Il folklore è da sempre fonte di ispirazione e da sempre soggetto alle mode del periodo, così come lo è chi scrive storie di mestiere: che fosse per imposizioni dall'alto o semplicemente per riscoperta passione, alcuni anni fa molti autori si sono lanciati sulla figura dello zombie e ora, terminato il boom, non se ne sente quasi più parlare. I vampiri hanno subito un destino simile; prima infestavano tanto le notti quanto le opere di intrattenimento, arrivando a mutare sempre più la loro figura per andare incontro a fan dai background più diversi. Ora sono estremamente rari e trovare dei buoni libri, film o giochi sui nobili succhiasangue notturni è piuttosto difficile. Questa evoluzione del vampiro ha portato a diverse 'interpretazioni' della figura, varianti molto lontane dall'originale di John Polidori che spaziano dal sanguinolento Alucard, nato dal manga Hellsing, all'ormai re dei meme Edward Cullen di Twilight, frutto della scrittrice americana Stephenie Meyer. In questo marasma di stili non c'è una versione giusta o sbagliata del vampiro, ma è senz'altro vero che il loro essere così diversi rende ancora più difficile per il singolo trovare 'proprio quella tipologia' che effettivamente piace.
 
Vampire the Masquerade Swansong recensione

Vampire: the Masquerade – Swansong è la trasposizione a videogioco di una storia originale ambientata nel mondo di World of Darkness, un mondo uguale al nostro, ma abitato da forze occulte che agiscono nell'ombra, un mondo nato ed espanso attraverso manuali di gioco di ruolo cartacei che hanno dato una forma originale e affascinante a figure classiche come lupi mannari, stregoni e, appunto, vampiri. Vampire the Masquerade nello specifico è il nome della serie di manuali legati proprio ai nobili signori della notte, un'esperienza di gioco fatta di intrighi e cospirazioni più che di sanguinose battaglie e di cui Swansong si fa ambizioso portavoce di atmosfere e tematiche, proponendo di fatto un'avvincente ed elegante giallo ambientato nel misterioso mondo occulto.

Dopo le vicende a New York con Coteries e Shadows, Vampire the Masquerade arriva a Boston.

I vampiri esistono e vivono tra noi. Ad insaputa dell'umanità, loro dominano i mortali, fanno combattere le proprie guerre e li sfruttano per portare avanti i propri lussi. La masquerade è il patto siglato dalle creature sovrannaturali, un patto che impone loro di non rivelare al mondo l'esistenza dell'occulto così da preservare la sicurezza dei sui abitanti. Ogni area del globo sotto il controllo dei vampiri è gestita da una Camarilla, una fazione che segue una gerarchia monarchica ben definita, che gestisce le risorse del luogo e la salvaguardia dei suoi adepti, talvolta arrivando a stringere alleanze con i mortali o con altri esseri sovrannaturali nelle vicinanze. Inutile dire che i vampiri sono creature ambiziose e astute, gli stessi alleati altro non sono che strumenti delle complesse macchinazioni che ruotano intorno alla corte e alla relativa scalata verso il potere. Quello delle tenebre è un mondo tanto ammaliante quanto pericoloso, un mondo dove gli immortali fanno ampio uso dei propri poteri senza pietà, tutto per raggiungerne la vetta e salvaguardare il proprio benessere.
 
Vampire the Masquerade Swansong recensione

La Camarilla di Boston ha perso da poco il suo leader storico ed è da solo un anno che Hazel Irvine è salita al potere, motivo per cui la sua influenza e autorità in quanto Principe è traballante, sebbene nessuno osi dirlo apertamente. In questo clima di tensione, Hazel ordina l'organizzazione di un party per celebrale la propria ascesa al potere e siglare ufficialmente l'alleanza con i vampiri della Cappella di Hartford. La giornata di festa termina prima di cominciare a causa di un allarme rosso lanciato proprio dalla location del party ed è così che i vampiri non ancora giunti nel luogo vengono convocati a Corte. Il mistero dietro l'incidente della festa non è che l'inizio di una affascinante escalation di intrighi, alleanze, tradimenti e giochi di potere che vedono sul piatto non solo le sorti della Camarilla di Boston bensì la sopravvivenza stessa dei vampiri in città.

