Il genere platform di questi tempi è un gigantesco "hit or miss", essendoci talmente pochi esponenti o si crea un piccolo capolavoro che rimane negli annali (prendendo d'esempio titoli come A Hat in Time o il più recente It Takes Two) o si fallisce nel tentativo, eppure a quanto pare esiste una terza categoria di titoli, che fa il suo lavoro senza troppa infamia o lode, ed è sicuramente questo il caso di Kao The Kangaroo, ultimo capitolo della serie sviluppata da Tate Multimedia che arriva oggi su tutte le piattaforme per portare quella ventata di nostalgia direttamente dagli anni '90, ma l'effetto nostalgia sarà bastato? Ve lo raccontiamo nella nostra recensione
 

La storia di Kao si apre in maniera piuttosto inusuale, con il nostro amico marsupiale (no non quell'altro, questo saltellante) intento a vivere un brutto sogno dove una forza maligna rapisce sua sorella Kaia, svegliatosi dall'incubo il giovane crede che possa avere effettivamente a che fare con la sparizione della ragazza, chiede quindi il permesso a sua madre Marlene di poter partire alla sua ricerca, quest'ultima lo ridireziona dal maestro del dojo locale Walt, che tenta di addestrarlo per il suo viaggio ma nel processo gli fa scoprire un paio di misteriosi guanti che appartenevano a suo padre ed a suo dire nascondono una forza malvagia e non andrebbero usati, il canguro tuttavia li vede come un potere extra per salvare la sorella e decide quindi di portarli con sé, imbarcandosi in questa folle avventura.
 
livello

La progressione in Kao The Kangaroo è estremamente simile a quanto vista in titoli che hanno definito il genere come Spyro e Crash Bandicoot (o addirittura titoli "più recenti" come Jak e Daxter), avremo infatti a disposizione un hub centrale dove poter accedere ai vari livelli, che si renderanno disponibili in base alla quantità di reliquie raccolte, tuttavia già da qui possiamo vedere alcuni miglioramenti, rispetto ai due titoli sopracitati infatti gli hub di Kao sono estremamente vasti e pieni di segreti ed elementi da raccogliere, inoltre potremo parlare con tutti gli abitanti del posto o anche acquistare costumi alternativi spendendo i ducati (la valuta del gioco) raccolti nei livelli, ogni livello inoltre potrà vantare la sua schiera di collezionabili, che oltre alle reliquie sono costituiti da pergamene che sbloccano informazioni sul livello o sui personaggi, diamanti e le tre lettere che compongono il nome del nostro protagonista (cosa che fa molto videogiochi Disney dell'epoca PSX), molti di questi elementi saranno ben nascosti e richiederanno un occhio attento per scovare i passaggi alternativi; all'interno dei livelli potremo inoltre trovare dei portali per dei piccoli mini livelli sfida che ci consentiranno di ottenere una grande quantità di ducati.
Ovviamente dovremo anche difenderci dai vari nemici che incontreremo e per farlo avremo a disposizione un basico sistema di combo, che una volta riempita la barra ci consentirà di eseguire un'esplosione ad area, inoltre, tramite determinati power up sparsi per i livelli, potremo infondere i nostri guanti di elementi come fuoco o ghiaccio, potenziamento atto sia a combattere sia a sbloccare determinati passaggi.
 
meme

La realizzazione tecnica del gioco ci ha lasciato piacevolmente sorpresi, non solo infatti il titolo gira senza il minimo singhiozzo (quantomeno la versione Playstation 5 da noi testata, che ha sempre girato a 60fps), ma presenta una qualità degli scenari incredibile per un gioco indie, con colori freschi ed accesi che rendono la loro esplorazione una gioia.
Per tutte le note positive del titolo tuttavia ce ne sono anche di negative, in particolare per quanto riguarda il livello di sfida (che in un platform è sempre importante considerare), da questo punto di vista infatti Kao non ha una difficoltà mastodontica (se non per qualche mini livello opzionale o determinate sezioni verso la fine) e si limita a farci godere le gioie del semplice platforming e l'esplorazione dei livelli, cosa che potrebbe non essere apprezzata da tutti (ma che lo rende una perfetta alternativa al classico Mario per i neofiti o un pubblico più giovane), in secondo luogo dobbiamo bacchettare la presentazione di certi elementi, come gli accessi ai livelli che non sono altro che buie grotte o cancelli, nessun magico portale o teletrasporto, cosa che ci sembra un po' strana per quanto coerente con la produzione, infine, nota dolente per il doppiaggio, che alterna momenti davvero convincenti ad altri che vengo recitati senza il minimo pathos per la situazione.
 
 
Kao The Kangaroo non è né il messia del ritorno dei platform 3D ma nemmeno un loro pessimo esponente, fa il giusto per essere gradevole senza esporsi a particolari rischi e considerato che si tratta comunque di una produzione indipendente ci teniamo a fare i complimenti a Tate Multimedia per la qualità e la pulizia generale del titolo, che per tutte quelle persone che hanno già platinato l'intera saga dell'altro marsupiale arancione o vivono a pane e speedrun di Super Mario potrebbe risultare un po' troppo semplicistico, ma per i neofiti del genere o chi ha comunque voglia di provare qualcosa di diverso e rilassante sarà sicuramente una boccata d'aria fresca (e colorata).