Recensire e parlare di qualcosa che definire di nicchia è già esagerare è sempre complicato. Una situazione ancor più ardua se consideriamo come il titolo in questione sia anche un lavoro a cadenza annuale e che dunque, a livello puramente intrinseco, non può vantare grossi cambiamenti tra un capitolo e l'altro.
 
Una recensione sporca di fango

Monster Energy Supercross 6 è dunque la nuova trasposizione videoludica del Campionato Supercross, che nonostante abbia perso da qualche anno la valenza di campionato del mondo rimane comunque seguitissimo, soprattutto negli Stati Uniti. Un prodotto adatto a chi vive oltre oceano dunque, abituato a immensi spettacoli pirotecnici, incredibili e coloratissime coreografie, e poco male se in mezzo tutto questo trambusto ci scappi anche una gara.

Noi europei abbiamo qualcosa di simile, trasposti nei classici MXGP sempre di Milestone, ma nonostante la nostra prominente sobrietà rispetto ai nostri amici statunitensi, i due sport sono in realtà abbastanza diversi tra loro. Lo si capisce molto bene prendendo il pad per giocare entrambi i titoli: oltre l'approccio alle gare e al contorno, a cambiare è anche il modo con cui danzare tra le curve e riuscire ad andare veloci fino al traguardo.

Evitato il pericoloso copia e incolla, è possibile esplorare anche le differenze rispetto il capitolo precedente, sottili quanto efficaci. Togliamoci però subito il dente e partiamo dal comparto tecnico, ancora povero e poco al passo coi tempi nonostante il lavoro effettuato per riempire e abbellire tutto ciò che ci sta attorno. Ma come sappiamo, quantità non fa rima con qualità nei fatti e il motore grafico comincia ad avere evidenti segni del tempo. Era già così con il quinto capitolo, figuriamoci oggi.
 
Bisogna allenarsi parecchio

Detto ciò, le novità sul fronte tecnico valgono come una discreta messa a punto, con una migliore gestione delle animazioni, soprattutto in caduta e un'IA che si sforza un po' di più nel cercare di non colpirci, avendo una migliore consapevolezza di cosa gli sta attorno. Non è un cambiamento radicale, certo, assistiamo ancora a trenini e sorpassi kamikaze ma è sempre meglio che niente. Quello che manca davvero è la “magia”, quella sporcizia mista ad adrenalina presente in ogni anfratto di questo sport. Tutto risulta fin troppo asettico e privo del mordente presente nelle gare viste in TV (dategli un'occasione).
In generale insomma, un motore grafico di nuova generazione potrebbe far fare al titolo un salto di qualità davvero notevole.

Ma tutto ciò deve ovviamente sposarsi a buone modalità di gioco e a un modello di guida complesso ma in grado di accompagnarvi per mano se serve. Su questo fortunatamente, vi sono dei passi avanti.
In Monster Energy Supercross 6 vi è una differenza che ai più può passare inosservata ma che fa parecchio nell'economia globale. Nelle vesti di coach, tutor, papà per alcuni, la palla passa da una leggenda di questo sport a un'altra, da Ricky Carmichael a Jeremy McGrath, che non sarà lì a vantarsi dei suoi sette Campionati Supercross conquistati, ma vi farà da mentore, con nuovi eventi adatti a comprendere tutti gli elementi essenziali di questo sport.

La differenza sostanziale, rispetto soprattutto al quinto capitolo, sta in questo passaggio di consegne. Una cosa da poco per molti eppure cambia drasticamente l'approccio al titolo. Rispetto Carmichael, McGrath è infatti molto più presente, sin dalle prime battute, accompagnandovi per mano nelle diverse modalità di gioco e anche all'interno di esse. Ad esempio, nel Supercross Park, quello che potremmo definire “gioco libero”, abbiamo la possibilità di allenarci con lui sia dal punto di vista delle skill sia dal punto di vista fisico, visto che gli infortuni sono sempre dietro l'angolo e possono compromettere l'andamento della stagione.
 
Si cadrà parecchio.


E, a proposito di stagione, McGrath ci darà una mano anche in tal senso, traghettandoci dal Campionato Futures, adatto a farci le ossa con moto da 250cc al campionato Pro, passando per quello intermedio, dedicato ai Rookie. La composizione dei campionati non vanta moltissime novità, se non per il roster di piloti aggiornati a questa stagione. Tuttavia, il tutto sembra più coeso, invogliando ancor di più a sfruttare le sezioni allenamento all'interno del parco. Migliora anche la gestione degli assetti delle moto e soprattutto la loro personalizzazione, con molte parti in più disponibili rispetto la precedente iterazione.

Il mood generale, pur rimanendo invariato, trova maggior contesto e più immersività, cercando di imparare in fretta le basi per primeggiare nelle classi minori. Prendersi cura della propria moto attraverso i potenziamenti, prendersi cura di sé stessi, migliorando skill e aspetto fisico in quello che essenzialmente, è il tutorial. La Supercross Academy è fondamentale per far tutto ciò, un passaggio obbligato per tutti coloro che non amano perdere tempo per terra. Si cadrà comunque, sia chiaro, ma è sempre meglio farlo il meno possibile.

Questo perché, nel classico caso dell'"easy to learn, hard to master", approcciarsi a Monster Energy Supercross 6 richiede una certa accortezza, anche per chi proviene dai capitoli precedenti. La gestione del modello di guida può ricordare alla larga quello di un rhythm game, visto che salti, cunette o curve paraboliche richiedono la giusta postura e la perfetta gestione del peso del pilota per andare forte. Rispetto alla serie MotoGP o SuperBike ad esempio, il pilota è parte integrante dei sistemi di gioco per cui, oltre a far attenzione ai movimenti del mezzo, dobbiamo gestire anche i movimenti di chi la guida. Serve un po' di pratica per capire come la levetta destra invece che gestire la camera, si occupa dei movimenti del nostro alter ego ma una volta preso le misure, il driving system si trasforma in una danza a colpi di levette e grilletti per dosare al contempo freno e acceleratore, imparando il ritmo degli ostacoli che ci si ritrova davanti. Ci si stanca parecchio, ma sa regalare soddisfazioni.

Completano l'offerta ludica, a proposito di ritmo, la modalità Rhythm Attack, ricca di potenzialità anche se al momento solo scalfita. Essenzialmente si tratta di un uno contro uno su un rettilineo composto da tutto il campionario di cunette e rampe, dove mettere in campo tutte le competenze acquisite nel corso del tempo. È uno dei casi in cui si notano i grossi miglioramenti nella gestione del flusso di gara, soprattutto in multiplayer, tra neofiti e giocatori più navigati. Tra l'altro, la modalità online si arricchisce anche del crossplay tra tutti i sistemi, cosa che in un titolo che vende molto poco, è una manna dal cielo.
 
Monster Energy Supercross 6 è un piccolo passo verso un titolo più maturo e completo, come le altre controparti proposte da Milestone come MotoGP e il neo SuperBike. Il passaggio a Jeremy McGrath ha giovato a tutto il pacchetto, trovando integrazione in tutti gli aspetti del titolo, anche se i limiti, soprattutto imposti da un comparto tecnico davvero datato, non possono passare inosservati. Si tratta di un gioco di nicchia è vero, ma un investimento maggiore potrebbe davvero giovare a un titolo ricco di potenzialità.