logo GamerClick.it

-

Di solito per valutare un anime occorre vedere un bel po' di episodi, e anche questo Metal Fight Beyblade (da noi noto come Beyblade Metal Fusion) non fa eccezione. La prima cosa che mi ha colpito - è un parere personale - è la scomparsa dei vecchi personaggi, che se da un lato è un male perché i fan perdono i punti di riferimento come ad esempio Takao, Rei, Max e Kei, dall'altro tenta di portare un po' di novità alla serie ed evita di farla finire nel limbo dei titoli con protagonisti sì sempre ben noti ma poco carismatici, che magari possono stufare chi è più esigente. Un po' come quando in un videogame si decide di far parlare il protagonista, dove se da un lato è una buona scelta dall'altro è un'arma a doppio taglio visto che il giocatore potrebbe trovarsi in disaccordo con il suo alter ego virtuale. Questo Metal Figth Beyblade insomma tenta di dare aria nuova ai fans che magari erano un po' stufi di buona parte della rosa di vecchi protagonisti proponendone di nuovi, ma lasciando di base gli stessi concetti applicati nelle prime tre serie. Non credo che sia un caso come quello di "Yu-Gi-Oh" visto che, da quello che ricordo, quando questo anime era stato annunciato era stato detto sin da subito che la storia e i personaggi sarebbero stati diversi e che quindi sarebbe stato proprio un altro Beyblade e non un seguito.

I personaggi fino alla visione attuale mi sono sembrati buoni, anche se alcuni potevano essere caratterizzati magari un po' meglio. Il nuovo protagonista Ginka (Ginga Hagane) sembra porsi con gli stessi principi di Takao, ma con dei modi di fare più svogliati e forse molto più "bambineschi" del predecessore, basi dire che in un episodio esulta di gioa solo per essere riuscito a prendere un panino speciale che veniva preparato solo 20 volte al giorno. I protagonisti di contorno come Kenta, Kyouya, Benkei, Madoka (un po' la sostituta del Professor K) e altri che poi il nostro protagonista avrà modo di conoscere, sembrano volersi imporre realmente come sostituti più che degni dei vecchi Max, Rei, Kei e degli altri che Takao ha incontrato. Riescono in questo compito con alti e bassi, un esempio è Kyouya che potrebbe vagamente ricordare Kei. Ma a volte sbucano personaggi anche del tutto nuovi, come ad esempio la combattiva Hikaru che, a mio avviso, non ricorda proprio nessun personaggio della vecchia rosa.

Il doppiaggio originale, inutile dirlo, rende molto bene il carattere dei protagonisti e forse riesce, anche se come detto alcuni sembrano proprio dei sostituti in tutto e per tutto dei vecchi, a dargli qualche marcia in più. Il doppiaggio nostrano invece e di buon livello secondo me, anche se alcune voci (scusate ma non conosco i nomi dei doppiatori) non le ho viste proprio bene con alcuni personaggi, ad esempio quella di Ginka risulta un po' troppo seria a volte, il che lo distacca un po' da quello che è il personaggio.

Le OST mi sono sembrate abbastanza orecchiabili e alcune sarebbe bello poter sentirle anche più volte; per quanto riguarda le sigle invece, questa volta a mio avviso abbiamo avuto un cambio di ruoli. Quella originale giapponese, che se non erro ha come titolo proprio Metal Figth Beyblade, non sembra rendere bene, anche se il montaggio video rende fin troppo bene l'idea di dove ci vuole portare la trama di questa serie. Quella di apertura - nonché unica sigla - italiana invece sembra adeguarsi abbastanza bene alla nuova serie e questa volta devo ammettere che Giorgio Vanni ci propone qualcosa di orecchiabile. Quella di chiusura giapponese invece ha come titolo "To The Radient Tomorrow" ed è stata, nel periodo della sua uscita in edizione completa, una delle mie sigle preferite per un lungo periodo di tempo. Non ho avuto purtroppo modo di reperire una traduzione del testo ma senza dubbio è una sigla che risulta orecchiabile e gradevole all'ascolto senza troppa fatica.

Quasi come se fosse una tradizione le animazioni dei Beyblade anche qui sono realizzate al PC, questa e l'impressione che ho avuto, come di recente si tende a fare con certi elementi degli anime, un altro esempio e l'Autobus Inazuma presente in Inazuma Eleven. I disegni dei personaggi e delle ambientazioni invece mi sono sembrate nella media classica della serie di questo tipo, dunque non sembra che qui ci sia molto da ridire, qualche miglioramento c'è stato senza dubbio.

In conclusione, non credo che sia una serie da buttare o, se vista, da dimenticare. Anzi, è una serie che di per sé ha buone basi sostenute da personaggi validi, anche se alcuni potevano essere caratterizzati meglio. Senza dubbio però le prime tre serie con Takao sono quelle che sono rimaste di più nel cuore degli appassionati e dunque è un po' difficile abituarsi a dei nuovi personaggi che non si conoscono. Come detto all'inizio il cambio personaggi è un'arma a doppio taglio, ma come serie non è di certo da sottovalutare. Senza dubbio, in alcune serie, la presenza dei vecchi personaggi, magari in ruoli "maggiori" dalle serie in cui li hanno visti protagonisti, assieme a quelli nuovi può aiutare a digerire meglio il nuovo schieramento senza dover per forza "odiare" i nuovi personaggi o ritenerli dei semplici cloni di quelli vecchi. Dato che mi è piaciuta la visione di questi 30 episodi così come la visione delle prime tre serie con Takao, do un sette a questo Metal Fight BeyBlade.