buia foresta la nostra esploratrice incontra infine delle forme di vita aliene ostili, che dopo un concitato combattimento segnano infine la sua morte.
Dopo aver esalato i suoi ultimi istanti, qualcosa di ancora più strano accade: Selene è viva e si trova nuovamente sulla sua navicella poco dopo lo schianto, ascoltando ancora una volta le sue registrazioni viene dunque a scoprire di essere finita in un loop temporale al quale non vi è via di fuga; determinata a non accettare il suo destino, la donna partirà dunque alla scoperta del pianeta, in cerca di risposte sul suo dimenticato passato, sulla civiltà aliena che un tempo abitava quelle terre e, soprattutto, su un modo per spezzare una volta per tutte questo infinito ciclo di morte e resurrezione.
 
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Per quanto ad un primo impatto il titolo può sembrare un classico TPS, la premessa narrativa si incastra perfettamente con il suo genere di appartenenza, ossia quello del roguelite, dopo ogni dipartita infatti perderemo tutti gli oggetti ed i potenziamenti a nostra disposizione e ricominceremo dalla prima zona con una semplice pistola, fortunatamente, come vuole la tradizione di questa tipologia di giochi, esistono dei modi per ottenere potenziamenti permanenti che rimarranno con noi di partita in partita.
In Returnal principalmente farete una cosa ed una soltato: sparare, l'azione di gioco è estremamente serrata e se nelle fasi iniziali potrà sembrare piuttosto facile, man mano che si va avanti dovremo costantemente muoverci mentre daremo sfogo al nostro arsenale ed utilizzeremo la comoda schivata (con un tempo di ricarica estremamente basso) per districarci in mezzo all'inferno di proiettili che prenderà vita su schermo, questo playstyle inoltre è incentivato ulteriormente dalla presenza dell'adrenalina, un sistema di potenziamento che ci fornirà bonus vari per ogni cinque nemici eliminati senza subire danni, fino ad un massimo di venticinque, tuttavia, alla prima minuscola tacca di danno che prenderemo, questa scenderà nuovamente a zero e costringendoci a riottenere ogni bonus da capo, ciò crea un gameplay loop che premierà sicuramente gli utenti più esperti.
Essendo Returnal un gioco dove si spara tanto non si possono non menzionare le bocche da fuoco, per quanto non numerosissime (poco meno di una decina) queste sono caratterizzate da bonus passivi diversi e, soprattutto, modalità di fuoco secondario diverse ed è proprio qui che entra in gioco una delle features di punta del DualSense Sony ossia i grilletti adattivi: premendo il tasto L2 fino alla prima tacca sarà infatti possibile zoomare con l'arma, mentre premendolo fino in fondo caricheremo il colpo secondario dell'arma, una scelta senz'altro particolare e che necessiterà di un po' di pratica per essere padroneggiata.
Come detto in apertura, il gioco presenta anche dei metodi di potenziamento permanenti, questi arriveranno infatti sottoforma di gadget, etere ed infocubi, i primi non sono altro che componenti che acquisiremo man mano che proseguiremo e che ci consentiranno di fare cose come utilizzare oggetti a nostro piacere o sfrecciare da una parte all'altra delle stanze con il rampino; l'etere è invece una valuta permanente che ci consentirà di sbloccare nuovi oggetti e perk da far apparire nelle nostre run, mentre gli infocubi, reperibili principalmente dopo la sconfitta dei numerosi boss, ci consentiranno di far comparire nuove armi nelle nostre partite; a tutto questo si aggiungono inoltre i negozi dove si possono acquistare oggetti usando l'Orundum, valuta rilasciata dai nemici, i parassiti, che si attaccheranno a noi fornendoci sia un bonus che un malus, e le avarie, malus temporanei che potremo risolvere soddisfacendo determinate condizioni.
 
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Sotto l'aspetto tecnico il gioco si presenta in forma eccezionale, girando costantemente a 60fps con piccolissimi cali solo qualora lo schermo dovesse essere davvero pieno di proiettili, con un design dei nemici ed alcuni risvolti della storia che rimandano moltissimo all'immaginario Lovecraftiano, il doppiaggio italiano è di buona fattura e la durata si attesta tra le 15 e le 20 ore (principalmente, in base al mix di bravura e fortuna che avremo nelle nostre partite), con le tanti fasi di shooting intervallate a fasi in prima persona dedicate a scoprire il passato di Selene; tuttavia per quanto il titolo sia perlopiù di buona fattura bisogna sottolineare come spesso e volentieri i parassiti abbiano la tendenza a fornirci malus che ci faranno prendere danno piuttosto che handicapparci in altri modi ed i boss risultano veramente tanto resistenti, pur arrivando da loro con equipaggiamento della massima qualità possibile infatti non sarà una cosa veloce abbattere anche una sola delle loro tre barre di vita e questo spesso ci porterà a perdere "per sfinimento", ossia piccoli errori qua e là che non avrebbero impattato molto nella breve durata ma sulla lunga si fanno sentire, costringendo ad un esecuzione veramente perfetta quando si affrontano questi colossi alieni.
 
 
Per quanto un po' grezzo sotto certi aspetti, Returnal riesce finalmente nell'ardua imprese di proporre un genere di nicchia come quello dei roguelite al grande pubblico, con un comparto tecnico eccezionale, un gameplay che causa assuefazione ed una storia veramente interessante, non possiamo che consigliare a mani basse a tutti i possessori di Playstation 5 la nuova esclusiva targata Housemarque, sarete voi a spezzare il ciclo?