In questo 2022 le produzioni italiane si stanno facendo sempre più prepotenti, d'altronde è l'anno di Mario + Rabbids Sparks of Hope ed è recentemente stato svelato il vero titolo del misterioso Project Galileo, non è quindi strano che i team nostrani non stiano più nelle loro piccole nicchie ma tentino di affermarsi con produzioni per rivaleggiare i tripla A, Soulstice tenta proprio di fare questo, il titolo sviluppato dal team di Reply Game Studios e pubblicato da Modus Games cerca di proporre la sua variante sulla formula proposta da titoli come Devil May Cry e Bayonetta, ma considerato che manca poco meno di un mese al ritorno della strega di Umbra, avrà pagato questa scelta? Ve lo raccontiamo nella nostra recensione
 
Soulstice riesce a proporre qualcosa di suo o cade sotto il peso della concorrenza?

La particolare trama di Soulstice viene raccontata tramite un alquanto lungo filmato iniziale: degno del più classico testo biblico, in principio il mondo era avvolto dal caos e solo tre entità si misero contro di esso per contrastarlo, la Portatrice della Fiamma, lo Scultore ed il Giudice, i tre divini formarono la Triarchia e riuscirono a sconfiggere il caos, che tuttavia non poteva essere completamente bandito, ragion per cui i tre crearono il Velo per tenere il caos alla larga, ma per quanto il mondo fosse stato salvato era al tempo stesso vuoto, così i Custodi si spinsero oltre il Velo ed attinsero all'essenza del caos per creare l'umanità, ma ogni creatura vivente era destinata a morire e tornare in esso, iniziò quindi il ciclo che conosciamo di vita e morte, ma grazie a questo il Caos si fece più forte e riuscì a sovvertire ancora una volta l'umanità, così per contrastarlo i Custodi diedero via al Solstizio delle Anime (proprio quello che da il nome al gioco) iniziando a creare degli ibridi nati dalla fusione di due anime chiamati Chimere e dopo tre faticose battaglie sembrava che la situazione si fosse calmata, ma la resistenza del Velo vacilla nuovamente ed è qui che entreranno in gioco le nostre due protagoniste, le sorelle Briar e Lute, la prima una spaccona sempre pronta a menare le mani mentre la seconda un'anima pura (letteralmente) legata indissolubilmente all'altra; le due, sotto comando dell'Ordine delle Lame Cineree, partiranno per un viaggio per sigillare nuovamente i tre squarci nel Velo prima che il Caos possa di nuovo far piombare l'umanità nella disperazione.
 
Le due sorelle mostreranno costantemente il loro legame durante l'avventura

Il gameplay alla base di Soulstice è esattamente ciò che vi aspettereste da un hack'n'slash stile Devil May Cry, bisognerà infatti attraversare diversi scenari dal punto A al punto B venendo fermati di tanto in tanto da ondate di mostri che dovremo eliminare con la maggior varietà di mosse per ottenere un punteggio dal bronzo al diamante con annessa ricompensa, tuttavia già qui si può vedere il primo modo in cui il titolo si differenzia dalla concorrenza: come abbiamo detto prima le nostre protagoniste saranno due ma noi potremo controllare direttamente solo la scatenata Briar, mentre Lute rimarrà appiccicata a noi per tutto il tempo non solo per infliggere danni in maniera autonoma, ma anche per parare i colpi in arrivo, siano essi proiettili o fendenti, inizialmente la ragazza potrà limitarsi a rallentare il nemico in questione per permetterci di schivare oppure bloccare il proiettile in arrivo, ma con il passare delle ore le sue capacità diventeranno molto più forti, oltre a ciò la sorella spettrale servirà anche per altre due importanti funzioni, ossia generare il campo di evocazione ed il campo di esilio, il primo ci permetterà di rendere tangibili non solo piattaforme parzialmente invisibili, ma anche di combattere contro nemici altrimenti intoccabili, mentre il secondo ci permetterà di distruggere le escrescenze corrotte in giro per i livelli per accedere a nuove aree, ovviamente dovremo stare attenti a quanto li terremo attivi, poiché qualora Lute dovesse mantenerli per troppo tempo si sforzerà troppo e sparirà per qualche istante, lasciandoci a combattere da sole; il legame tra le due sorelle sarà inoltre importante anche durante i combattimenti stessi grazie alla barra dell'intesa, rappresentata da due icone sopra il moltiplicatore di punteggio, che potremo riempire alternando le azioni delle due sorelle e se inizialmente ci consentirà solo di sferrare un attacco potenziato, andando avanti con la storia acquisiremo la possibilità di entrare in uno stato alternativo simil-berserk che renderà Briar non solo estremamente letale, ma anche molto veloce ed in grado di zompare da un nemico all'altro in un attimo, qualora poi dovessimo riuscire a mantenere una buona intesa anche in questa modalità, potremo sferrare una finisher che pulirà completamente il campo di battaglia.
Durante le nostre scorribande ovviamente l'esplorazione sarà importante non solo per scovare risorse aggiuntive, ma anche per trovare gemme per potenziare la salute di Briar e, soprattutto, trovare i classici portali sfida che, una volta completati, ci lasceranno un frammento per aumentare la nostra salute massima; proprio come da tradizione di questo genere inoltre le due sorelle saranno potenziabili (con due valute diverse) e se in maniera molto classica Briar potrà acquisire nuove mosse per ognuna delle sue armi, Lute avrà a disposizione un vero e proprio albero delle abilità per permetterci di scegliere in maniera accurata la progressione delle sue capacità.
 
