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Forte della produzione dell’acclamato Studio Ghibli e della regia del compianto Yoshifumi Kondō, viene alla luce un altro capolavoro del maestro Hayao Miyazaki: ”Mimi wo sumaseba”.

Internazionalmente tradotto “Whisper of the heart”, questo è un lungometraggio del 1995, ancora inedito nel nostro paese, ma che è spesso riconosciuto come la versione animata del manga “I Sussurri del Cuore” di Aoi Hiiragi (pubblicato da Star Comics). È infatti all’opera dell’appena citata mangaka, datata 1989, che Miyazaki si ispira per la sua sceneggiatura.

In Whisper Of The Heart facciamo conoscenza di Shizuku Tsukishima, la protagonista della storia, una simpaticissima e vivace ragazzina con una fervente passione per la lettura, in particolare di romanzi. Sarà proprio questo amore per i libri, che porterà una semplice ragazzina delle medie, a vivere un’intensa avventura che la condurrà verso la scoperta del proprio talento.
Tutto ha inizio nelle vacanze estive, quando a Shizuku viene in mente di leggere ben venti libri prima dell’inizio del nuovo semestre. Nel suo via-vai continuo tra casa e biblioteca, si accorge che ogni libro da lei scelto, è già stato letto in precedenza da un certo Amasawa. Questo nome ricorrente incuriosisce la giovane Shizuku, che inizia a fantasticare sull’aspetto di questa misteriosa figura. Nonostante questo dubbio aleggi perennemente nella sua testa, la volenterosa protagonista non demorde dal portare a compimento l’obiettivo prefissatosi e continua a recarsi quotidianamente alla biblioteca comunale.
Un giorno, sul treno diretto nel quartiere dove è situata la biblioteca, incontra uno strano gatto. Questa buffa palla di pelo stimola la mai doma fantasia di Shizuku, che senza esitare un istante, decide di seguirlo.
La corsa dietro al gatto la porta a spasso per i vicoli della città, fino a giungere all’interno di un negozio di antiquariato. Qui incontra un gentile nonnino che le mostra i suoi “tesori”, alla cui vista, Shizuku resta a bocca aperta. In particolare, sono due gli oggetti che suscitano stupore nella protagonista: un romantico orologio a muro, ed un’intrigante statua raffigurante un gatto dalle sembianze umane. Questi oggetti assumeranno un grosso significato nel proseguo della vicenda, e faranno si che Shizuku trovi nella fantasia, la giusta dimensione della propria esistenza.
In seguito alla scoperta del negozio, Shizuku incontra ed impara a conoscere meglio Seiji, un ragazzo che è solito prenderla in giro, risultando di primo acchito antipatico. Shizuku, però, resterà ancora una volta sorpresa dalla personalità di questo ragazzo, che si dimostrerà fondamentale per la sua maturazione interiore.
Il cammino di Shizuku, da ragazzina a giovane donna, è segnato profondamente da ogni singolo evento a partire da quell’estate.

Una trama appassionante, che trasporta lo spettatore tra i banchi di scuola, nelle grandi sale della biblioteca di quartiere, per i viottoli illuminati dal caldo tramonto, e nei luoghi incantati della fervida immaginazione della protagonista. Attraverso gli occhi della piccola grande Shizuku, sembrerà di vivere in prima persona l’intera vicenda, sorridendo e sognando, senza annoiarsi un momento.

La direzione e la regia, risentono della sublime introspezione che Kondo ha conferito all’intera opera, confermando le sue, innate e precocemente perdute, doti artistiche.
Le animazioni sono nel consueto standard Ghibli, cura nel dettaglio, colorazioni che da sole basterebbero per trasmettere il messaggio che i dialoghi non fanno altro che rafforzare, come un frivolo accento posato sulla parola realtà.
Una fantastica esperienza visiva, che si fregia di una melodica e toccante colonna sonora, per un prodotto di eccellente fattura.

L’ardua salita della vita è meno dura se affrontata con chi ci sta accanto, la fiducia nell’altro oltre che in noi stessi, ci porterà alla vista di una suggestiva e brillante alba di un giorno nuovo. Voto 9, meraviglioso.