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7.0/10
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Spinto dal grande successo che le cinque studentesse-aspiranti musiciste hanno avuto in questi ultimi anni, dopo avere visto con piacere la prima stagione, mi sono deciso finalmente a continuare l'anime e a concludere la seconda stagione.
K-On!! è il seguito dell'omonimo (urlato un po' meno, visto che ha solo un punto esclamativo) anime e si concentra esclusivamente sul terzo anno di liceo, il secondo per Azu-Nyan, delle protagoniste, l'ultimo nella scuola giapponese. Gli episodi sono il doppio rispetto a quelli che formavano la prima serie, cosa che annulla quella sensazione di fretta che avevo avvertito in K-on!
Come ogni slice of life, non si può parlare con precisione di una trama: l'atmosfera è leggera, come la musica che le ragazze suonano, spensierata, lontana da ogni tipo di peso drammatico di certi slice of life. K-on è voglia di vivere: un mondo utopico dove tutto è felice, dove i sogni si avverano. Il cuore mi si è alleggerito guardandolo.

Yui, la chitarrista/cantante spensierata e con la testa tra le nuvole, con una sorellina che la adora e che si comporta come una mamma; Ritsu, presidentessa del club e batterista, energica e mascolina; la bassista Mio, timida, introversa e paurosa ma per questo irrimediabilmente carina, con un fanclub al seguito; Mugi, ricca tastierista che rifornisce il club di tè e dolcetti, che va in trance per ogni cosa carina (sia un cucchiaio luccicante o due ragazze che si abbracciano); Azusa, la seconda chitarrista e ultima entrata, che cerca di sembrare adulta pur essendo una kohai ma che poi si confonde e aggiunge dei nya alla fine delle frasi. E' indubbio che alla fine della serie si finisce per voler bene alle cinque ragazze, tutte caratterizzate molto bene.
K-on è un anime di femmine: gli uomini sono inesistenti o, alla meglio, relegati al ruolo di oggetti del fondale. Non ci sono romanticherie, c'è solo la vita spensierata, davvero, del gruppo.

Il voto che assegno è 7 e mezzo, quasi 8, dettato in gran parte dal piacere che ho avuto nel passare qualche tempo in uno stato di perenne letizia. Non va oltre a questo già ottimo voto perché la letizia in questione mi è sembrata fine a se stessa; i personaggi, caratterizzati ottimamente, mi sono sembrati statici, non in evoluzione, e quella è la chiave focale degli slice of life, ogni episodio fine a se stesso e la conclusione inevitabile. Avvertimento: odierete la serie se mal sopportate i buoni sentimenti