La storia porta il giocatore nelle profondità di World of Darkness, mostrandone le intriganti sfaccettature ed immergendolo in un mondo sospeso tra normale e paranormale, camminando in bilico sul confine tra le due realtà in un contesto familiare, ma rivisto con gli occhi dei predatori della notte: una scacchiera dove un attimo prima si ha l'illusione di essere colui che muove le pedine e, un attimo dopo, ci si scopre burattini di un piano più grande. L'intricata e affascinante storia si sviluppa seguendo i punti di vista dei tre protagonisti, tutti molto diversi da loro per background ed obiettivi ma ognuno ottimamente caratterizzato ed interessante nella sua posizione.
 
Vampire the Masquerade Swansong recensione

Emem Louise è proprietaria di diversi club e poco interessata agli affari di Corte, ma ne rimane catturata e gioca tutte le sue carte per sopravvivere in questa nuova realtà di alleanze e tradimenti. Galeb Bazory è il più anziano dei vampiri di Boston e proprio per questo vive le tradizioni in modo diverso dagli altri: è molto legato all'etichetta, crede nella struttura della Camarilla e nella Masquerada, ma non è né ingenuo né idealista, anzi, è proprio la praticità il suo punto di forza. Leysha è la vampira più atipica dei tre, il suo sangue Malkavian la porta ad avere visioni metaforiche del futuro e dato il suo potere è tenuta in alta considerazione da Hazel e da Richard, il vampiro psichiatra che la tiene in cura. Leysha è madre di una bimba vampira ed è determinata a difendere la piccola mentre si destreggia nella complessa tela di relazioni che la circondano: chi è dalla sua parte e chi vuole semplicemente approfittare dei suoi poteri?

Quella narrata in Swansong è una storia corale portata avanti da tre filoni paralleli, filoni che si influenzano vicendevolmente e rendono l'esperienza non solo estremamente personale per il giocatore, il quale avrà modo di plasmare gli eventi secondo il proprio giudizio, ma soprattutto estremamente avvincente nei suoi sviluppi perché il 'fallimento' di un obiettivo di un personaggio può creare un vantaggio per la missione di un altro, così come i rapporti sviluppati dai protagonisti possono aprire o chiudere nuovi percorsi per sé o per gli altri. La storia prosegue seguendo un flusso preciso ma i risvolti sono molteplici così come lo sono i finali; la libertà di approccio si nota anche all'interno dello stesso livello dove è possibile arrivare ad una certa informazione in più modi, come da tradizione per titoli di questo genere.
 
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La dinamicità del gameplay si rivela soprattutto nei suoi dialoghi e da come è possibile condurre una conversazione, non tanto in quelle standard quanto nei così detti Confronti. Un dialogo standard permette di ottenere varie informazioni scegliendo le opzioni di dialogo più adatte, tal volta sarà possibile 'forzare la mano' in una certa direzione sfruttando i poteri vampirici dei protagonisti o giocando sulle loro statistiche, da tenere conto però che queste opzioni consumano i punti abilità o i punti Fame dunque è importante sapersi dosare. Da notare inoltre che queste scelte speciali non sono sempre giuste e non è detto che portino sempre al risultato sperato.

I punti abilità sono legati alle statistiche del personaggio e gli permettono di notare dettagli particolari durante l'esplorazione, ottenendo di fatto più informazioni, oppure di essere particolarmente persuasivi nella scelta delle proprie parole, ad esempio usando una risposta basata su Psicologia si potrebbe far leva sulle paure dell'interlocutore. Le scelte basate sulle statistiche, giuste o sbagliate che siano a seconda del contesto, vedono un confronto sui valori dei personaggi in gioco: se l'interlocutore ha Saggezza maggiore, non lo si potrà forzare con un'opzione basata su quella statistica, tuttavia è possibile spendere punti abilità extra per alzarla e vincere.
 
