Folklore e leggende sono da sempre fonte di ispirazione principale di storie e racconti, non stupisce infatti che i giochi abbiano attinto da un contesto così ricco in più di un’occasione. Molti titoli basano il proprio mondo su figure classiche ben note, come il recente Immortal Fenyx Rising, altri ne sfruttano la carica suggestiva per proporre terribili nemici, un certo Kratos questo se lo ricorda bene, altri ancora ne ricalcano la visione che ne hanno dato i popoli nel tempo, come il toccante viaggio di Senua ci ha mostrato. Gli esempi sono davvero tanti, anche limitandosi alla sola industria dei videogiochi, ma è innegabile che alcune mitologie siano più note di altre. Per noi italiani i miti greco-romani sono all'ordine del giorno, anche il folklore giapponese ha ben pochi segreti per noi buoni utenti di AnimeClick.it e tutto sommato si può dire lo stesso anche della mitologia norrena: Odino non è più “l’analcolico biondo senza CR” anche per il più ignorante del gruppo.
 
Black Book recensione

Nonostante la cultura pop ci abbia insegnato molto su miti e leggende, al punto da farci sentire grandi esperti manco avessimo appena dato la maturità classica, buona parte di noi (incluso il sottoscritto) rimane estremamente ignorante su tutto ciò che non sia stato ampiamente trattato dalle opere di intrattenimento più famose. Per fortuna i ragazzi di Morteshka sono incredibilmente preparati in materia e con il loro Black Book hanno deciso di portare l’inquietante e glaciale fascino del folklore slavo su console e Pc, costruendo una storia che è legata a doppio filo con il pantheon russo e i diavoli e demoni che lo animano, il tutto riuscendo nella ardua impresa di non ‘scadere’ nell’horror più bieco.

Una narrazione fredda e un contesto suggestivo, il viaggio di Vasilisa mette il giocatore in contatto con miti e credenze di un popolo ricco di storia.

Ambientato nella povera Russia del diciannovesimo secolo, la protagonista di Black Book è Vasilisa, una orfana estremamente sfortunata. La ragazza viene adottata in tenera età da un buon uomo e passa così un’infanzia felice nel proprio villaggio, imparando ad apprezzare l’affetto paterno e conducendo una vita pressoché normale anche se nonno Eigor le insegna i rudimenti occulti. Eigor è uno stregone discretamente famoso a cui persino gli abitanti dei villaggi limitrofi fanno visita per questioni spirituali, ma nonostante il prestigio che tale carica possa conferire, Vasilisa non è particolarmente interessata al mondo magico, tuttavia un giorno, senza che la ragazza ne capisca il motivo, il padre si toglie la vita e le cose cambiano.
Vasilisa non può accettare un gesto così estremo da parte del suo affetto più grande e si rivolge al vecchio Eigor per intraprendere la strada della strega: i due prendono il Black Book, il cimelio di famiglia, ed eseguono il rito per stringere un patto con le forze oscure racchiuse al suo interno, trasformando Vasilisa in una strega a tutti gli effetti. Si dice che chi rompe i sette sigilli del libro nero possa vedere esaudito un desiderio, ma pochi sono riusciti a portare a termine l’impresa. La giovane ragazza non si lascia intimorire e con l’aiuto del nonno, e di tante altri caratteristici figuri che si uniranno pian piano, intraprende un viaggio nella fredda Russia per riportare in vita il padre.
 
