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8.0/10
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Creato da Koji Seo nel 2003, “Suzuka” fu pubblicato su Shonen Magazine, per poi essere serializzato a partire dal 2004 sino al 2007. Parte dei volumi del manga, furono trasposti in anime nel 2005, per un totale di ventisei episodi. La serie animata è ispirata principalmente ai primi settantadue capitoli dell’opera cartacea, discostandosi poi da essa per direttive di produzione e scelte commerciali.
Trasmessa in Giappone su TV Tokyo, Suzuka è un anime ancora inedito in Italia, anche se a mio avviso i presupposti per un'edizione nostrana ci sarebbero tutti, visti i temi che questa serie affronta. L’amore, la tenerezza dell’adolescenza, lo sport e le difficoltà della vita, sono argomenti universali e sui quali non sarà mai stato detto abbastanza.

Da questa breve prefazione, passo adesso all’analisi generale della trama. La storia ruota attorno ad un ragazzo, Akitsuki Yamato (frequentemente chiamato Yamato-kun, in pieno gergo giovanile giapponese), il quale alla fine delle medie, si trasferisce da Hiroshima (suo paese natale) a Tokyo, per frequentare le scuole superiori. La decisione di Yamato, di cambiare scuola e città, è dettata dal suo presentimento di stravolgimento della sua vita dopo aver cambiato aria e conoscenze, con la speranza che qualcosa di grandioso gli possa succedere a breve. Le sue aspettative, non esitano ad avverarsi già dagli inizi del suo soggiorno nella capitale, infatti, passando a visitare la sua nuova scuola, il ragazzo si imbatte in una visione incantevole: Asahina Suzuka, saltatrice in alto e sua futura compagna di scuola. Scombussolato dall’evento, Yamato si incammina verso il dormitorio di sua zia (sarà lì che il ragazzo abiterà durante l’anno scolastico), per scoprire che Suzuka sarà la sua vicina di camera. Da qui inizia una delle storie romantiche più interessanti e controverse che io abbia mai letto e visto. Non aggiungo altro sulla trama, lascio vivo il gusto della curiosità, nei lettori di questa recensione, che avranno voglia di tuffarsi nel mondo di Suzuka.

Soffermiamoci ora, più dettagliatamente, sui personaggi che fanno parte di quest’opera. Il protagonista principale è Yamato Akitsuki, che come abbiamo detto è il perno principale su cui ruota l’intera vicenda; si contraddistingue per la sua ingenuità e il suo carattere espansivo che spesso lo porta a mettersi nei guai. Come la stragrande maggioranza dei ragazzi adolescenti, non è un asso nel rapportarsi con le ragazze, ma la sua bontà d’animo e la sua determinazione sopperiscono al meglio a queste sue mancanze. Stereotipato negli atteggiamenti, ma originale nelle decisioni.
Suzuka Asahina, è la protagonista femminile, colei che da il nome all’opera, quindi un personaggio chiave di tutto il racconto. Dotata di un talento eccezionale nella disciplina del salto con l’asta, Suzuka, si è trasferita a Tokyo per migliorarsi e per gareggiare ad alti livelli nei campionati nazionali. Di indole riservata, Suzuka è una ragazza dai modi freddi e difficilmente interpretabili e per gran parte della giornata si dedica agli allenamenti, quasi come se questi la distraessero da tristi pensieri.
Il loro rapporto emotivo sarà la vera sfida che i due protagonisti, Yamato e Suzuka, dovranno vincere. Tra gli altri personaggi vanno citati, in primis, Honoka Sakurai, una ragazza che ha le idee chiare su cosa e chi le faccia battere forte il cuore e dotata di una insicurezza che le dona caparbietà. Honoka-Chan incarna a pieno la dolcezza e la devozione nei confronti di chi si ama. Ricordiamo inoltre Yasunobu, amico d’infanzia di Yamato, completamente diverso caratterialmente dal protagonista, che però non si lascia pregare per regalare consigli (utili e non) al sempre tormentato Yamato-kun. Concludo l’analisi dei personaggi con Miki Hashiba, amica sia di Yamato che di Suzuka, che con la sua verve sa rimettere in piedi qualsiasi cuore infranto.
Tutti questi personaggi, avranno un ruolo più o meno importante negli sviluppi della storia, maturando di episodio in episodio.

Il lato tecnico, è di buon livello, il comparto grafico è molto gradevole, frizzante e colorato. I disegni sono sempre costantemente ben realizzati, i dettagli ed i fondali sono ben curati, sia nell’ambito scolastico, sia in quello sportivo così come nelle situazioni quotidiane che i protagonisti si troveranno ad affrontare. La costanza della qualità è il punto a favore di questa realizzazione tecnica targata Studio Comet.
La recensione tecnico-descrittiva termina qui, ma vorrei parlarvi, prima di concludere, di ciò che questo anime mi ha regalato in termini di sensazioni ed emozioni. Suzuka non è la classica commedia sentimentale che si nasconde dietro l’etichetta di "shonen" sportivo, ma va molto oltre. Lo sport è una metafora della vita. Saltare sempre più in alto oltre l’asta, oltre il proprio limite, rappresenta il volersi superare, gettare il cuore oltre gli ostacoli che la vita ci presenta, migliorarsi sempre di più crescendo ed imparando dai propri errori. Se le cose ci appaiono difficili ed insormontabili, grazie agli amici ed alla forza di volontà, ogni problema potrà essere superato, è questa la morale di Suzuka che fa della tenacia e la forza d’animo il suo messaggio più diretto. Tutto si può superare, anche la morte.