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I gialli-polizieschi sono da sempre tra i generi più gettonati e richiesti sia per quanto riguarda le lettura che per quanto concerne il cinema o le serie televisive. Seppur con le dovute proporzioni, anche il settore dell'animazione contribuisce a tutto ciò e se c'è un titolo che ancora oggi dopo oltre un decennio dalla sua prima uscita rispecchia al meglio questa tipologia, questi è sicuramente Detective Conan.

Era il 1994 infatti quando in patria fu pubblicato il primo capitolo dell'opera di Gosho Aoyama e da allora non solo la sua pubblicazione è ancora in corso, ma continua a ricevere più che discreti consensi.
Come spesso e volentieri accade con titoli Shounen che catturano l'attenzione e riscuotono fin da subito -o quasi- riscontri positivi da parte dei lettori, ecco che non tarda ad arrivare qualche tempo più tardi una trasposizione animata per il titolo in questione ed esattamente due anni più tardi.

La trama racconta di un brillante studente liceale che a dispetto della sua giovane età è a tutti gli effetti un abilissimo investigatore che collabora con la polizia risolvendo numerosi casi apparentementi intricati. Il suo nome è Shinichi Kudo.
Grande appassionato di gialli e di calcio, vive le giornate fra un caso e l'altro, ma proprio in una circostanza in cui è a divertirsi con la sua amica Ran all'interno di un parco divertimenti, qualcosa va storto: prima assiste ad un omicidio che risolve senza troppi problemi ma poco dopo nota qualcosa che non avrebbe mai dovuto e che da quel momento cambia per sempre la sua vita. Il ragazzo assiste infatti ad uno scambio di denaro fra due uomini che accorgendosi della sua presenza lo rincorrono con successo e decidono di ucciderlo iniettandogli una strana sostanza. Lasciato esanime a terra, Shinichi però non muore bensì, incredibilmente, ringiovanisce di una decina d'anni tornando ad essere un bambino. Muta solo nell'aspetto però, le sue doti intellettive rimangono inalterate.
Aiutato dal dottor Hagasa cambia nome diventando Conan Edogawa (in onore a due grandi scrittori di racconti gialli) e per una serie di eventi va ad abitare proprio a casa della sua amica Ran e suo padre Kogoro (detto Goro) Mori, detective -di basso rango- a sua volta.
Il suo obiettivo sarà dunque quello di scoprire chi si cela dietro quegli uomini per poterli smascherare e tornare così nuovamente adulto. Per fare ciò “segue” i casi di Goro risolvendoli al suo posto facendogli acquistare fama e notorietà. A voi scoprire come e il modo “bizzarro” in cui si sostituisce a Goro.

L'anime fin da subito parte forte presentandoci numerosi casi interessanti che risultano assai piacevoli da seguire; si presta talmente attenzione ai vari indizi, prove, interrogatori, alibi, espressioni degli indagati, luoghi del delitto e qualsiasi altro elemento che man mano viene mostrato che lo spettatore è indotto a partecipare “attivamente” alle indagini, compiendo ragionamenti propri per riuscire a scovare prima di Conan il colpevole di turno e poter così dire: <i>lo sapevo che era stato lui/lei!</i>

Quest'arco narrativo però, ahimè, è un continuo ripetersi fin da quando è partito questo titolo il che a lungo andare può stancare.
Stanca il fatto che la trama portante procede troppo a rilento e dunque i casi che coinvolgono in qualche modo i misteriosi individui dell'organizzazione sono sempre più diladati nel tempo. La prosecuzione attuale del manga poi non aiuta in tal senso, infatti nell'anime per coprire i buchi nell'attesa del nuovo materiale cartaceo da trasporre in animazione, si danno vita ad una serie di filler allucinanti. In Giappone hanno da poco oltrepassato i 600 episodi, sarei proprio curioso adesso di sapere quanti di questi siano fedeli al manga e quanti no. Ho quasi paura ad avere una risposta.
A differenza di altre serie in cui i filler sono pessimi dal primo all'ultimo, c'è da dire però che alcuni di essi non sono da buttare completamente, anzi, in diverse circostanza ci si trova davanti ottimi episodi veramente ben strutturati. Il problema di fondo è comunque un altro piuttosto: sarebbe ora che Aoyama decidesse di avviarsi quanto prima verso la conclusione perchè a lungo andare il troppo stroppia e si rischia veramente di rovinare (se già non lo si è fatto) quanto di buono concepito finora.
Capisco che serie come Detective Conan, One Piece, Naruto e Bleach siano oggi fenomeni commerciali con pochi eguali, però a volte occorrerebbe buon senso.

Riguardo l'aspetto tecnico, nel corso degli anni il design è cambiato di parecchio e le differenze tra la prima serie e un episodio qualunque dei giorni nostri è assolutamente lampante. Basti dare un'occhiata all'aspetto dei vari personaggi per farsi un'idea di com'erano allora e come sono adesso.

In Italia la serie è approdata sugli schermi di Italia 1 e nel pieno stile di Mediaset indovinate un po' se vi sono state apportate censure? Ma certo che si, figurarsi se per un titolo giallo-poliziesco come Detective Conan non apportavano stravolgimenti in ogni dove. Esempio facile facile? La parola “uccidere” è tabù, viva i sinonimi e dunque vai con “eliminare”, “fare fuori”, “freddare” e via dicendo.

In conclusione da appassionato d'intrighi e mistero, apprezzo molto Detective Conan e nel complesso, pur essendosi protratto un po' troppo nel tempo lo consiglio a tutti gli amanti del genere continuando a confidandare però in un epilogo nel più breve tempo possibile.