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Sasha è un ragazzino russo di 13 anni con la singolare capacità di manipolare a suo piacimento il ferro. Per via di una cicatrice al volto che appare solo quando usa i suoi poteri, viene chiamato "il Martire". È un Qwaser, un essere umano che, tramite durissimi addestramenti, è in grado di padroneggiare un elemento della tavola periodica. Il giovane emo russo è stato mandato in Giappone per proteggere/trovare un'icona sacra cercata dagli Adepti, Qwaser cattivi, in quanto in grado di donare poteri infiniti a chi la possiede.

The Qwaser of Stigmata si propone con elementi tipici dello shounen mainstream (un protagonista figo e giovanissimo che acquista nuovi poteri nel corso della serie, una setta composta da un numero predefinito di persone, in questo caso i 12 adepti, un gran numero di personaggi e comparse) volendosi però allontanare proprio dal suo target ideale aggiungendo un fanservice esagerato, al limite (e spesso sovrapponendosi) dell'hentai: i qwaser traggono i loro poteri dal soma, una sorta di latte materno che succhiano dalle tette delle ragazze di turno. I cattivi lo succhieranno a forza in scene simil rape-bondage, i bravi avranno dalla loro parte delle Marie, addestrate proprio a questo scopo. In certe sequenze l'eccessiva "ecchiosità" (termine inventato) mi ha un po' infastidito. Aspettatevi tette all'aria in ogni puntata, gridolini equivoci e un set di pervertiti sia maschi che femmine di prima categoria.

Valutare l'anime è quindi problematico, perché probabilmente non viene visto da chi può essere veramente apprezzato e l'ecchi è insieme l'elemento che lo distingue e lo affossa. Spesso i comportamenti dei personaggi sono assurdi, in contraddizione con il loro carattere, solo per creare scenette imbarazzanti (mi vengono in mente Lizzy e Tomo) che stonano in situazioni di altro genere.

Concentrandosi sui difetti, che non fanno alzare l'anime dalla sufficienza, ho notato una pressappochezza inspiegabile qui e li, piccole cose ma che si potrebbero evitare: perché Sasha, Katja e gli altri due studenti trasferiti (che non nomino per spoiler) sono gli unici in tutta la scuola ad indossare la loro uniforme-da-personaggio-shounen-che-mai-cambia invece che la divisa? Hanno un permesso speciale? Nel caso non viene mai detto. Perché le tette delle ragazze cambiano dimensione da una scena all'altra (il seno di Teresa è piccino quando è vestita, ma quando si spoglia raddoppia di dimensione: Lizzy all'opposto ne ha di più da vestita che da nuda)? Come è possibile che l'intera scuola (composta per lo più da studenti anonimi) non si renda conto degli enormi combattimenti e danni che ogni notte vengono causati di qui e di lì? Merito di Athos, che non ha nemmeno i soldi per prendere due stanze in delle terme (episodio 13, l'unico a mio parere geniale, in cui Katja annuncia all'inizio che la coerenza non serviva per il momento, perché quello era un episodio fanservice)'. Ripeto, sono piccole cose, ma si potrebbero benissimo evitare con un po' più d'attenzione.

Perché 6, allora? L'anime non è poi male, si lascia guardare, la trama non è niente di nuovo ma procede in maniera interessante, qualche personaggio interessante c'è anche se viene sfruttato male o esce in fretta di scena (Phoenix). Ma nel suo piccolo le idee c'erano, con ogni nemico che usa un elemento chimico diverso e le sue caratteristiche; meno ecchi e l'anime sarebbe stato appetibile ai più giovani, risollevandolo.

Guardatelo se amate il genere, il fanservice e i seni smisurati, lasciatelo perdere se mal sopportate l'hentai o se cercate qualcosa di più impegnativo.