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In un panorama anime dominato da pseudo shonen fatti di combattimenti, morte e distruzione e dove si assiste alla solita forza dell'amicizia, ogni tanto in Giappone si assiste alla nascita di qualche opera diversa adatta ad un pubblico più esigente.
Ristorante Paradiso narra le vicende di una ventunenne giapponese che arriva in Italia, precisamente a Roma, nel ristorante del suo patrigno. Salta subito all'occhio la rappresentazione grafica della capitale: strade piccole, semi-illuminate e con una leggera, quasi impercettibile nebbiolina. Tutto questo tende a creare una sorta di alone magico, delicato, ovattato, direi anche sensuale dell'Urbe.
L'anime è tratto da uno shoujo ed è inevitabile che si assista ad intrecci amorosi e simili che ben si intrecciano con le vicende di ogni puntata. I personaggi, forse un po' troppo stereotipati sul mito dell'Italiano "latin lover, affascinante, gentiluomo", hanno un'aura di tranquillità e pacatezza, anzi, un'eleganza senza pari.
Consigliato a tutti coloro che desiderano godersi un anime né troppo leggero, né troppo complicato, capace di far sognare e di far passare una mezz'oretta in assoluta tranquillità.