Shinobu e Maya Kamizono stanno camminando verso l'Accademia Sakurazaki, quando improvvisamente una sfera oscura avvolge l’intera area, facendo apparire, al posto della scuola, un sinistro castello; intuendone l’aura demoniaca, le due sorelle indossano la loro divisa da cacciatrici di demoni e si dirigono al suo interno.

Dopo aver sconfitto il primo demone potente, Kurona appare davanti a loro, rivelando che la dimensione demoniaca e quella umana si sono fuse grazie al suo nuovo potere assoluto, come vendetta nei confronti delle cacciatrici dato che a causa dei suoi continui fallimenti dovrà ripetere l’anno all’Accademia dei Demoni. Shinobu e Maya scoprono inoltre che tutte le altre studentesse sono disperse nel castello, dovranno quindi salvarle e scoprire il segreto che si cela nel potere acquisito di Kurona.
 

A quanto pare al CEO e produttore di Inti Creates Takuya Aizu da tempo balenava in testa l’idea di creare un gioco d’azione con protagoniste le sorelle Kamizono, note al grande (?) pubblico per la serie rail shooter ecchi Gal*Gun che evidentemente, dopo due capitoli, uno spin-off e un remake, sembra aver esaurito quel pizzico di creatività che può scaturire dal suo strambo soggetto. Shinobu e Maya meritavano un palcoscenico ulteriore, sfruttando magari quella manovalanza interna a Inti Creates, specializzata nella realizzazione di frenetici giochi d’azione bidimensionali a partire dalla serie Mega Man Zero. Ecco quindi che Masanori Itō, ideatore della serie Gal*Gun, trova in Kyo Kobayashi, planner dell’apprezzata serie Gunvolt, un co-director naturale per creare un action 2D che prevedibilmente si prende poco sul serio dal punto di vista narrativo ma che, al contempo, si prefigura di confezionare un gioco di genere di qualità, degno della tradizione portata avanti da Inti Creates.



Shinobu e Maya vengono quindi catapultate in una cornice che rievoca ovviamente i classici della serie Akumajo Dracula, e considerato anche il villain, la pestifera Korona, il contesto funziona sorprendentemente bene. Innanzitutto è bene chiarire che Gal Guardians: Demon Purge non è un vero e proprio “Metroidvania”, come forse inizialmente etichettato, l’ambientazione del castello non è composta dal tipico “mappone” caratteristico di questa declinazione del genere, ma è piuttosto divisa in macroaree tematiche, rendendola più simile effettivamente ai Castlevania classici che non ad un Symphony of the Night (1997) o al più recente Deedlit in Wonder Labyrinth (2021); il gioco ci munisce inoltre di un radar a richiamo che ci indicherà la direzione della studentessa più vicina e del boss dell'area. Sconfitto il boss salveremo una delle studentesse della scuola, la quale ci ricompenserà con una nuova arma secondaria sia per Shinobu che per Maya. È comunque possibile tornare nelle vecchie zone per scovare altre studentesse e passaggi segreti, sfruttando magari i tools acquisiti, tale aspetto rende di fatto Gal Guardians: Demon Purge un action 2D ibrido dalla struttura sì lineare, ma che permette allo stesso tempo un’esplorazione di ampio raggio, in particolare nella 2° parte dell’avventura.
Evitando di approfondire scomodi spoiler di trama, raggiunto quello che sembra essere il boss finale, infatti, un plot twist rimanda le due protagoniste al punto di partenza (uno scherno che sembra voler citare il classico da sala Ghosts ‘n Goblins), ma è qui che Gal Guardians si apre maggiormente scoprendo il suo vero fulcro. Nonostante saremo costretti a sconfiggere di nuovo i medesimi boss, con il rischio di fare apparire tale scelta come un dozzinale metodo per allungare la longevità del gioco, Shinobu e Maya avranno a disposizione nuovi poteri, nuove aree si apriranno e i nemici stessi saranno più forti e dotati di attacchi diversi, ciò rende la seconda “route” altrettanto stimolante da percorrere, al netto di alcune, inevitabili ripetizioni.



Gal Guardians riesce a mantenersi fresco per buona parte della sua durata, non tanto per il level design, discreto ma abbastanza derivativo del genere, quanto piuttosto per la varietà di armi e abilità in dotazione delle due demon hunter, gli sviluppatori si sono prodigati nel differenziare in modo marcato lo stile di gioco di Shinobu e Maya, con la prima specializzata negli attacchi a distanza e la seconda più adatta al combattimento ravvicinato. Le armi secondarie consumano un certo quantitativo di energia, che possiamo raccogliere distruggendo gli oggetti dello scenario proprio come in Castlevania; la maggior parte di esse sono strumenti di offesa alternativi all’attacco standard mentre altre, come l’ombrello di Maya o il rampino di Shinobu, serviranno per raggiungere zone altrimenti inaccessibili. Se all’inizio ci limiteremo a cambiare personaggio in base al nemico che avremo di fronte, nelle fasi più avanzate e contro alcuni boss si dovrà ricorrere anche alle armi secondarie per avere la meglio, nel momento in cui una delle due sorelle viene messa fuori combattimento, l’altra, partendo dall’ultimo checkpoint, avrà il compito di tornare sul luogo e rianimarla, qualora vengano sconfitte entrambe il giocatore perderà una vita. A difficoltà Veterana (una delle due disponibili fin dall’inizio) Gal Guardians: Demon Purge non è particolarmente impegnativo, anzi si è dimostrato forse un po’ troppo facile rispetto ad altri esponenti dello stesso genere, anche se alcuni boss necessitano comunque di una certa strategia e abilità; Maya in particolare è molto debole e cade con pochi colpi ben assestati, nonostante (o forse proprio perché) abbia il compito di assestare gli attacchi ravvicinati più forti, e poiché alla sconfitta di una delle due il gioco ci rimanderà al checkpoint (registrando una parte dei danni inflitti al boss) saremo impegnati a mantenerle entrambe in vita fino alla fine della battaglia. Ultimo ma non meno importante aspetto, il gioco è interamente percorribile in cooperativa con un amicə.



Gal Guardians: Demon Purge è tradotto in italiano e presenta il doppio audio in inglese e giapponese, con quest’ultimo da preferire data la maggior presenza di dialoghi doppiati. La storia per quanto semplice è divertente e non rinuncia a situazioni e gag in pieno stile Gal*Gun, in particolare nella seconda parte, dove emerge maggiormente il suo collegamento con la summenzionata serie shooter, ma rimane godibile anche per coloro che non hanno mai affrontato dozzine di studentesse eccitate armati di feromoni.


 
Il classicismo ludico Gal Guardians è funzionale agli elementi citazionisti del gioco a piattaforme di cui Inti Creates è comunque già maestra con la serie Gunvolt, qui mescolati a questa intessitura ecchi di provenienza Gal*Gun, di fantasticherie e stereotipi adolescenziali, che fanno tappa in alcuni luoghi cardine di una scuola tramutata in Akumajō. A questo si imputa il solo difetto che forse poteva essere anche più ostile, considerato che le sorelline hanno questa facoltà di resuscitarsi tra loro, per chi di castelli demoniaci ne ha conquistati tanti.