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10.0/10
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Il nome Oh, mia dea! credo sia conosciuto più o meno bene da tutti gli appassionati di anime e manga, in fondo l’opera del buon Kosuke Fujishima ha ormai passato i 20 anni; tanto è trascorso da quando, nel lontano 1988, l’autore diede avvio a questa ‘saga’. Già negli anni ’90 c’era stata una prima trasposizione sotto forma di oav, edita anche in Italia; tuttavia in tempi più recenti si è dato avvio a un nuovo adattamento animato, di cui questa serie rappresenta l’inizio.

Dovendo introdurre il tema di Oh, mia dea!, credo che il modo migliore passi nel porre un quesito. “Vi siete mai chiesti cosa potrebbe succedere se all’improvviso una bellissima dea comparisse al vostro cospetto, dicendo di poter esaudire un qualsiasi desiderio?” Forse, perché no, nella fantasia di tutti è successa una cosa simile e chissà quali sono stati i desideri formulati in risposta a quella semplice domanda. Ma in fondo una fantasia resta tale, un breve momento in cui tutto sembra possibile, salvo poi sparire come una bolla di sapone … ma se questa fantasia dovesse diventare all’improvviso realtà? Forse è stato questo semplice pensiero a ispirare Fujishima, ma in ogni caso è proprio da questa ‘piccola’ fantasia che prende avvio Oh, mia Dea!

Ad assumere il ruolo di protagonista della storia è Keiichi Morisato, in tutto e per tutto un ragazzo normale, forse sarebbe il caso di dire il classico bravo ragazzo. Grande appassionato di motori, è un persona estremamente buona e gentile, a tratti ingenuo, tutte qualità che non solo lo rendono schiavo dei suoi simpatici e stralunati senpai, ma che ovviamente non gli consentono di riscuotere grande successo nel genere femminile. Spesso però si dice (quasi a volersi consolare) che il bene fatto prima o poi verrà ricompensato e, nel caso di Keiichi, questa ricompensa appare nella forma della bellissima dea di prima classe Belldandy. Posto di fronte al quesito sopra detto, Keiichi, convinto di assistere ad uno scherzo, formula un desiderio particolare: “Vorrei che una dea come te stesse sempre al mio fianco”. Pur sbalordita da tale richiesta, Belldandy conclude il contratto, esaudendo il desiderio, e dando così avvio ad Oh, mia dea!; l’inizio di una strana storia in cui faranno la comparsa tanti personaggi interessanti, l’inizio di una bella, dolce e romantica storia d’amore.

Già detto di Keiichi risulta ovvio parlare di Belldandy, un personaggio a mio avviso tratteggiato con estrema cura; la sua dolcezza e purezza riescono a delineare, ancor più del suo aspetto, la sua origine divina. Né lei né Keiichi sono personaggi smaliziati, anzi sono quasi ingenui nel loro modo di agire, eppure credo sia questo aspetto a rendere il loro rapporto così interessante e bello. Forse l’immanente senso di ingenuità che circonda la loro relazione la rende quasi surreale, nondimeno ciò mi appare un pregio, e in fondo il mondo animato cos’è, se non un mondo di fantasia e quasi fiabesco?

Come detto però i personaggi sono molti e, senza farne un elenco dettagliato, ad affiancare sempre la coppia di protagonisti saranno le due sorelle di Belldandy: la provocante e, lei sì, smaliziata Urd, e la piccola Skuld, incredibilmente gelosa della sorella, ma in fondo lei stessa attratta dalla gentilezza e dal carattere di Keiichi.

Parlando del comporto tecnico: l’animazione mi è parsa decisamente buona, così come ottimo è l’accompagnamento musicale, a partire dalla sigla di apertura My Heart Iidasenai, Your Heart Tashikametai, cantata dalle doppiatrici delle tre dee protagoniste. Le voci scelte per i vari personaggi sono a mio parere estremamente calzanti; spicca in particolar modo Kikuko Inoue per la sua interpretazione di Belldandy, una voce molto bella, né poteva essere diversamente considerando la passione e l’abilità di Belldandy per il canto, in grado di esprimere al meglio la dolcezza del personaggio.

Tirando le somme, Oh, mia Dea! è un anime che ho gradito in particolar modo: leggero, divertente, romantico, tenero, è stato in grado di regalarmi un buon carico di emozioni. Probabilmente è un tipo di anime particolarmente adatto a chi ha una certa predisposizione verso il genere romantico/sentimentale, ma non posso che consigliare questo piccolo capolavoro, che tanto mi affascinato e appassionato. Quanto al voto sono conscio del suo essere quasi esagerato, tuttavia, per quanto strano possa essere, non credo di poterne dare uno diverso.