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5cm al secondo": ho voluto dedicare a quest'anime la mia prima recensione, essendo esso uno dei miei preferiti in assoluto e sicuramente il mio preferito nell'ambito dei lungometraggi anime.
5cm al secondo è la velocità a cui cadono i fiori di ciliegio, dice Akari all'inizio del film. Questo titolo si riferisce a tante cose, ma per me sta anche, simbolicamente, per la velocità a cui i personaggi si allontanano l'uno dall'altra.
Cominciamo dalla trama: il tema di tutto il film è la distanza tra le persone, raccontata attraverso i due protagonisti, Takaki e Akari. Un tema amato dal regista Makoto Shinkai, e anche dalla sottoscritta. Un tema trattato in modo delicato e spontaneo come i giovani protagonisti, e che poi assume caratteri più malinconici e struggenti con il passare del tempo.

<b>[ATTENZIONE; INIZIO PARTE SPOILER]</b>
Ho sentito, da parte del pubblico italiano (non so quello straniero) delle critiche, per fortuna poche, a proposito della poco credibilità della storia. A parere di chi le ha scritte, è assurdo che un ragazzo che ci tiene tanto alla sua amata non riesca a farle una telefonata, a mandarle un messaggio, a raggiungerla; allo stesso modo trovano ancora più assurdo che dopo più di dieci anni lei sia ancora nei suoi pensieri. Ovviamente ognuno la pensa come vuole, anche se secondo me queste critiche sono superficiali quanto infondate: a ognuno di noi è capitato di avere un amico distante, magari qualcuno conosciuto in vacanza a cui avevamo promesso che ci saremmo risentiti per sempre, addirittura rivisti in futuro. Poi si torna a casa, alla propria vita con i propri amici e i propri impegni... passano i giorni, le settimane, i mesi e prima o poi i contatti si affievoliscono, e più lo fanno più sembra difficile ricominciare a sentirsi. Spesso i contatti s'interrompono del tutto.

E' più o meno lo stesso meccanismo che scatta in questa storia, ed è reso in modo abbastanza ovvio: in una sequenza si vede come i ragazzi corrano più volte, entusiasti, alla cassetta delle lettere, prima trovano rispettivamente le missive l'uno dell'altra, poi con il passare delle stagioni trovano la cassetta vuota. Così, in pochi secondi e senza dialogo né narrazione, capiamo benissimo cosa è successo. Tuttavia, dopo 3-4 anni, lui la pensa ancora: ma ora è adolescente, ha le sue paure e le sue insicurezze, teme che lei si sia dimenticata e che non le importi più di lui. Per questo non riesce a mandarle i messaggi che le scrive, ma continua a scrivere, continua a sognarla, continua a vederla dappertutto.
Anni dopo, lei è andata avanti, lui è rimasto indietro. Consumato, insoddisfatto, ha delle storie ma il pensiero di lei continua imperterrito a ossessionarlo.
E' vero, non tutti i ragazzi dopo più di dieci anni penserebbero ancora al loro primo amore. Ma ciò non vuol dire che sia impossibile. Non vuol dire che dobbiamo fermarci al "Questo Takaki e proprio un idiota, pensa a una ragazza con cui nemmeno è stato", poiché il film non parla di desideri materiali, ma di sentimenti e quelli sì che possono essere immortali.
<b>[FINE PARTE SPOILER]</b>

Passiamo ora alla parte tecnica del film, iniziando da quella grafica. Complice forse anche il fatto che l'anime duri poco più di un'ora, il disegno è curato nel minimo dettaglio. Specialmente i fondali, sono talmente belli e realistici da lasciarti senza fiato e da farti venire voglia di guardare il film su un TV full HD. I personaggi hanno forse una fisionomia più semplice ma non per questo perdono di espressività, anzi.

La parte sonora è altrettanto curata. Innanzitutto una nota di merito va al doppiaggio originale: è uno di quei rari casi in cui le voci non si adattano semplicemente all'atmosfera, ma la creano. Il regista Shinkai, anch'egli un bravo doppiatore, deve avere dato lui stesso le direttive. Nel doppiaggio italiano, sebbene sia buono, questa cosa si perde, ed è particolarmente evidente se si vede il film prima in originale e poi subito dopo in italiano. Per questo consiglio la visione in sub prima.
Perfetta è anche la scelta del tema portante del film, una struggente ballata che Shinkai rispolvera dagli anni '90 donandole un secondo e ancor più grande successo, tanto che ora film e canzone sembrano indivisibili.

Che dire dunque, Shinkai, che per la prima volta si avvale di uno staff, è comunque il padre assoluto di questo capolavoro di cui ha curato tutto, dalla trama ai personaggi, dal design al suono. E' in tutto e per tutto la sua opera e non posso fare altro che ringraziarlo con un meritato 10, in quanto l'unico "difetto" del film è che dura troppo poco. Spero che questa giovane promessa dell'animazione nipponica continui così.