Black Book recensione

Il pretesto che da il via alle vicende di Black Book è banale così come scontati sono i tanti interrogativi che sorgono dalle premesse, ma se l’inizio del viaggio può effettivamente dare un forte senso di già visto, tappa dopo tappa quella sensazione andrà scemando. Ogni elemento del gioco è incredibilmente caratteristico: dai personaggi al taglio narrativo, dalle reazioni ai dialoghi, tutto in Black Book urla Russia e lo fa senza inserire la parole vodka ogni due frasi. La generale freddezza delle persone e la tranquillità con cui accettano determinate situazioni sono estremamente in linea con la mentalità slava che se già nel 2021 talvolta appare lontana dalla nostra, figurarsi se vista nel diciannovesimo secolo. Per quanto inquadrare il periodo storico non sia immediato, Black Book offre un folkloristico tuffo nel passato e immerge poco alla volta il giocatore in una inquietante fiaba nera di cui lui stesso viene reso protagonista.

La recente versione rimasterizzata di Shin Megami Tensei III Nocturne ci ha ricordato cosa voglia dire scendere a patti con spiriti e demoni, affascinandoci con strutture sociali atipiche e filosofie particolari, ammaliandoci con tanti punti di vista diversi e lasciando a noi la scelta finale nel determinare la forma di un nuovo mondo, riscrivendo regole apparentemente intoccabili. Seppur su scala minore, Black Book pone il giocatore in una situazione simile a quella dell’avatar di Shin Megami Tensei poiché non solo trattare e sottomettere demoni e spiriti entrerà nell’ordinaria amministrazione di Vasilisa, ma soprattutto saremo chiamati a comprendere il punto di vista di quelle stesse creature sovrannaturali, tenendo conto di tutte le loro regole e convinzioni.
 
Black Book recensione

In quanto Knower, titolo dato alla strega in quanto esperta della res divina, Vasilisa verrà chiamata (e pagata) dalle persone per risolvere questioni demoniache in un mondo dove tutte le credenze e usanze nascondono davvero un tocco di magia. Risolvere certe situazioni può risultare estremamente difficile poiché, sebbene in un modo o nell’altro vengano fornite tutte le informazioni necessarie, capire cosa abbia scatenato l’ira dello spirito o cosa abbia permesso lui di entrare non è affatto scontato. Hai cenato senza aver prima fatto il segno della croce e ringraziato il Signore? E’ una grave mancanza, se uno spirito se ne accorge potrebbe entrare in casa tua! Non hai offerto ospitalità ad un ospite? Potresti aver attirato su di te le ire di un qualche demone. Hai rovesciato il sale e non ne hai tirato un poco alle tue spalle? Potresti aver subito una maledizione.
Innumerevoli miti, credenze ed usanze convergono su Black Book donando colore e personalità al suo mondo, portando il giocatore a scoprire usi e costumi di una cultura estremamente ricca, ma molto diversa dalla nostra e, proprio per questo, incredibilmente affascinante. Per quanto sia interessante venire immersi nel folklore slavo, l’impostazione di Black Book è piuttosto statica e questo si traduce in fiumi di testo (in inglese) da leggere con discreta attenzione poiché i tanti dialoghi con cui si entra in contatto potrebbero nascondere la chiave per far luce sul prossimo quesito.

Le decisioni che il giocatore dovrà far prendere a Vasilisa nel corso dell’avventura saranno tantissime e in gioco ci saranno premi di vario genere come soldi, oggetti, esperienza, conoscenze aggiuntive o addirittura nuovi eventi o demoni da mettere sotto il proprio controllo. Imboccare la giusta direzione nei tanti metaforici crocevia che Vasilisa si troverà ad attraversare porta vantaggi di vario genere, ma la mancata acquisizione degli stessi non compromette in alcun modo l’esperienza di gioco. Da notare inoltre che è sempre possibile consultare una utile enciclopedia di termini e credenze così da rinfrescarsi la memoria quando, ad esempio, si deve identificare un certo demone in base alle tracce che ha lasciato. In alcune occasioni è anche possibile sacrificare parte del premio ottenibile in cambio di un grosso consiglio… dopotutto, già che ormai si è stretto un patto con un demone, perché non sfruttarlo?
 
