logo GamerClick.it

10.0/10
-

Suzuka è una serie anime di ventisei episodi creata nel 2005 dallo Studio Comet ed ispirata all’omonimo manga di Kōji Seo, la cui serializzazione si è conclusa nel 2007 con ben diciotto volumi all’attivo.
La trama di Suzuka è un misto tra il genere sentimentale, lo sportivo e l'harem. Presenta infatti alcune caratteristiche proprie di questi generi ma, allo stesso tempo, non è riconducibile in pieno ad uno solo di essi. La storia ha inizio quando, in una giornata uggiosa, il protagonista, Akitsuki Yamato, arriva a Tokyo per andare a vivere dalla zia Ayano, la quale gestisce un dormitorio femminile. Il giovane infatti, per dare una scossa alla sua vita, ha abbandonato la noiosa campagna di Hiroshima. Una volta in città il destino si mette subito in moto e il protagonista incontra una ragazza intenta ad allenarsi nel salto in alto, la bella quanto fredda e scostante Suzuka, la quale alloggia proprio nel dormitorio della zia Ayano. Yamato avrà modo di conoscere il carattere di Suzuka ma, al cuor non si comanda, e sin dal primo istante si innamora della ragazza verso cui nutre al tempo stesso sentimenti contrastanti. Ecco dunque spiegato il nome dell’anime: Suzuka, infatti, sarà una presenza costante, nel bene e nel male, nella mente di Yamato e proprio per lei deciderà di entrare a far parte del club di atletica.

I protagonisti su cui l’anime si focalizza sono dunque due. Da una parte Yamato, timido, irresponsabile e pigro, in poche parole il classico personaggio presenta nelle storie in stile harem. Ciò che però al tempo stesso lo differenzia proprio da questo tipo di personaggi è che qui non si ha a che fare con la figura dell’eterno indeciso. Un aspetto senza dubbio affascinante del suo carattere infatti, è proprio la forza con la quale insegue Suzuka. Una rincorsa, quasi eterna, verso una ragazza che sembra irraggiungibile. Suzuka, invece, è una "TSUNdere" fatta e finita. L’uso della maiuscole non è casuale, poiché l’aspetto freddo e spigoloso della ragazza è nettamente preponderante e perfettamente in linea con quel sentimento di odio e amore che nutre verso Yamato.
Accanto ai due protagonisti si muovono altre figure: Yasonobu, amico di Yamato, e suprema incarnazione della figura del "maestro di vita" e Honoka, dolce, premurosa, timida, indecisa e segretamente innamorata di Yamato. Infine c'è Miki, membro della squadra di atletica, amica di Suzuka e sostegno, non propriamente disinteressato, di Yamato: è una ragazza allegra, diretta e più dolce di quanto i suoi modi, a volte bruschi, lascino intendere. Nel complesso se ne ricava un quadro vario e ben approfondito e, sebbene Suzuka sia chiaramente stereotipata, il suo carattere viene tratteggiato con estrema cura, non fermandosi alla semplice apparenza, ma mettendo a nudo le sue contraddizioni, le sue debolezze e facendola dunque apparire vera e reale.

La realizzazione tecnica è senza dubbio curata; i disegni e le animazioni si lasciano apprezzare e il character design risulta estremamente piacevole. La colonna sonora è ottima e il cast di voci si dimostra decisamente adeguato, riuscendo a rendere alla perfezione le sfumature caratteriali dei vari personaggi. A titolo informativo la trama dell’anime si arresta all’ottavo volume del manga, ignorando quindi i restanti 10 volumi che narrano le vicende successive al finale della serie.

In conclusione, Suzuka è un anime un po’ spiazzante. Avendo una particolare predilezione verso queste genere, credo di avere visto molti anime di questo tipo, eppure Suzuka è stato incredibilmente coinvolgente, capace di trasmettere lo stato d’animo dei protagonisti, fin quasi a sentirlo proprio. Kōji Seo è incredibilmente bravo a gestire la psiche dei suoi personaggi e la sequenza degli eventi, riuscendo ad evitare la banalità e la prevedibilità, cosa quasi impossibile anche solo considerando il nome dell’opera. Eppure Seo riesce a creare una storia viva, in grado di appassionare e coinvolgere lo spettatore, che non può ma, anzi, deve andare avanti in quella trama che, con il passare degli episodi, sembra quasi uscir fuori dallo schermo, diventando vera e reale.