The House of the Dead: Remake dopo essere approdato su Nintendo Switch arriva il 28 aprile anche su PC e sulle console Microsoft e Sony (old gen), riportando indietro di 25 anni i fan del popolarissimo sparatutto da cabinato, non senza qualche problema di adattamento. 

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Sulla storia del titolo in sé c'è veramente pochissimo da dire, facciamo un balzo indietro in un epoca in cui gli orpelli narrativi erano asserviti alla necessità di imbracciare l'arma e sprecare proiettili. C'è il solito scienziato che crea la solita orda di zombie ed è in qualche modo coinvolta la solita fidanzata in pericolo. Ci interessa? Poco. Vogliamo sparare. 

E quindi parliamo del gameplay, del modo in cui questo porting ha provato a rendere godibile una serie nata per essere giocata con una lightgun puntata a schermo. Cominciamo con il dire che (avendolo provato su Xbox), giocare con un joypad e guidare il mirino con lo stick sinistro non rappresenta la più semplice delle soluzioni. La velocità con cui si svolge l'azione cozza con la legnosità nel dover spostare lungo tutto lo schermo il puntatore, cosa che si traduce nella concreta impossibilità di evitare di essere colpiti o, ancora più difficile, nel cercare di colpire gli oggetti nell'ambiente che ci garantiscono bonus di punteggio. Con un tasto o con il grilletto destro si spara e con un altro tasto o con il trigger sinistro si ricarica. Per fortuna, almeno nella modalità arcade base, i "gettoni" continua sono molti (ed acquistabili spendendo il punteggio accumulato), altrimenti sarebbe davvero snervante portare a termine la partita (cosa per cui occorrerà meno di un'ora). Fatte queste considerazioni, probabilmente la piattaforma su cui il gioco risulta essere più divertente è proprio il PC, grazie al mouse con il quale possiamo beneficiare di maggior velocità e precisione.

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Se il gameplay presenta purtroppo dei grossi limiti imposti dall'hardware, è proprio quello stesso nuovissimo hardware che avrebbe potuto consentire di tirare a lucido l'aspetto tecnico, i modelli poligonali, il dettaglio a schermo e tante altre cose che ci avrebbero fatto apprezzare la resa estetica di questo remake. Anche in questo caso però il risultato è piuttosto deludente. Il porting di MegaPixel dello sparatutto SEGA sembra fatto con il minimo lavoro indispensabile per farlo girare sulle piattaforme più moderne, ma a parte qualche limata grafica generale, il gioco sembra troppo poco curato, piuttosto sporco nelle immagini, poco dettagliato e con qualche vistoso ed inspiegabile calo di FPS. Francamente parlare di remake sembra quantomeno eccessivo visto che più probabilmente siamo di fronte ad una remaster anche piuttosto pigra.

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Non fraintendete, il gioco è lo stesso di sempre e quindi diverte tantissimo. Il più classico degli sparatutto arcade è praticamente un sempreverde da sfoderare soprattutto in compagnia e, nonostante i problemi di cui sopra, le vostre ore a decapitare mostri (e scienziati, che per quanto uno cerchi di salvarli si fa quello che si può) saranno comunque cariche di adrenalina e risate. Dal lato contenuti aggiuntivi invece è stato fatto di più e la menzione d'onore va senza dubbio alla modalità orda, che tradotto vuol dire riempire lo schermo di zombie, molti più zombie e quindi molti più proiettili. Quella sana caciara da film di serie C che gradiamo non poco, in questi contesti.

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In aggiunta troviamo una serie di collezionabili, modelli 3D con descrizione di tutte le creature ed i vari bivi di trama che ci inviteranno a giocare e rigiocare la storia per il solo gusto di vedere cosa succede nell'altra direzione. Logicamente completando determinati obiettivi andremo anche a sbloccare armi uniche che renderanno più semplice e divertente crivellare chi oserà frapporsi tra noi ed il malvagio dottor Curien.
 
 
Conclusioni

The House Of The Dead Remake è un gioco che cammina sulle sue gambe, ma più per l'opera creata quasi tre decadi fa, che per il lavoro di remake fatto adesso, che invece risulta essere ai minimi termini. Il gioco continua a divertire, ma lo fa con problemi legati al gameplay ed in particolare al sistema di puntamento, che ne limitano fortemente la godibilità (soprattutto dei perfezionisti) ed al comparto tecnico, che differisce davvero di poco rispetto a quello che siamo sempre stati abituati a vedere. Se però non vi disturba sparare a zombie piuttosto spigolosi che si muovono in ambienti spartani, state pur certi che con questo grande classico SEGA qualche ora di sano divertimento ve la portate a casa.