Black Book recensione

Tra scelte non banali e situazioni suggestive, il gameplay di Black Book non si limita a quello di una pseudo-visual novel, anzi, il sistema di combattimento è a metà tra un deckbuilding e un rpg a turni per un battle system apparentemente semplice, ma in realtà piuttosto profondo e variegato che lascia molto spazio alla personalizzazione. Il giocatore è chiamato a comporre il proprio libro nero inserendo le pagine-magie che si ottengono durante l’avventura e che poi vengono pescate casualmente nel corso della battaglia. Le pagine si dividono in bianche e nere, ovvero magie difensive che curano o creano scudi e magie offensive che infliggono danni. Ogni turno il giocatore sceglie quali incantesimi lanciare, concatenando vari effetti attivi e passivi così da mettere in piedi una strategia che possa adattarsi al meglio al proprio stile di gioco preferito o alle esigenze della battaglia. Per quanto gli scontri generici diventino ben presto facili a fronte di una build un minimo oculata, le battaglie speciali riescono ad offrire delle sfide piuttosto impegnative che forzano il giocatore a ragionare su strategie mirate. A questo proposito, è un vero peccato non si possano salvare più mazzi diversi.

Oltre alle normali battaglie, vi sono poi degli scontri-puzzle in cui si hanno degli incantesimi predefiniti e un numero di turni limite entro cui eliminare tutti i nemici. Questo genere di sfide, apparentemente uguali alle normali battaglie, mettono davvero a dura prova il giocatore poiché lo costringono a ragionare su strategie potenzialmente molto diverse da quelle a cui si è abituati. Da segnalare inoltre il simpatico mini-gioco Durak, un gioco di carte (vere) attraverso il quale si possono risolvere 'pacificamente' situazioni spinose tra demoni o semplici scommesse contro persone normali. Le regole di Durak sono abbastanza semplici ed è possibile sbloccare dei poteri speciali per barare, guardando la mano dell’avversario oppure modificando il seme di una delle proprie carte, ma se tale gioco da tavolo non fa per voi non preoccupatevi, tutte le sfide di questo genere sono opzionali.
 
Black Book recensione

Superato il trauma dei numerosi dialoghi, il grosso tallone di Achille di Black Book risiede nella grafica: davvero troppo spoglia e minimale per essere un gioco di questa generazione. La casa di sviluppo è indipendente e il gioco viene venduto ad un prezzo relativamente basso, se a questo si pensa la cura posta nella scrittura di storia, contesto e dialoghi nonché alla longevità sufficientemente alta, è facile perdonare la pochezza del comparto tecnico. Detto questo, è innegabile che le presentazioni realizzate con il motore grafico di gioco minino non poco il pathos delle scene. Fortunatamente i personaggi umani sono per lo più visti di spalle e, a volto coperto, la loro figura la fanno. Nella stragrande maggioranza dei casi i dialoghi saranno portati avanti mostrando gli artwork dei personaggi e questi sono di ottima fattura. Per quanto concerne il comparto sonoro, le tetre tracce di Black Book accompagnano bene gli eventi di gioco, ma difficilmente rimarranno impresse nella memoria del giocatore.

GIUDIZIO FINALE

Black Book racconta una storia dalle atmosfere strane, un tuffo in un mondo fatto di occulto e superstizione dalle tinte slave, tinte a cui generalmente non siamo abituati e che proprio per questo hanno una carica molto più affascinante del solito. Venire in contatto con mostri e demoni legati alle leggende, con tutte le loro storie e abitudini, è un fascino particolare che serie come Mushishi o Natsume degli Spiriti hanno saputo cogliere per il panorama giapponese e, per quanto siano titoli fortemente diversi, trovare un simile slavo è già di per sé un’ottima ragione per avvicinarsi a Black Book.
Se i fiumi di testo non vi intimidiscono e non avete problemi con il sistema di combattimento a turni, Black Book è un titolo assolutamente da provare e Morteshka una casa da tenere d’occhio.

Gioco testato su Playstation 5.