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In caso di pareggio l'esito viene deciso con un metaforico 'tiro di dado' di cui siamo a conoscenza delle percentuali di riuscita. Durante il livello è possibile recuperare i punti abilità mediante il consumo di oggetti o come ricompense per dialoghi gestiti bene. Discorso simile per le abilità vampiresche, anche queste possono essere usate nei dialoghi o nella esplorazione e permettono di accedere ad opzioni aggiuntive, talvolta indispensabili per la buona riuscita del proprio obiettivo, e usando queste abilità si fa salire il livello di Fame. Per placare la Fame è necessario bere del sangue che tradotto significa convincere una vittima a seguirci in un luogo appartato.

Il punto più alto del gameplay di Vampire the Masquerade – Swansong è senza dubbio dato dai Confronti, dialoghi particolari in cui due personaggi si confrontano su un certo argomento. Il flusso della conversazione cambia radicalmente in base alle scelte e il risultato finale tende ad avere grossi impatti sullo sviluppo del livello e della storia in generale. La grande dinamicità nello sviluppo e nella gestione delle indagini rendono davvero giustizia alla natura da gioco di ruolo cartaceo della serie, inoltre grazie al grande carisma dei personaggi principali e secondari è veramente piacevole seguire le loro vicende.
 
Vampire the Masquerade Swansong recensione

A fronte di un comparto narrativo eccelso e di un cast di personaggi davvero sopra le righe, il tallone d'Achille della produzione di Big Bad Wolf risiede nel lato tecnico: durante le nostre sessioni di gioco siamo incappati in diversi bug, spesso minori e di natura grafica ma talvolta piuttosto fastidiosi perché legati a mancati salvataggi automatici con conseguente ripetizione dell'ultimo livello. In più alcune presentazioni si nota una certa superficialità e una mancata rifinitura, un vero peccato perché la grafica di Swansong di per sé è ottima. I modelli poligonali dei personaggi sono veramente ben fatti e le location non solo sono veramente belle da vedere, ma sono anche estremamente coerenti nel loro design, tuttavia non è raro vedere personaggi che, durante una cutscene, compenetrano i propri vestiti o che sfoggiano un passo estremamente sgraziato che stona completamente con la figura elegante - Emem su tutti. Il punto peggiore è dato dalla mimica facciale non sempre all'altezza e che porta i personaggi ad assumere espressioni bizzarre.

GIUDIZIO FINALE

Vampire: the Masquerade – Swansong è un must per gli amanti dei vampiri, un must per i fan dei giochi investigativi e un must per chiunque abbia voglia di una bella storia di mistero, intrighi e occulto. Le situazioni proposte non solo sono estremamente intriganti, ma si rivelano un elegante intreccio che vede nei tre protagonisti un punto di svolta fondamentale per la fortuna e sfortuna dei vari personaggi che, con astuzia e maestria, tendono una trasparente rete di tranelli e menzogne che pongono il giocatore al centro della scacchiera su cui le belve della notte giocano.
La fantastica struttura di gioco sprona il giocatore a ripetere più volte gli eventi che portano la Camarilla di Boston alla crisi, sebbene all'inizio si forzi un po' troppo la mano con sfide dalle richieste troppo alte, ma una volta presa confidenza con meccaniche e personaggi non si può non apprezzare ogni run, unica grazie alle sfaccettature offerte dai vari percorsi che la storia può prendere. Big Bad Wolf ha saputo trasportare in modo sublime le affascinanti atmosfere che contraddistinguono l'universo di World of Darkness e di cui Vampire: the Masquerade – Swansong ne è una perfetta introduzione.

Gioco testato su Playstation 5.