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Eredi del buio non è altro che la trasposizione animata della serie “La stirpe delle tenebre”, la cui pubblicazione sotto la casa editrice Star Comics è stata interrotta.
L’anime però presenta, nella sintesi di 13 episodi, solo una parte della storia narrata nel manga e si conclude senza lasciare punti in sospeso, ma dandoci comunque l’idea di un possibile seguito.

Sia la serie in cartaceo che quella televisiva si aprono a ogni volume o a ogni puntata con il periodo “Nel Meifu, il mondo che si raggiunge dopo la morte, l’organizzazione dei 10 uffici giudiziari giudica e peccati commessi in vita. Uno di questi uffici è dedicato ai casi insoliti, e risponde direttamente al grande re Enma. La sezione speciale 'evocazioni' aiuta nel controllo e nell’amministrazione delle anime che si sono smarrite nel mondo dei vivi. Chi vi lavora ha il soprannome di 'shinigami' ossia 'dio della morte'", e con una bella inquadratura del Meifu, appunto.
Un inizio ripetitivo e incalzante, che a ogni nuovo inizio ci avvisa del fatto che stiamo entrando in un mondo a noi sconosciuto.
Poiché c’è la possibilità che delle anime sfuggano alla morte, nel Meifu è stata creata la Sezione Evocazioni dove un numero imprecisato di shinigami ha il compito di riportare all’ordine certi casi del genere.
Della Sezione Evocazioni conosceremo subito il protagonista Tsuzuki Asato, un ventiseienne estroverso, pieno di vita (per quello che può esserlo un uomo morto ormai da cinquant’anni) e immancabilmente goloso. E ad aiutarlo, Hisoka Kurosaki, più giovane del primo di dieci anni, ma morto molto più recentemente e quindi ancora legato ai traumi della sua vita terrena.
Proprio la causa della maggior parte di questi sarebbe il dottor Muraki, misterioso almeno quanto pericoloso; l’uomo tenterà in tutti i modi di appropriarsi di Tsuzuki e, nel complesso, di fare passare dei grossi guai ai due shinigami.

La storia, abbastanza fedele al manga, è di per sé interessante, ma lo spessore che la serie animata fa perdere ai personaggi si fa sentire particolarmente.
Come risultato abbiamo un anime molto dark e pieno di mistero, dai leggeri e mai troppo espliciti toni shounen-ai.
La grafica e delle basi musicali non eccezionali concorrono alla meno peggio a farci gelare il sangue nelle vene nelle atmosfere prettamente horror.
I disegni, più puliti di quelli del manga, ma molto più asettici, tendono a riprodurci dei personaggi sensuali e misteriosi, mentre lo stesso discorso non si può fare con i doppiaggi, a mio parere non del tutto adatti ai personaggi.