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Un vero fenomeno internazionale, che ha fatto appassionare e innamorare orde di otaku. "Suzumiya Haruhi No Yuutsu" è una delle serie più popolari di questi anni e, dopo averla vista, ho capito perché. Tratto dall'omonima saga di light novel, quest'anime mescola, senza tanti stravolgimenti e particolari innovazioni, ingredienti ormai consolidati da tempo nell'animazione giapponese. Eppure lo fa con una maestria tale da far rinvigorire il genere della commedia scolastica, ormai trasformato in macchina da soldi facili dagli studi di animazione - vi dice nulla l'invasione di anime soft-erotici?.

L'anime si presenta subito con una pulizia visiva gradevolissima, sfoggiando colori vivaci e brillanti che regalano una visione piacevole. Il chara design tende leggermente al moe (anche se la vera affermazione dello stile la avremo nella seconda serie) regalandoci visi limpidi, caratterizzati dai classici occhioni dello shoujo, e corpi femminili "interessanti". Il vero fiore all'occhiello di questa serie, però, sono le animazioni: sempre ottime, realistiche, non hanno mai una sbavatura. So che non è un esempio molto bello, ma guardate com'è perfetto il bounce dei seni di Mikuru nella sigla. E qui si capisce che la Kyoto Animation non ha badato a spese, almeno per questa prima serie dell'anime.
Acusticamente purtroppo la serie non si distingue per una colonna sonora memorabile, cioè le musiche non fanno molto più di "dare risalto alle scene" o "evocare l'atmosfera adeguata". Le sigle sono però assai orecchiabili e accompagnate da sequenze animate molto curate; soprattutto quella di chiusura è decisamente... genuina. L'idea del balletto improvvisato dai protagonisti è da applaudire. Il doppiaggio è ottimo ed espressivo nella sua versione originale (da segnalare la premiata voce di Aya Hirano nelle sigle e per la protagonista), accettabile in italiano.

La realizzazione tecnica è dunque, tutto sommato, decisamente superiore alla media, ed è magnificamente eguagliata da un cast di personaggi perfetto: il primo che conosceremo, distinto da una precoce disillusione nei confronti di sogni e vane speranze, è Kyon, alle prese con il suo primo giorno di scuola alle superiori. Nella sua nuova classe, per contrappasso, incontra Haruhi che, sfoggiando una personalità decisa e impetuosa, dichiara il suo totale disinteresse per le banalità, a favore di fenomeni paranormali.
È così che ci vengono presentate due figure totalmente in opposizione, eppure colonna portante nello svolgimento delle vicende: giudicata troppo particolare e lunatica dai compagni, Haruhi verrà avvicinata solo da Kyon e ne approfitterà per trascinarlo nel suo improbabile club scolastico, la Brigata SOS, specializzata in indagini su misteri e fenomeni paranormali. Al club si uniranno poi tre personaggi molto particolari (Nagato, Asahina e Koizumi), che introducendo una componente sci-fi nell'anime riveleranno a Kyon la vera natura di Haruhi e la sua importanza per l'equilibrio dell'universo.
Sin dalla prima scena Kyon s'impone come voce narrante delle vicende e grazie al suo cinismo non mancherà di regalare commenti esilaranti alle vicende della Brigata SOS. Essendo un personaggio costruito sul modello dello studente comune, ed essendo anche il personaggio più "umano" tra i componenti del club, è l'elemento primo d'identificazione per lo spettatore. Haruhi presenta invece la personalità tale da incentrare l'attenzione sempre su di lei: energica, impulsiva, eccentrica, dispotica e, soprattutto, "onnipotente", diventa subito oggetto di adorazione per gli otaku.
Per i più nerd, poi, avrà modo di svilupparsi la componente sci-fi accennata prima, molto interessante e importante nella trama, e solo apparentemente superficiale, poiché nella seconda serie vedremo discusse teorie su Haruhi che apparivano ormai scontate al termine della prima.

La Malinconia di Haruhi Suzumiya è un anime, quindi, destinato a sfondare, e così è stato.
Ma è anche un anime che ha compiuto scelte coraggiose ed interessanti? La maturità e l'accuratezza della regia non bastano a rendere il prodotto veramente originale ed emergente, e purtroppo vedremo scadere gli ultimi episodi della serie in mere puntate autoconclusive. Le buone premesse c'erano, questo anime avrebbe potuto sviluppare una trama molto più articolata e profonda, e invece dopo la prima parte (quella intitolata La malinconia di Haruhi Suzumiya), una volta che Haruhi si è resa conto che il mondo non è così male anche se non s'incontrano di persona esseri fantastici, il resto diventa un po' inutile, un po' "di troppo". La serie s'infarcisce di episodi dal retrogusto amaramente filler, tra cui ne ricordo con tristezza ben due che sembrano essere presi pari pari da Detective Conan. Solo poche puntate in questo arco narrativo sono veramente interessanti. Intelligente l'ordine di trasmissione attuato in Giappone, in cui troviamo mescolati i filler agli episodi della prima parte, ma è pur sempre un escamotage, per quanto ben congegnato. Pure la componente sci-fi non propone idee veramente interessanti, terminata la prima parte. In alcuni episodi addirittura non è presente, e scema con il proseguire delle puntate. Ed è un vero peccato, perché poteva essere sviluppata in modo approfondito; fortunatamente la seconda serie, sia con l'Endless Eight, ma soprattutto con The Sigh of Haruhi Suzumiya, riprende a proporre risvolti interessanti come accaduto nella prima parte.

Giudico comunque Suzumiya Haruhi No Yuutsu più che positivamente, perché, tralasciando qualche sbavatura, mi ha divertito dall'inizio dalla fine. Pur scegliendo una strada "facile" a metà serie per sopperire alla carenza d'inventiva, fa incontrare sapientemente e in modo originale due generi piuttosto diversi. Per questo motivo, e tanti altri, tra cui la regia, è un anime "intelligente". "Intelligente" anche perché dimostra "intelligentemente" che, senza per forza disdegnare un po' di fanservice, il genere della commedia scolastica ha ancora tanto da raccontare, senza sprofondare del tutto nell'ecchi e nelle sfilate della biancheria intima. E per questo merita di essere visto.
Guardatelo.