L'interfaccia risulta molto intuitiva, ma spesso i combattimenti sono troppo affollati

Dal punto di vista tecnico il gioco fa il suo lavoro senza infamia e senza lode, abbiamo testato la versione Playstation 5 in modalità prestazioni ed ha mantenuto costanti i 60fps, tuttavia la vera bacchettata sulle mani è da dare per quanto riguarda le ambientazioni, sia chiaro, lo stile dark fantasy della produzione è estremamente azzeccato per quanto riguarda i nemici e, soprattutto, i protagonisti principali (l'armatura e la spada di Briar ricordano molto facilmente infatti quelle di Gatsu, protagonista di Berserk), ma a livello di scenari, considerando soprattutto che si rimane per la maggior parte del tempo nelle tre città, si cade dopo poco nella ripetitività; vagamente discutibile inoltre la scelta di ispirarsi davvero troppo sotto certi aspetti alle produzioni citate all'inizio, il titolo mantiene infatti cose come uno zoom con annessa spiegazione la prima volta che prendiamo un'oggetto oppure qualche secondo di rallentamento alla fine di un combattimento, per non parlare poi dei giacimenti di risorse che scompaiono dopo un po' se non distrutti in tempo, insomma questi sono elementi che possono piacere o meno; un altro grande difetto della produzione è senz'altro la gestione della telecamera negli scontri con tanti nemici, che spesso finiscono per risultare piuttosto confusionari.
Buona la durata che si attesta sulla ventina di ore per completare la produzione con qualche portale qui e lì, mentre per potenziare al massimo le protagoniste e sbloccare tutto, soprattutto se si considerano le difficoltà elevate, ce ne vorranno almeno 40; perfetta l'interpretazione delle due sorelle, che risultano azzeccatissime nel pathos delle battute.
 
 
Creare un titolo del genere e rilasciarlo così tanto a ridosso dell'uscita di Bayonetta 3 poteva sicuramente rivelarsi controproducente ed invece i ragazzi di Reply Game Studios hanno centrato in pieno il bersaglio, proponendo una storia interessante dall'inizio alla fine, un duo di protagoniste carismatico che sorregge in maniera egregia la produzione ed un gameplay adrenalinico che al fronte delle ovvie similitudini con la concorrenza riesce comunque a dire la sua; per quanto sia sicuramente un peccato vedere delle ambientazioni così poco caratterizzate ed alcuni elementi forse troppo identici ai suoi fratelli più blasonati, Soulstice rimane un'opera validissima che ci ha intrattenuto per tutta la sua durata e siamo sicuri che le avventure di Briar e Lute coinvolgeranno senza problemi tutti quelli che decideranno di dare al titolo una possibilità.